XI COMMISSIONE PERMANENTE
COMITATO DEI NOVE
Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
C. 2100-C. 2157-C. 2158-C. 2452-C. 2890-C. 3102-A.
Il comitato dei nove si è riunito dalle 12.40 alle 12.55.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 20 aprile 2010. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.
La seduta comincia alle 12.55.
Norme in materia di nomina del Comandante generale del Corpo della guardia di finanza.
Testo unificato C. 864 Vannucci, C. 3244 Bocchino, C. 3254 Di Pietro e C. 3269-ter Cicu.
(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione. – Parere favorevole con osservazione – Nulla osta su emendamenti).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nel far presente preliminarmente di essere stato delegato a svolgere le funzioni di relatore dal presidente Moffa, momentaneamente impossibilitato a partecipare ai lavori, osserva che la Commissione è chiamata a rendere il parere di competenza alla IV Commissione sul testo unificato delle proposte di legge in esame, recante disposizioni in materia di nomina del Comandante generale del Corpo della guardia di finanza, nonché sulle relative proposte emendative presentate presso la Commissione di merito e trasmesse alla XI Commissione.
Evidenzia in premessa che l’esame di tre di tali proposte di legge (n. 864 Vannucci, n. 3244 Bocchino, n. 3254 Di Pietro) è stato avviato in sede legislativa nella seduta del 9 marzo 2010; successivamente, alla luce degli elementi emersi nel dibattito, la Commissione di merito ha ritenuto opportuno – al fine di approfondire le tematiche oggetto dei diversi provvedimenti – costituire, nella seduta dell’8 aprile 2010, un Comitato ristretto, che – anche a seguito dell’abbinamento di una nuova proposta di legge (n. 3269-ter Cicu) – ha elaborato un testo unificato – adottato come testo base dalla Commissione di merito, nuovamente convocata in sede legislativa, nella seduta del 14 aprile 2010.
Fa notare, peraltro, che su tale testo sembrerebbe registrarsi un consenso generalizzato dei diversi gruppi parlamentari, presupposto indispensabile per una positiva e sollecita conclusione dell’iter del provvedimento in sede legislativa.
Con riferimento al testo in esame, composto da due articoli, rileva che esso si pone la finalità principale di modificare la legge 23 aprile 1959, n. 189, ovvero i criteri di nomina del comandante generale del Corpo della guardia di finanza, consentendone la nomina anche tra i generali di corpo d’armata della stessa guardia di finanza, e non solo, come avviene attualmente, tra quelli dell’esercito. Tra le motivazioni dell’intervento legislativo è, infatti, indicata la necessità di eliminare la differenza attualmente esistente rispetto al Comandante generale dell’Arma dei carabinieri, che è scelto all’interno dell’Arma dei carabinieri stessa.
Rileva che il provvedimento contiene, inoltre, disposizioni in materia di durata del mandato del comandante generale del Corpo della guardia di finanza, di collocamento in congedo dello stesso, nonché norme di collegamento con il Ministero della difesa di natura organizzativa, connesse ad esigenze addestrative di carattere militare o ad attività di concorso alle operazioni militari in caso di guerra e alle missioni militari all’estero. Si prevedono altresì norme disposizioni mirate alla modifica dei criteri di nomina e della durata in carica del Comandante in seconda.
Per quanto riguarda le disposizioni di più diretto interesse della Commissione, segnala, in particolare, l’articolo 1, che, aggiungendo un ulteriore comma all’articolo 4 della legge 23 aprile 1959, n. 189, prevede che il Comandante sia collocato in congedo, al termine del mandato, e che tale collocamento sia equiparato a quello per raggiungimento dei limiti di età, con applicazione delle disposizioni dell’articolo 6, comma 3, secondo periodo, del decreto legislativo n. 215 del 2001. Quest’ultimo attribuisce in tali casi, in aggiunta a qualsiasi altro istituto spettante, il trattamento pensionistico e l’indennità di buonuscita che sarebbe spettato qualora fosse rimasto in servizio fino al limite di età, compresi gli eventuali aumenti periodici ed i passaggi di classe di stipendio.
Quanto alle proposte emendative presentate al testo unificato, che dovranno ancora essere oggetto di discussione in sede legislativa, ritiene opportuno rimettersi alle valutazioni di merito che la IV Commissione intenderà svolgere nel corso dell’esame delle stesse, atteso anche che tali proposte di modifica non sembrerebbero presentare particolari profili di problematicità in relazione alle competenze della XI Commissione.
Pertanto, con riferimento a tali emendamenti, propone di formulare un nulla osta, mentre sul complesso del testo unificato in esame, così come attualmente formulato, rilevata la necessità di rimuovere una palese iniquità allo stato esistente nei criteri di nomina del comandante generale del Corpo della guardia di finanza e preso atto positivamente dell’esigenza di equiparare il suo collocamento in congedo a quello per raggiungimento dei limiti di età, formula una proposta di parere favorevole.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) prospetta l’esigenza di inserire nella proposta di parere una osservazione che rilevi la necessità di modificare l’articolo 1 del testo in esame, nel senso di assicurare la permanenza in servizio del Comandante generale della Guardia di finanza fino al termine del mandato, anche nel caso in cui nel frattempo vengano raggiunti i limiti di età o si verifichino altre cause di cessazione dal servizio previste dalla legge.
Ritiene, infatti, essenziale evitare un continuo ricambio nel vertice del Corpo, che rischierebbe peraltro di determinare l’attribuzione di una carica di particolare rilievo a un numero potenzialmente molto elevato di soggetti.
Cesare DAMIANO (PD), anche alla luce delle considerazioni testé espresse dal deputato Fedriga, ritiene necessario che i gruppi beneficino di un margine temporale per svolgere ulteriori approfondimenti sul provvedimento in esame.
Giuliano CAZZOLA, presidente, considerate le osservazioni testé formulate, ritiene utile concedere ai gruppi adeguati margini di approfondimento del testo in esame.
Sospende quindi la seduta, avvertendo che essa riprenderà prima dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13.15, è ripresa alle 13.50.
Giuliano CAZZOLA, presidente, sulla base del dibattito svolto e degli approfondimenti nel frattempo effettuati, presenta una proposta di parere favorevole con osservazione sul testo unificato in esame e di nulla osta sugli emendamenti trasmessi dalla Commissione di merito (vedi allegato 1).
Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere testé presentata.
Giuseppe BERRETTA (PD), pur prendendo atto positivamente dell’osservazione contenuta nella proposta di parere presentata, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo, osservando che durante l’esame di merito del provvedimento sono state introdotte norme che hanno contribuito a snaturarne l’originaria impostazione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazione sul testo unificato e di nulla osta sugli emendamenti trasmessi dalla IV Commissione.
La seduta termina alle 13.55.
5-02766 Damiano: Chiusura dello stabilimento Bialetti di Omega.
Cesare DAMIANO (PD) illustrando l’interrogazione, chiede al Governo che interventi intenda mettere in atto – anche in termini di azioni politiche di sostegno industriale – per tutelare i marchi tipici del « made in Italy » e scongiurare episodi di delocalizzazione all’estero, come quelli descritti nel suo atto
di sindacato ispettivo.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (allegato 2).
