L’Ilva chiederà la cassa integrazione straordinaria per 6.500 lavoratori, di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto. Lo ha comunicato la stessa azienda ai sindacati di categoria. La Cigs, secondo fonti sindacali, comincerà il 3 marzo e avrà la durata di 24 mesi.
La richiesta viene motivata con la ristrutturazione in atto nell’ambito della procedura per la bonifica degli impianti inquinanti, secondo quanto prevede l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Attualmente lo stabilimento di Taranto ha in cassa integrazione 2.600 lavoratori circa, per i quali la Cig scade il 2 marzo.
L’azienda ha anche presentato ai sindacati il piano di ristrutturazione aziendale che prevede l’investimento di due miliardi e 250 milioni di euro che serviranno per il risanamento, secondo le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero dell’Ambiente.
Con la chiusura dell’altoforno 5 la produzione dovrebbe scendere a 10mila tonnellate al giorno. Saranno collocati in cassa integrazione anche lavoratori degli impianti di Patrica (Frosinone) e del Centro servizi di Torino.