“L’incoerenza dei dati pubblicati sulla piattaforma ReGis con quelli forniti dal Governo pone pesanti interrogativi sull’attendibilità e la trasparenza delle informazioni su cui si basa il confronto pubblico e si prendono decisioni cruciali per il nostro Paese”. A sottolinearlo è il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
La Cgil, infatti, evidenzia che: “nella ‘Proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’, illustrata dal ministro Foti sia al Parlamento che durante le sessioni della Cabina di regia del 25 e del 26 settembre scorsi, si sostiene che il 96% dei progetti attualmente finanziati (428.939 su 447.065) risulta concluso, in via di conclusione e in corso di esecuzione, per un valore complessivo di circa 148 miliardi di euro. Come risulta dall’aggiornamento del 7 novembre scorso, pubblicato sulla piattaforma ReGis e relativo allo stato di attuazione del Pnrr al 14 ottobre 2025: sono 306.346 i progetti censiti, 157.688 dei quali conclusi; i progetti non conclusi sono invece 148.658, di cui 134.568 in corso di esecuzione. Al 31 agosto 2025 (ultimo dato disponibile), sono stati validati 86 miliardi di euro di spesa (pari al 44,22% del totale), sempre attraverso il sistema di monitoraggio ReGiS”.
“Questi dati, incoerenti con quelli del Governo – ribadisce Ferrari – sollevano dubbi sulla trasparenza e sull’attendibilità delle informazioni alla base delle decisioni pubbliche. È previsto a breve il varo dell’ulteriore, e probabilmente ultima, rimodulazione del Pnrr. Una rimodulazione – prosegue il segretario confederale – che avrà significative conseguenze sia sul disegno di legge di bilancio, visto che una parte rilevantissima delle coperture della manovra deriva dalle risorse del Piano; sia perché comporterà l’emanazione di uno o più provvedimenti attuativi che avranno una dimensione di molto superiore alla manovra stessa”.
“Per fare chiarezza sul reale stato delle cose, chiediamo – prosegue il segretario confederale – un’urgente convocazione della Cabina di regia, con la partecipazione delle parti sociali. Le decisioni che saranno assunte sul Piano – che, tra l’altro, rappresenta al momento la principale fonte degli investimenti pubblici per il nostro Paese – devono essere trasparenti e frutto di una larga condivisione”.
“Non è accettabile – conclude Ferrari – che, per ragioni contingenti, si snaturino gli obiettivi di riduzione delle diseguaglianze sociali e dei divari territoriali per cui il Pnrr è stato varato; né che ritardi e inefficienze riducano il suo potenziale impatto sull’economia nazionale (già sull’orlo della recessione) e sulle condizioni materiali di vita e di lavoro delle persone”.



