Cesare DAMIANO (PD), replicando, prende atto della risposta del rappresentante del Governo, sottolineando la necessità di intraprendere adeguate azioni di sostegno per le produzioni locali, rispetto alle quali si pongono rilevanti questioni inerenti alla tracciabilità, alla trasparenza e alla qualità del prodotto a tutela dei consumatori, nonché esigenze di tutela dei lavoratori locali che intervengono nel ciclo produttivo.
5-02767 Delfino: Politiche a sostegno del lavoro e del reddito delle famiglie.
Nedo Lorenzo POLI (UdC), cofirmatario dell’interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto, chiedendo al Governo quali iniziative intenda adottare sul piano dell’integrazione del reddito dei lavoratori e delle loro famiglie, soprattutto quelle numerose, che appaiono largamente svantaggiate in termini assoluti rispetto a quelle dei principali Paesi europei.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (allegato 3).
Nedo Lorenzo POLI (UdC), pur prendendo atto della limitatezza delle risorse attualmente a disposizione dell’Esecutivo, in ragione della quale diversi provvedimenti pendenti alla Camera incontrano problemi di copertura finanziaria (con il conseguente parere negativo della V Commissione), evidenzia la necessità di focalizzare l’attenzione su forme di intervento a sostegno dei soggetti più deboli della società, ovvero famiglie numerose e giovani precari in difficoltà a causa della crisi economica.
Giuliano CAZZOLA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.05.
RISOLUZIONI
Martedì 20 aprile 2010. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna.
La seduta comincia alle 14.05. 7-00274 Codurelli: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell’occupazione femminile.
7-00285 Pelino: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell’occupazione femminile.
7-00306 Paladini: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell’occupazione femminile.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.
Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che al termine della precedente seduta, nella quale è proseguita la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, si è convenuto di completare oggi la fase di acquisizione dell’orientamento del Governo sugli atti di indirizzo in discussione, contando anche sul contributo del Ministro per le pari opportunità.
Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA osserva anzitutto che – prima di esporre ed esaminare le finalità ed i contenuti delle iniziative poste in essere dal Governo, ed in particolare dal Ministero per le pari opportunità, in ordine alle politiche di sostegno a favore delle donne, delle madri lavoratrici e dell’occupazione femminile – occorre svolgere alcune riflessioni.
Fa presente che, nell’ultimo decennio, il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ha assunto un ruolo centrale nelle politiche nazionali ed europee di pari opportunità; le azioni intraprese nella direzione della conciliazione mirano a favorire l’equa distribuzione dei carichi di cura ed a conquistare nuovi modelli di organizzazione del lavoro che consentano alle donne di accedere e permanere nel mondo del lavoro; e politiche di conciliazione sono, dunque, strettamente legate all’obiettivo di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e restringere conseguentemente il gender gap occupazionale.
Osserva che un impulso molto forte in questo senso è stato dato dalla Strategia di Lisbona, adottata nel 2000 dai Paesi dell’Unione europea, nella quale si è fissato l’ambizioso obiettivo di raggiungere nel 2010 un tasso di occupazione delle persone dai 15 ai 64 anni del 70 per cento nel complesso e del 60 per cento per le donne:
la decisione di adottare come criterio di riferimento il tasso di occupazione, invece del tradizionale tasso di disoccupazione, costituisce un importante paradigma nelle politiche europee del lavoro, dovuto alla nuova condizione della donna nella società; oggi, infatti, un numero crescente di donne è presente nel mercato del lavoro come occupate o in cerca di lavoro e molte altre vi rientrerebbero se vi fossero minori difficoltà a trovare un’occupazione o se esistessero adeguati sostegni ai carichi di lavoro familiare. I dati Eurostat riferiscono che dal 2005 al 2008 l’occupazione femminile nel Paese è aumentata dal 45,3 per cento al 47,2 per cento.
Fa notare che il rapporto CNEL sul mercato del lavoro 2008/2009 segnala che gli effetti della crisi economica sono stati inferiori sulla componente femminile, dove si è registrato addirittura un lieve aumento dell’occupazione a fronte di una sostanziale immobilità del tasso di occupazione maschile. Ciò è dovuto all’incremento di occupazione ad orario ridotto, a tempo parziale o flessibile che ha interessato più le lavoratrici che i lavoratori; dal 6 per cento di soli dieci anni fa siamo passati nel 2008 a una percentuale di lavoro parziale pari al 14,8 per cento.
Segnala che il timore è, tuttavia, che sulle donne, che costituiscono la componente più debole del mercato del lavoro per livello di istruzione, esperienza, mobilità territoriale e forti carichi di conciliazione tra lavoro e cura della famiglia, si manifesti un’onda lunga della crisi i cui effetti potranno essere visibili già dai dati del 2010 e comunque in un arco temporale più ampio. A ciò si aggiunge la necessità di ridurre il divario che comunque si frappone tra occupati uomini e occupate donne, che è ancora molto consistente (70,3 per cento uomini e 47,2 per cento donne nell’anno 2008), specie nelle aree del Mezzogiorno. Fa notare che tale divario è particolarmente significativo proprio nell’età – tra i 25 ed i 35 anni – in cui massimo dovrebbe essere lo sforzo non solo per l’inserimento, ma anche per gettare le basi per ottenere soddisfacenti risultati in termini di carriera e, quindi, di retribuzione. Su questo incidono fortemente le difficoltà che le donne affrontano nel conciliare maternità e lavoro.
Rileva che, in considerazione di ciò, il dicastero per le pari opportunità ha ritenuto necessario intervenire attraverso politiche di inclusione delle donne nel mercato del lavoro tendenti a raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo ovvero un tasso di occupazione femminile del 60 per cento. Tra le iniziative poste in essere rientrano il Piano recante il « Sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro » ed il « Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro ». Il Piano di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro investe 40 milioni di euro del Fondo pari Opportunità in finanziamenti per le tagesmutter, per il telelavoro, per la formazione volta a sostenere il rientro nel lavoro dopo un periodo di congedo per maternità. In particolare, sottolinea che le risorse saranno destinate alla: creazione o implementazione – nelle diverse realtà territoriali – di nidi, nidi famiglia, servizi ed interventi similari (mamme di giorno, educatrici familiari o domiciliari); si tratta di una figura molto diffusa nei Paesi del Centro e del Nord Europa e già utilizzata in alcune Regioni, che accudisce un massimo di cinque bambini – di età compresa tra gli zero e i tre anni – nel proprio domicilio;
facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione anche tramite percorsi formativi e di aggiornamento, acquisto di attrezzature hardware e pacchetti software, attivazione di collegamenti ADSL;
erogazione di voucher di sostegno all’acquisto di servizi di cura offerti da strutture specializzate (nidi, centri estivi, ludoteche) o in forma di « buoni lavoro » da prestatori di servizio (assistenza domiciliare,
pulizia, pasti a domicilio e simili); sostegno di modalità di prestazioni di lavoro e di tipologie contrattuali facilitanti come ad esempio la banca delle ore, il telelavoro, il part-time; sostegno di interventi innovativi e sperimentali proposti dalle Regioni e dalle Province autonome.
Osserva che sarà cura del Dipartimento per le pari opportunità, anche attraverso campagne informative ed eventi di lancio pubblicitario, garantire la promozione unitaria delle linee di intervento più innovative e che meritano un maggior impegno di divulgazione e di sensibilizzazione; dopo varie riunioni tecniche con i rappresentanti della Conferenza Unificata, si è deciso di non predestinare quote fisse dello stanziamento complessivo alle diverse misure rinviando la valutazione ad una fase successiva alle proposte che perverranno da parte delle Regioni. Sul Piano, non appena saranno riavviati i lavori della Conferenza Unificata, sarà acquisita l’intesa.
