Negli ultimi incontri con i sindacati, la Fibercop – azienda nata dalla sciagurata cessione di ramo della rete di Tim – ha comunicato di non voler dare più seguito all’accordo sindacale sullo smart working finora applicato, un accordo di grande flessibilità che prevede circa il 60% di giornate smartabili. Così, in una nota, la Cgil e la Slc Cgil di Roma e del Lazio.
Da giugno, spiega la nota, l’azienda ha comunicato il rientro in sede per 4 giorni alla settimana e la cessazione del lavoro full remote per quelle lavoratrici e lavoratori affetti da gravi patologie che non consentono loro di recarsi fisicamente a lavoro. “Riteniamo questa una decisione grave e decisamente antistorica, in evidente controtendenza con le migliori pratiche in essere nel mondo del lavoro, a partire dal Protocollo Principi e Linee guida per il nuovo lavoro agile nella filiera delle telecomunicazioni, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dall’associazione di categoria a cui anche la stessa Fibercop aderisce”.
Ma soprattutto, insistono i due sindacati, questa decisione non recepisce in alcun modo lo spirito dell’Accordo Quadro sullo smart working tra il Commissario Straordinario per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025, la Regione Lazio, la Città Metropolitana di Roma e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e datoriali. “Accordo – precisano – con il quale si è provato a dare una risposta concreta alle difficoltà delle cittadine e dei cittadini in un periodo in cui la città di Roma è fortemente sotto stress per gli innumerevoli eventi, a partire proprio dal Giubileo. Siamo fortemente contrari a questa decisione”.
Le ricadute sulla viabilità della città di Roma saranno pesanti, segnalano la Cgil e la Slc Cgil di Roma e del Lazio – “La sola Fibercop conta nella Capitale circa 3mila dipendenti impattati da questa scelta: un numero importante -, così come il clima aziendale, “con la forza lavoro che ha subito negli ultimi anni una cessione d’azienda, il mancato rinnovo del Ccnl scaduto ormai da due anni e mezzo e quindi una perdita di salario importante, aggravata ora ancora di più da questa scelta che costringerà migliaia di lavoratori a utilizzare il proprio mezzo per raggiungere la sede di lavoro, con il conseguente aggravio di costi”.
“In questi giorni siamo in assemblea con i lavoratori per definire una serie di azioni da mettere in campo, e abbiamo già aperto le procedure di raffreddamento per arrivare all’indizione di uno sciopero. Richiamiamo l’attenzione delle istituzioni locali affinché si intervenga per far ragionare l’azienda”, conclude la nota.