Segnala, inoltre, che sulla Gazzetta Ufficiale del 17 dicembre 2009, è stato pubblicato il bando (scaduto il 17 marzo 2010) per il finanziamento – per complessivi 7 milioni e 200mila euro – di nuovi nidi d’infanzia presso i luoghi di lavoro delle Pubbliche Amministrazioni Nazionali: coautori dell’iniziativa sono il Ministro per la Pubblica Amministrazione ed il Sottosegretario per le Politiche della Famiglia.
Con il citato bando si intende avviare un Progetto Pilota di apertura di « nidi aziendali » presso le sedi centrali e periferiche delle Pubbliche Amministrazioni, con l’obiettivo di favorire l’incremento del numero di nidi d’infanzia e dei posti in nidi d’infanzia esistenti sul territorio nazionale nonché di promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno alle famiglie, distribuendo così i carichi di cura e favorendo la parità tra donne e uomini e contestualmente favorire la flessibilità del mercato del lavoro. A breve la Commissione di valutazione esaminerà le domande pervenute dalle diverse Amministrazioni per l’ammissione ai contributi.
Sottolinea che anche nel « Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro », elaborato d’intesa con il Ministro del Lavoro, sono previste misure volte a favorire la conciliazione. In particolare sono state inserite cinque linee di intervento. La prima linea di azione prevede il potenziamento dei servizi di assistenza per la prima infanzia e la sperimentazione dei buoni lavoro. Come è noto, infatti, l’offerta di servizi all’infanzia è ancora insufficiente, specie nel Sud.
L’idea è quella di incoraggiare i lavori di cura dell’infanzia attraverso la diffusione dell’utilizzo dei buoni lavoro previsti dalla « legge Biagi », che offrono al datore di lavoro uno strumento duttile, poco costoso, con pochi oneri amministrativi (essendo i contributi previdenziali e gli oneri assicurativi conglobati nel prezzo di acquisto del buono) e che potranno essere adoperati anche per l’avvio, in cooperazione con cooperative sociali e di servizio ed associazioni non profit, dei nidi familiari, con non più di cinque o sei bambini assistiti da persone presso il proprio domicilio in un ambiente familiare. La seconda linea di azione si fonda sulla revisione dei criteri e delle modalità per la concessione di contributi ad aziende per progetti che favoriscano la conciliazione.
In tal modo si intende rilanciare un sistema di sostegno in favore di progetti i cui beneficiari siano lavoratrici che possano usufruire di forme di flessibilità del lavoro, per esempio il part time o il lavoro a domicilio, il lavoro su sedi diverse. I progetti potranno anche comprendere attività di formazione per favorire il reinserimento della lavoratrice o il lavoratore dopo un periodo di astensione dal lavoro per maternità o paternità o progetti che promuovano l’attivazione di reti di servizi per facilitare la conciliazione.
Segnala che la terza linea di azione prevede la sperimentazione di nuove relazioni industriali per la promozione della flessibilità del lavoro. L’obiettivo che si intende raggiungere attraverso questa linea di intervento è quello di incoraggiare tipologie contrattuali che favoriscano la conciliazione: lavoro a tempo parziale, modulato, flessibile. Lo strumento può essere la contrattazione collettiva, che può fornire il nuovo quadro normativo della flessibilità. A questo proposito, intende segnalare che, in data 11 marzo 2010, è stato avviato un tavolo con le parti sociali per sondare la disponibilità all’inserimento nella contrattazione collettiva di misure idonee a favorire la conciliazione. Tutti – sia le categorie datoriali che dei lavoratori – hanno manifestato la loro adesione: occorre, quindi, lavorare perché, soprattutto a livello di contrattazione decentrata, si intervenga in questa direzione.
Fa presente che con la quarta linea di azione, dedicata all’incentivazione dei lavori verdi al femminile, si intende estendere alle donne la cultura delle nuove professioni nel settore delle energie rinnovabili, dove attualmente si registra una forte presenza maschile, incoraggiandole a distaccarsi dai tradizionali percorsi formativi per intraprendere una formazione orientata alla ricerca ed alle nuove tecnologie in questo settore, mentre l’ultima linea di azione comprende misure specifiche per il Mezzogiorno, attraverso l’utilizzo di contratti di inserimento o di reinserimento destinati a chi vuole uscire dallo stato di disoccupazione o a chi desidera rientrare nel mercato del lavoro dopo un lungo periodo di assenza. Tali tipologie contrattuali possono trovare nelle donne le principali destinatarie.
Osserva che le linee del Piano sono senza alcun dubbio un passo importante per la progressiva inclusione delle donne nel mercato del lavoro: si tratta di un impegno costante, al quale il Governo vuole dedicare i massimi sforzi, perché convinto che proprio la fase di uscita dalla crisi può rappresentare un’occasione per dimostrare quanto le donne possano contribuire alla crescita economica ed al raggiungimento degli obiettivi di coesione economica e sociale. Fa rilevare che – se poi si sposta l’attenzione all’impianto normativo di tutela della madre lavoratrice nel confronto internazionale e comparato – l’Italia presenta indubbiamente una delle legislazioni più avanzate del mondo e pienamente in linea con la normativa comunitaria: si riferisce al Testo Unico sulla maternità o al recente recepimento della Direttiva n. 54 del 2006, relativa al principio « delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego,» che ha novellato il Codice per le pari opportunità. Il decreto di recepimento della stessa (decreto legislativo n. 5 del 2010) prevede, tra l’altro, il divieto di discriminazione per ragioni connesse al sesso, allo stato di gravidanza, di maternità o paternità, anche adottive. Si interviene, inoltre, sul cosiddetto « gender pay gap », vietando qualsiasi discriminazione, diretta o indiretta, relativa alle retribuzioni, sanzionando i datori di lavoro che discriminano le lavoratrici con l’ammenda da 250 a 1.500 euro e stabilendo, altresì, qualora il datore di lavoro non ottemperi alla sentenza che accerta la discriminazione, l’ammenda fino a 50.000 euro o l’arresto fino a sei mesi. Quanto all’accesso alle prestazioni previdenziali, viene riconosciuto alle lavoratrici il diritto, non più un’opzione, di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di età previsti per gli uomini.
Desidera poi sottolineare il proprio impegno per il rilancio di misure di sostegno all’imprenditoria femminile, specie nel Sud: la legge n. 215 del 1992 è ora in una fase di stallo, non essendo stata rifinanziata da parte di molti Governi; il limite dell’attuazione di quella legge è stato, tuttavia, quello di concedere finanziamenti « a pioggia », senza una seria regia ed un monitoraggio costante degli effetti in termini di incremento dell’occupazione femminile.
La sua idea, alla quale si sta lavorando con il Ministro dello Sviluppo Economico nel quadro del più ampio Piano per il Sud, è quella di reperire nuove risorse, ricorrendo a fondi europei, per favorire l’accesso al credito delle imprese femminili operanti nel Mezzogiorno, attraverso l’utilizzazione della garanzia del Fondo per le piccole e medie imprese di cui alla legge 662 del 1996 ed un contributo in conto interessi. Si tratta, a suo giudizio, di un altro importante tassello delle politiche volte a raggiungere l’obiettivo qualificante indicato dalla Strategia di Lisbona del 60 per cento di occupazione femminile entro il 2010; politiche che, nel loro insieme, devono ormai considerare la prospettiva di genere in tutte le azioni di governo, analizzando i diversi ruoli dell’uomo e della donna, promuovendo il peso delle donne nei processi decisionali, incoraggiando l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, affrontando il problema del divario di retribuzione tra uomini e donne.
Assicura, in conclusione, che l’impegno del Governo e del suo dicastero in questa direzione deve essere considerato forte e costante.
Marialuisa GNECCHI (PD), pur ringraziando il Ministro per l’esauriente relazione svolta sull’argomento in oggetto e prendendo atto positivamente di talune iniziative assunte dal Governo nell’ambito della materia delle pari opportunità, fa notare che si sarebbe aspettata oggi talune risposte più precise ai quesiti posti in una
precedente interrogazione presentata dal suo gruppo.
Si riferisce in particolare all’esigenza di rifinanziamento urgente e straordinario del piano del Governo Prodi su nidi e servizi all’infanzia, alla necessità di ripristino della legge n. 188 del 2007 contro le « dimissioni in bianco » (attraverso il superamento dei problemi di natura tecnica che hanno portato l’attuale Governo al suo indebolimento), al potenziamento dei servizi sul territorio deputati alla vigilanza alla luce delle violazioni amministrative accertate in ordine alla tutela economica (astensione obbligatoria e facoltativa) della maternità, al ripristino del finanziamento della legge n. 53 del 2000 e in particolare dell’articolo 9 per le piccole realtà produttive, agli incentivi a favore dell’occupazione femminile.
Chiede, inoltre, chiarimenti al Ministro in ordine alle effettive disponibilità finanziarie del Dipartimento per le pari opportunità, atteso che nel corso della discussione sul disegno di legge finanziaria 2009 la Commissione prese atto negativamente, con una deliberazione unanime, di una riduzione degli stanziamenti disposti in materia, osservando altresì che sul tema sono stati presentati taluni atti di sindacato ispettivo, il cui svolgimento ha confermato questa tendenza.
Maria Grazia GATTI (PD), nel ringraziare il Ministro, fa notare che l’Italia sconta ancora un pesante ritardo rispetto agli altri Paesi europei sul terreno delle pari opportunità, dal momento che le donne, pur vantando un livello di preparazione universitaria maggiore rispetto agli uomini, incontrano notevoli ostacoli sul piano occupazionale, anche in relazione ai livelli stipendiali, e sul fronte della tutela della maternità.
Dopo aver manifestato profonda preoccupazione per i dati relativi al fenomeno delle « dimissioni in bianco » riferiti al 2009, fa notare al Ministro che in tema di conciliazione dei tempi tra lavoro e vita privata il Governo è incorso recentemente in una nuova palese contraddizione: invita, a tal proposito, a leggere gli articoli 16 e 46 del provvedimento collegato alla manovra finanziaria in materia di lavoro – recentemente rinviato alle Camere dal Presidente Napolitano – con i quali, da un lato, si indebolisce il ricorso allo strumento del part-time (sulla scia di quanto disposto con il decreto-legge n. 112 del 2008), mentre dall’altro si delega il Governo a prevedere incentivi in vista dell’introduzione di forme di orario di lavoro più flessibili. Chiede pertanto al Ministro di fornire al Parlamento elementi di conoscenza più chiari che facciano luce su tali incongruenze e sull’azione che il Governo intende intraprendere in futuro, auspicando che possano essere altresì intraprese adeguate politiche di riduzione fiscale a vantaggio dell’occupazione femminile.
Alessia Maria MOSCA (PD), nel ritenere centrale il tema delle politiche di genere, rileva che il Governo in carica, oltre ad essere vago sul fronte delle misure concrete da adottare e sulle risorse da stanziare, sembra non aver del tutto a cuore l’argomento della tutela dell’occupazione femminile, che ritiene coinvolga anche aspetti connessi alla progressione in carriera delle donne. Ciò sembrerebbe essere confermato dal mancato rispetto di taluni impegni assunti dal Governo, in materia di rappresentanza di genere, in occasione dell’approvazione da parte della XI Commissione di una risoluzione presentata nei mesi scorsi, tesa proprio a fare riferimento all’assenza di nomine di figure femminili nei ruoli apicali degli enti pubblici (tendenza che, allo stato, non sembra sia stata invertita).
Osserva inoltre che in tema di politiche di conciliazione il Ministro sembra proporre piani di azione astratti e fondati su concezioni dei rapporti sociali ormai superate a livello comunitario, soprattutto per quanto concerne il tema del lavoro di cura – che, a suo avviso, non dovrebbe gravare esclusivamente sulle spalle delle donne – e dei congedi parentali.
In conclusione, giudica essenziale estendere la normativa sulla tutela della maternità a tutte le donne lavoratrici, considerato che in diversi versanti occupazionali, soprattutto nel campo dei lavori flessibili, ne risultano totalmente escluse.
Paola PELINO (PdL), nel ringraziare il Ministro, si dichiara fiduciosa rispetto all’operato del Governo, che ritiene stia perseguendo importanti obiettivi collegati strettamente alla tutela delle donne, con riferimento, in particolare, all’ingresso nel mercato del lavoro e alla permanenza in esso. Si dichiara altresì convinta che il Governo continuerà su questa strada, anche recependo le condivisibili osservazioni provenienti dai gruppi di minoranza.
Amalia SCHIRRU (PD), pur manifestando apprezzamento per talune misure contenute nel piano di azione annunciato dal Governo, fa notare che i dati sull’occupazione femminile forniti nell’odierna seduta sembrano trascurare un elemento fondamentale, ovvero che molte donne, rassegnate, hanno ormai smesso di ricercare
lavoro e non risultano, pertanto, dai censimenti effettuati. Inoltre, prospetta l’esigenza di stanziare risorse per l’attuazione del Piano di riforma dei servizi all’infanzia, predisposto nella precedente legislatura, al fine di intraprendere azioni di sostegno in favore di tutte le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica in atto, comprese quelle meno abbienti.
Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA, dopo aver ringraziato i deputati intervenuti per gli utili spunti forniti alla discussione in corso, intende svolgere talune precisazioni in ordine alle questioni sinora poste. In primo luogo, chiarisce che i 40 milioni di euro iscritti in bilancio, che hanno costituito oggetto di polemica da parte dei gruppi di opposizione, riguardano l’anno 2009 e non l’anno 2010, ribadendo che il Governo ha già provveduto a stanziare, in materia di pari opportunità, ingenti risorse al fine di finanziare un piano di azione comprendete l’adozione di valide politiche di conciliazione.
Quanto alle misure da intraprendere sul versante dei servizi all’infanzia, ritiene opportuno rimettersi anche alle determinazioni che, in materia, intenderà assumere il soggetto più direttamente competente, ovvero il dipartimento per le politiche della famiglia, il cui responsabile è il sottosegretario Giovanardi. Ritiene, in ogni caso, che il Governo in carica abbia intrapreso lungimiranti politiche a sostegno dell’occupazione, in particolare a favore dei soggetti particolarmente colpiti dalla crisi, tra cui, appunto i giovani e le donne, avendo stanziato risorse considerevoli in materia di ammortizzatori sociali, favorendo inoltre una ripresa dei consumi e della produzione industriale: la prudente politica economica del Governo, pertanto, è incoraggiata dai segnali di ripresa che si stanno avvertendo nel sistema socio-produttivo.
Da ultimo, fa notare che sul basso tasso di occupazione femminile in Italia pesa in modo rilevante il forte disagio sociale del Mezzogiorno, rispetto al quale il Governo ha già predisposto linee di azione precise, tra cui il finanziamento della legge n. 215 del 1992, comprendente agevolazioni per l’imprenditoria femminile.
Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell’odierno dibattito, ritiene opportuno concedere ai gruppi un ulteriore spazio temporale al fine di verificare in via informale se sussistano margini per la predisposizione di un testo unificato delle risoluzioni presentate, anche considerata l’esigenza di valutare nel frattempo l’eventualità di estendere il campo della discussione a tematiche connesse a quella in esame, riguardanti, ad esempio, le politiche per la famiglia, in ordine alle quali potrebbe risultare utile il coinvolgimento del rappresentante del Governo competente in materia Lucia CODURELLI (PD), pur ritenendo ragionevole la proposta testé formulata dalla presidenza, invita comunque il Ministro a svolgere una seria riflessione sull’argomento in discussione e ad assumersi la responsabilità di definire una linea di azione definitiva e chiara in materia di pari opportunità, anche attraverso il completamento dell’attuazione di quel piano di riforme dei servizi all’infanzia, predisposto nella scorsa legislatura dal Governo Prodi.
Silvano MOFFA, presidente, nel ribadire che, al fine di conoscere gli orientamenti dell’Esecutivo sul tema delle politiche per l’infanzia e la conciliazione dei tempi di vita delle famiglie sarà necessario valutare l’opportunità di un coinvolgimento del rappresentante del Governo competente in materia, invita intanto i gruppi a lavorare alla definizione di un possibile testo unificato degli atti di indirizzo in titolo.
Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.10.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle
15.10 alle 15.20.
ALLEGATO 1
Norme in materia di nomina del Comandante generale del Corpo della guardia di finanza. (Testo unificato C. 864 Vannucci, C. 3244 Bocchino, C. 3254 Di Pietro e C. 3269-ter Cicu).
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La XI Commissione, esaminato il testo unificato delle proposte di legge C. 864 Vannucci, C. 3244 Bocchino, C. 3254 Di Pietro e C. 3269-ter Cicu e gli emendamenti ad esso riferiti, trasmessi dalla IV Commissione, esprime PARERE FAVOREVOLE sul testo unificato, con la seguente osservazione:
all’articolo 1, comma 1, lettera a), numero 2), si raccomanda di prevedere che, qualora nel corso del mandato del Comandante generale questi raggiunga i limiti di età per il pensionamento, ne sia previsto il richiamo di autorità sino al termine del mandato, anche se si siano determinate le condizioni per la sua cessazione dal servizio permanente effettivo;
NULLA OSTA
ALLEGATO 2
5-02766 Damiano: Chiusura dello stabilimento Bialetti di Omegna.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Con riferimento all’atto ispettivo dell’On. Damiano, inerente le vicende occupazionali della Bialetti, passo ad illustrare gli elementi informativi acquisiti presso i competenti uffici della Amministrazione che rappresento, della Regione Piemonte nonché quelli forniti dal Ministero dello sviluppo economico.
Il Gruppo Bialetti Industrie, Holding con oltre 1000 dipendenti, è presente in tutto il mondo con stabilimenti in Italia, India, Turchia, Romania; oltre al celebre marchio Moka, possiede anche i marchi Girmi, Aeternum, Rondine e Cem.
Lo scorso 7 aprile la società, come evidenziato anche dall’Onorevole interrogante, ha avviato una procedura di mobilità, a seguito della decisione di cessare l’attività dello stabilimento di Omegna e di delocalizzare l’attività produttiva, che coinvolgerà 113 lavoratori tra impiegati ed operai.
I motivi della decisione aziendale sono riconducibili:
nei risultati negativi che il Gruppo Bialetti Industrie ha conseguito anche nell’anno 2009, che si è chiuso con una perdita pari a 9,9 milioni di euro, una riduzione del fatturato del 7,6 per cento ed un indebitamento finanziario netto pari al 96, 1 milioni di euro;
nel trend negativo di fatturato registrato dal business delle caffettiere Bialetti negli ultimi anni (calo del fatturato nel 2008 del 21 per cento rispetto al 2007), confermato nel 2009 da un’ulteriore riduzione del fatturato del 10,1 per cento rispetto al 2008;
nel trend negativo del reparto caffettiere che continua a subire costanti contrazioni (riduzioni del 7,5 per cento annuo nel solo canale della Grande Distribuzione);
nella scarsa competitività del prodotto Bialetti in termini di costi rispetto ai prodotti provenienti da paesi esteri, quali in primo luogo Estremo Oriente ed Europa Orientale;
nel perdurare della crisi congiunturale del mercato di riferimento e nella crescita dei produttori dei Paesi low-cost, che hanno comportato un sensibile calo dei volumi del business delle caffettiere (-26 per cento nell’ultimo biennio), e hanno reso il modello produttivo utilizzato da Bialetti in passato per le caffettiere non
più competitivo, né sostenibile, a causa dell’alta incidenza dei costi fissi e indiretti (41 per cento del costo del prodotto);
Nella conseguente necessità di adottare un sistema produttivo differente da quello attuale per le caffettiere con l’obiettivo di recuperare competitività e fronteggiare la difficile situazione di mercato.
Le OO.SS. hanno chiesto l’intervento dei rappresentanti della Provincia e della Regione al fine di trovare ogni utile soluzione volta alla salvaguardia di una realtà produttiva rappresentativa del « Made in Italy » e per la difesa dei livelli occupazionali;
ne è seguito un incontro nel corso del quale è stato effettuato un primo esame della situazione aziendale.
Informo, inoltre, che ad oggi, non risulta pervenuta presso l’Amministrazione che rappresento alcuna richiesta, delle Parti sociali, di incontro per l’esame della situazione occupazionale.
Al fine di procedere all’esame della vicenda aziendale all’attenzione, è stato fissato un incontro, presso il Ministero dello sviluppo economico, per il prossimo 28 aprile 2010; a seguito ditale incontro si provvederà a mantenere comunque aperto il tavolo di confronto presso il MiSe per agevolare la ricerca di positive soluzioni ai problemi aziendali di che trattasi.
In conclusione sono in grado di garantire che sarà mia cura informare personalmente l’Onorevole Damiano degli ulteriori sviluppi della vicenda aziendale all’attenzione.
ALLEGATO 3
5-02767 Delfino: Politiche a sostegno del lavoro e del reddito delle famiglie.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L’On. Delfino, con il presente atto parlamentare, sollecita l’attenzione sulla necessità di porre in essere iniziative concrete a sostegno del reddito nei confronti dei lavoratori attualmente esclusi dall’applicazione di strumenti di ammortizzazione sociale.
In proposito, voglio ricordare che il Governo, con i provvedimenti emanati in funzione « anti-crisi », ha perseguito a finalità di ampliare la platea dei lavoratori da tutelare, sotto il profilo retributivo, tenuto conto anche della contingente crisi internazionale.
Mi sembra importante evidenziare, inoltre, come negli ultimi anni, il sistema degli ammortizzatori sociali in deroga abbia consentito l’estensione delle misure di sostegno del reddito anche a quelle categorie di lavoratori esclusi in ragione della tipologia di contratto di cui sono titolari, dell’appartenenza settoriale dell’azienda di cui sono dipendenti ovvero della dimensione aziendale.
Il Governo, con la legge finanziaria per il 2010, ha confermato la programmazione degli impegni previsti per gli anni 2009-2011, attraverso la proroga di tutti gli strumenti di sostegno al reddito individuati da precedenti provvedimenti normativi, a completamento delle tutele già accordate in forza degli ammortizzatori sociali tradizionali.
In particolare, con riferimento ai collaboratori coordinati e continuativi, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, la legge citata (articolo 2, comma 130), nelle ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro, ha riconosciuto, in via sperimentale, per il biennio 2010-2011, in costanza di specifici requisiti, una somma (liquidata in un’unica soluzione) pari al 30 per cento del reddito percepito nell’anno precedente.
Inoltre, si prevede, in via sperimentale per l’anno 2010, l’estensione della riduzione contributiva (di cui alla legge 223 del 1991) in favore di quei datori di lavoro che assumono soggetti beneficiari dell’indennità di disoccupazione non agricola con requisiti normali, che abbiano almeno cinquanta anni di età; tale misura è altresì prolungata, fino alla data di maturazione del diritto al pensionamento (e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2010), per chi assume lavoratori in mobilità o che beneficiano dell’indennità di disoccupazione non agricola con requisiti normali che abbiano almeno trentacinque anni di anzianità contributiva.
Viene riconosciuto, inoltre, un incentivo in favore di quei datori che: non abbiano effettuato, nei dodici mesi precedenti, riduzione di personale avente la stessa qualifica dei lavoratori da assumere; non abbiano in corso sospensioni per procedure di CIGS; assumano, a tempo pieno e indeterminato, lavoratori destinatari dell’indennità di disoccupazione non agricola con requisiti normali ovvero lavoratori destinatari dell’indennità di disoccupazione, per il settore edile ed affini.
La legge finanziaria per il corrente anno ha, inoltre, previsto interventi volti a semplificare le modalità di accesso nel campo di applicazione degli ammortizzatori sociali di cui alla legge 223 del 1991.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
SEDE REFERENTE:
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 21 aprile 2010.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.25.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 21 aprile 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.
La seduta comincia alle 14.25.
Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-D Governo, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 13 aprile 2010.
Silvano MOFFA, presidente, fa presente, in primo luogo, che – essendosi deciso di differire ad oggi il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge in esame – l’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di ieri, ha dovuto conseguentemente ridefinire l’organizzazione dei lavori della Commissione sul provvedimento in titolo. Avverte, pertanto, che si è unanimemente convenuto di chiedere al Presidente della Camera uno slittamento del termine di inizio della discussione in Assemblea, in modo che esso possa avvenire nella giornata di mercoledì 28 aprile, anziché in quella di lunedì 26 aprile; di conseguenza, si è stabilito di procedere all’esame degli emendamenti esclusivamente nella seduta odierna, affinché le Commissioni competenti in sede consultiva possano esaminare il testo risultante in tempi congrui, tali da consentire la deliberazione sul conferimento del mandato al relatore entro la giornata di martedì 27 aprile.
Sottolinea, peraltro, che la presidenza ha già fatto presente ai gruppi che intende assicurare il rispetto del termine di conclusione dell’esame degli emendamenti, proprio al fine di trasmettere in tempi utili il testo risultante alle Commissioni che dovranno esprimere i pareri di competenza. Per tali ragioni, segnala che la presidenza, alla luce dell’odierna riunione dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha stabilito di adottare – nel seguito dell’esame – principi di economia procedurale, anche prevedendo la votazione dei soli emendamenti sui quali si registrerà il parere favorevole del relatore, intendendo conseguentemente respinti i restanti emendamenti, ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. In ogni caso, fa presente che sarà assicurato un dibattito sul complesso degli emendamenti riferiti a ciascuno degli articoli oggetto dell’esame in Commissione.
Ricorda, infatti, che l’Assemblea, nella seduta di ieri, ha deliberato la limitazione dell’esame parlamentare alle sole parti oggetto del messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica; pertanto, secondo quanto già preannunciato nella precedente seduta, saranno oggi esaminati esclusivamente gli emendamenti riferiti agli articoli 20, 30, 31, 32 e 50.
Comunica, quindi, che sono state presentate numerose proposte emendative riferite al provvedimento in esame (vedi allegato).
In proposito, avverte preliminarmente che la presidenza – alla luce della deliberazione dell’Assemblea in precedenza richiamata – ha ritenuto inammissibili le proposte emendative volte a modificare disposizioni contenute in articoli diversi da quelli richiamati nel messaggio presidenziale: tali proposte emendative, pertanto, non sono state inserite nel fascicolo degli emendamenti in distribuzione e non saranno pubblicate in allegato al resoconto della seduta odierna.
Comunica, altresì, che gli emendamenti presentati sono stati valutati dalla presidenza, in primo luogo, ai sensi dell’articolo 89 del Regolamento, nonché – trattandosi di un provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica – anche ai sensi dell’articolo 123-bis del Regolamento, dovendo conseguentemente ritenersi inammissibili anche le proposte emendative che contrastano con i criteri per l’introduzione di nuove o maggiori spese o minori entrate, come definiti dalla legislazione contabile.
Alla stregua di tali criteri, osserva pertanto che risultano inammissibili: l’emendamento Lo Monte 20.3, il quale – essendo volto a riconoscere il diritto dei soggetti danneggiati a bordo del naviglio di Stato di avanzare pretese risarcitorie nei confronti dello Stato – risulta suscettibile di determinare maggiori oneri non quantificati e non coperti; e l’emendamento Ferranti 30.11, il quale – essendo diretto a sopprimere il capo VII del decreto legislativo n. 276 del 2003 – reca un intervento estraneo rispetto alle materie oggetto del rinvio del Presidente della Repubblica.
Fa notare, peraltro, che – poiché la valutazione di ammissibilità ai sensi dell’articolo 123-bis del Regolamento si è svolta in tempi particolarmente ristretti – resta inteso che la presidenza si rimette, circa il rispetto dei criteri di copertura degli oneri, anche al parere che sarà reso sul provvedimento dalla V Commissione, che potrà eventualmente valutare con maggiore attenzione i profili di carattere finanziario.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, con riferimento all’articolo 20, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Lo Monte 20.2, Damiano 20.4, Delfino 20.5 e Di Stanislao 20.7; invita al ritiro dell’emendamento Cirielli 20.6, avvertendo che, diversamente, il parere deve intendersi contrario; esprime, infine, parere favorevole sull’emendamento 20.1 del Governo.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere conforme a quello del relatore.
Ivano MIGLIOLI (PD) fa notare al relatore che nella sua relazione introduttiva, in riferimento all’articolo 20, aveva manifestato un orientamento diverso da quello espresso nella seduta odierna.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, pur riconoscendo di aver precedentemente espresso un orientamento tendenzialmente favorevole alla soppressione dell’articolo 20, fa presente che il suo emendamento è teso a recepire una precisa indicazione del Governo, volta al mantenimento di tale articolo. Rileva, in ogni caso, che la soluzione prospettata nell’emendamento 20.1 risulta pienamente in linea con le osservazioni contenute nel messaggio del Presidente della Repubblica, che, infatti, lasciavano spazio ad una ipotesi di questo tipo.
Teresio DELFINO (UdC), premesso che il suo gruppo valuterà le proposte emendative del relatore e del Governo alla luce delle indicazioni contenute nel messaggio del Presidente della Repubblica, rileva che, per quanto concerne le questioni poste dal Capo dello Stato con riferimento all’articolo 20, l’emendamento 20.1 del Governo non fornisce risposte soddisfacenti; dichiara pertanto che il suo gruppo insiste per la soppressione dell’intero articolo.
Antonio BOCCUZZI (PD) ritiene che la soppressione dell’articolo 20 – auspicata, peraltro, in precedenti occasioni sia dal relatore sia dal presidente della Commissione – rappresenti l’unica strada da seguire al fine di riconoscere un adeguato risarcimento a coloro che hanno subito danni a causa dell’esposizione all’amianto e di fornire risposta alle sollecitazioni del Presidente della Repubblica. Si augura, pertanto, che il relatore e il Governo possano rivalutare il proprio parere sugli emendamenti presentati dall’opposizione, tendenti alla soppressione di tale articolo.
Cesare DAMIANO (PD), nel ribadire come la sua parte politica avesse accolto favorevolmente l’accenno del relatore ad una possibile soppressione dell’articolo 20, prende atto che la maggioranza ha deciso poi di orientarsi diversamente ed esprime il timore che anche agli altri articoli fatti oggetto del messaggio del Capo dello Stato il relatore ed il Governo intendano apportare soltanto lievi e limitate modifiche.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) chiede chiarimenti al relatore circa la reale portata dell’emendamento 20.1 del Governo, auspicando che esso si limiti ad escludere la responsabilità penale per determinati soggetti.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, fa presente di essere condizionato dalla circostanza che molti dei problemi posti dal Presidente della Repubblica non possono essere risolti dal relatore, in quanto implicano decisioni che non sono in suo potere, a cominciare da quelle inerenti alla copertura finanziaria. Aggiunge che, per quanto riguarda nello specifico l’articolo 20, il Capo dello Stato non ne ha chiesto la soppressione, limitandosi a sollecitare un chiarimento in relazione alla mancata previsione di un diritto del lavoratore al risarcimento del danno nei casi in cui non sia stata rinvenuta una responsabilità penale. A suo avviso, l’emendamento del Governo rappresenta una risposta soddisfacente a dette richieste del Capo dello Stato, in quanto riconosce la possibilità del risarcimento del danno anche in mancanza della responsabilità penale di un soggetto individuato.
Teresa BELLANOVA (PD) osserva che con la proposta di modifica presentata dal Governo si viene ad introdurre una vera e propria deroga a disposizioni del codice penale in favore di determinati soggetti, sulla quale il giudizio del suo gruppo non può che essere fermamente contrario.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, ricorda che una deroga alla disciplina generale era già prevista per il lavoro a bordo delle navi mercantili e degli aeromobili di Stato: non si comprende, pertanto, perché tale deroga non debba valere anche per i mezzi del naviglio di Stato.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che, secondo quanto stabilito nell’ambito dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, porrà in votazione, per l’articolo 20, soltanto l’emendamento 20.1 del Governo – sul quale il relatore ha espresso parere favorevole – e che, in caso di approvazione di quest’ultimo, tutti gli altri emendamenti riferiti al medesimo articolo si intenderanno «tecnicamente» respinti, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
La Commissione respinge l’emendamento 20.1 del Governo.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, essendo stato respinto l’emendamento 20.1 del Governo, si procederà alla votazione degli altri emendamenti riferiti all’articolo 20.
La Commissione respinge gli identici emendamenti Lo Monte 20.2, Damiano 20.4, Delfino 20.5 e Di Stanislao 20.7.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono obiezioni, avverte che l’emendamento Cirielli 20.6, di contenuto parzialmente simile a quello dell’emendamento 20.1 del Governo, è considerato respinto, in modo da consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
Ivano MIGLIOLI (PD), alla luce dell’andamento delle deliberazioni relative all’articolo 20, intende rilevare le difficoltà evidenti di una maggioranza che non è stata nelle condizioni di assicurare i numeri necessari per l’approvazione dell’unico emendamento presentato dal Governo.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, con riferimento all’articolo 30, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Borghesi 30.4 e Damiano 30.9; sugli identici emendamenti Porcino 30.5 e Damiano 30.10; sugli emendamenti Damiano 30.12 e 30.13; sugli identici emendamenti Lo Monte 30.1, Porcino 30.6 e Damiano 30.14; sugli emendamenti Damiano 30.15 e 30.16; sugli identici emendamenti Porcino 30.7 e Damiano 30.17. Raccomanda l’approvazione del suo emendamento 30.2, identico agli emendamenti Delfino 30.3 e Damiano 30.18, sui quali esprime pertanto parere favorevole. Esprime, infine, parere contrario sull’emendamento Damiano 30.19; sugli identici emendamenti Porcino 30.8 e Damiano 30.20; e sugli emendamenti Damiano 30.21, 30.22 e 30.23.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere conforme a quello del relatore.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono richieste di intervento sul complesso degli emendamenti riferiti all’articolo 30, avverte che porrà in votazione soltanto gli identici emendamenti 30.2 del relatore, Delfino 30.3 e Damiano 30.18, sui quali il relatore ha espresso parere favorevole, e che, in caso di loro approvazione, tutti gli altri emendamenti riferiti al medesimo articolo si intenderanno «tecnicamente» respinti, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
La Commissione approva gli identici emendamenti 30.2 del relatore, Delfino 30.3 e Damiano 30.18.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce dell’approvazione degli identici emendamenti 30.2 del relatore, Delfino 30.3 e Damiano 30.18, si intendono respinti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 30, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, con riferimento all’articolo 31, esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 31.29, 31.30 e 31.31; sugli identici emendamenti Paladini 31.19 e Damiano 31.22; sugli emendamenti Borghesi 31.20, Damiano 31.33, 31.34, 31.35 e 31.36; sugli identici emendamenti Paladini 31.21 e Damiano 31.37; sugli identici emendamenti Porcino 31.22 e Damiano 31.38. Invita quindi al ritiro dell’emendamento Delfino 31.10, in considerazione dell’analogo emendamento 31.2 del relatore, del quale raccomanda l’approvazione. Parimenti, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 31.3 del relatore. Esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 31.23, Damiano 31.39, 31.40 e 31.41. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 31.4 del relatore. Esprime parere contrario sugli identici emendamenti Lo Monte 31.1 e Damiano 31.42; sugli emendamenti Paladini 31.24 e Damiano 31.43. Invita al ritiro degli emendamenti Delfino 31.12 e 31.11, in considerazione dell’emendamento 31.5 del relatore, che affronta lo stesso problema e del quale raccomanda l’approvazione. Raccomanda parimenti l’approvazione dell’emendamento 31.6 del relatore. Esprime parere contrario sull’emendamento Damiano 31.44 ed invita al ritiro dell’emendamento Delfino 31.13, avvertendo che, diversamente, il parere deve intendersi contrario. Esprime parere contrario sugli identici emendamenti Porcino 31.25 e Damiano 31.45; sugli identici emendamenti Borghesi 31.26 e Damiano 31.46; sugli emendamenti Damiano 31.47 e 31.48. Invita al ritiro dell’emendamento Delfino 31.15, in considerazione dell’emendamento del relatore sulla medesima materia. Parimenti, invita al ritiro degli emendamenti Delfino 31.16 e 31.14. Esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 31.49 e Paladini 31.27. Esprime parere favorevole sull’emendamento Fedriga 31.9, precisando che, in caso di sua approvazione, il relatore ritirerebbe il proprio emendamento 31.7. Esprime parere contrario sugli identici emendamenti Delfino 31.17 e Damiano 31.50. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 31.8 del relatore. Invita al ritiro degli emendamenti Delfino 31.18 e Damiano 31.51, avvertendo che, diversamente, il parere sugli stessi deve intendersi contrario. Esprime, infine, parere contrario sull’emendamento Damiano 31.52; sugli identici emendamenti Porcino 31.28 e Damiano 31.53; e sugli emendamenti Damiano 31.54, 31.55, 31.56, 31.57, 31.58 e 31.59.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere conforme a quello del relatore, sottolineando l’opportunità di approvare l’emendamento Fedriga 31.9, la cui formulazione appare più completa di quella di cui all’emendamento 31.7 del relatore.
Teresio DELFINO (UdC) prende atto della disponibilità di relatore e rappresentante del Governo nel recepire, in relazione all’articolo 31, molti degli spunti emersi nel corso del confronto con le parti sociali, a seguito del messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica. Fa notare, peraltro, che numerose delle proposte emendative sulle quali si registra il parere favorevole del relatore sono simili o pressoché identiche a quelle presentate dal suo gruppo.
Maria Grazia GATTI (PD) ritiene che le proposte emendative della maggioranza riferite all’articolo 31 non siano in grado di recepire adeguatamente le osservazioni del Presidente della Repubblica, non rispondendo né all’esigenza di verificare l’effettiva volontarietà del lavoratore in caso di ricorso alle clausole compromissorie, né alla necessità di circoscrivere i limiti del giudizio di equità dell’arbitro e di limitare l’intervento sostitutivo del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in materie, che, a suo avviso, dovrebbero essere disciplinate dalle parti sociali.
In particolare, con riferimento all’emendamento Fedriga 31.9, sul quale il relatore ha espresso parere favorevole, fa notare che esso – ammettendo le richiamate clausole compromissorie dopo il periodo di prova o decorso un termine di trenta giorni dalla stipula del contratto di lavoro – sembra ignorare la rilevante eterogeneità delle fattispecie contrattuali presenti nell’attuale mercato del lavoro, che risultano prevalentemente di tipo atipico e flessibile.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che porrà in votazione soltanto gli emendamenti, riferiti all’articolo 31, sui quali il relatore ha espresso parere favorevole, e che, in caso di loro approvazione, tutti gli altri emendamenti riferiti al medesimo articolo si intenderanno «tecnicamente» respinti, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti del relatore 31.2, 31,3, 31.5, 31.6; approva quindi, con distinte votazioni, l’emendamento Fedriga 31.9 e l’emendamento 31.8 del relatore.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce dell’avvenuta approvazione degli emendamenti riferiti all’articolo 31 sui quali il relatore ha espresso parere favorevole, si intendono respinti tutti i restanti emendamenti riferiti al medesimo articolo, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, con riferimento all’articolo 32, raccomanda l’approvazione del proprio emendamento 32.2, invitando i presentatori al ritiro di tutti gli altri emendamenti soppressivi dell’articolo medesimo. Esprime, quindi, parere contrario sulle restanti proposte emendative presentate.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere conforme a quello del relatore.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), in considerazione dei pareri espressi sugli emendamenti riferiti all’articolo 32, ritira il proprio emendamento 32.4.
Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per illustrare l’emendamento Damiano 32.24, esprime perplessità per la valutazione negativa testé espressa dal relatore, tenendo conto che al Senato il Governo ha unanimemente accolto un ordine del giorno del tutto affine, quanto al merito, alla proposta emendativa presentata.
Gaetano PORCINO (IdV) sottolinea l’opportunità di approvare l’emendamento Evangelisti 32.3, di cui è cofirmatario.
Giuseppe BERRETTA (PD), intervenendo per illustrare l’emendamento Damiano 32.8, di cui è cofirmatario, ritiene che si tratti di una proposta coerente con i contenuti del messaggio del Presidente della Repubblica, con le posizioni delle parti sociali e della stessa CISL, come emerso nella recente audizione informale svolta. A suo avviso, in caso di mantenimento del comma 2 dell’articolo 32 resta, infatti, confermato il regime di repentina decadenza anche nei casi di licenziamento orale.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che porrà in votazione soltanto l’emendamento 32.2 del relatore e che, in caso di sua approvazione, tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 32 si intenderanno «tecnicamente» respinti, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
La Commissione approva, quindi, l’emendamento del relatore 32.2.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce dell’avvenuta approvazione dell’emendamento 32.2 del relatore, si intendono respinti tutti i restanti emendamenti riferiti al medesimo articolo, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, con riferimento all’articolo 50, esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5, esprimendo invece parere contrario su tutti gli altri emendamenti presentati.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere conforme a quello del relatore, con l’eccezione degli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5, sui quali si rimette alla Commissione.
Luigi BOBBA (PD), cofirmatario dell’emendamento Damiano 50.8, si domanda se esso non possa, di fatto, considerarsi in linea con gli emendamenti sui quali il relatore ha espresso parere favorevole, ove si rinunciasse all’inciso relativo al «tempo pieno».
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, fa presente che l’emendamento Damiano interviene sulla tipologia del contratto, mentre gli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5 si preoccupano di inserire un’ulteriore condizione tra quelle alle quali sottoporre l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 50.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) osserva che, in ogni caso, l’obiettivo che si pone l’emendamento Damiano 50.8 appare analogo a quello degli emendamenti sui quali il relatore ha espresso parere favorevole.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che porrà in votazione soltanto gli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5, sui quali il relatore ha espresso parere favorevole, e che, in caso di loro approvazione, tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 50 si intenderanno «tecnicamente» respinti, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
La Commissione approva, quindi, gli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce dell’avvenuta approvazione degli identici emendamenti Antonino Foti 50.1, Fedriga 50.3 e Delfino 50.5, si intendono respinti tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 50, al fine di consentirne la ripresentazione all’Assemblea.
Avverte, pertanto, che – essendosi così concluso l’esame degli emendamenti presentati – il testo risultante dall’approvazione degli stessi sarà inviato alle competenti Commissioni parlamentari, per l’espressione del prescritto parere.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Sull’ordine dei lavori.
Teresio DELFINO (UdC) esprime perplessità per il grave ritardo con cui il Governo ha fornito gli elementi necessari al prosieguo dell’esame del testo unificato delle proposte di legge per l’adozione di norme in favore di lavoratori che assistono familiari gravemente disabili. Auspica pertanto che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali eserciti la necessaria pressione sul dicastero dell’economia e delle finanze, in vista della trasmissione della relazione tecnica alla Commissione Bilancio.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI concorda con le considerazioni dell’onorevole Delfino, auspicando un sollecito invio della relazione tecnica alla V Commissione.
La seduta termina alle 15.25.