Reclama maggior trasparenza da parte dell’azienda sui casi Covid la Filt Cgil, che ha indetto per oggi uno sciopero allo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte. Quattro i casi di Coronavirus tra i 1.200 dipendenti dello stabilimento, riferisce il sindacato.
“Abbiamo chiesto all’azienda di dirci quali sono i reparti e i turni coinvolti, ma questi dati non sono stati forniti. Riteniamo che ci sia poca trasparenza da parte dell’azienda cosa che non contribuisce a tranquillizzare le persone”, ha detto Simona Cavaglià della Filt Cgil.
“Nel silenzio assordante delle istituzioni e del prefetto al quale abbiamo ripetutamente segnalato i pericoli per la salute dei lavoratori di Amazon, ci si continua ad ammalare di Covid 19
In Amazon si vende di tutto e i ritmi di lavoro all’interno dei magazzini e tra i corrieri sono forsennati. Se queste sono le premesse alle riaperture delle attività, in Piemonte i contagi non potranno che aumentare”, ha messo in guardia Teresa Bovino, segretaria generale della Filt Cgil di Torino.
Nello stabilimento di Torrazza Piemonte “ufficialmente ci sono 4 casi, il primo a inizio marzo, poi gli altri qualche settimana dopo.- ha spiegato Cavaglià – Tranne il primo sono tutti casi che secondo l’azienda si sono verificati dopo che le persone erano a casa da un po’. Abbiamo chiesto di capire come mai, ma non abbiamo avuto risposta. Sappiamo anche di un probabile caso di una ditta esterna, che si occupa di pulizie e manutenzione nello stabilimento”.
“L’azienda ha provveduto a inizio marzo l’attuazione del protocollo condiviso con sindacati, per quanto riguarda le protezioni e ha creato un comitato in cui sono stati condivisi una serie di passaggi e misure da prendere, come mascherine, gel, sanificazione e temperatura da prendere all’ingresso. Questo è stato fatto è vero, a nostro avviso, un po’ in ritardo”, ha concluso la sindacalista.
TN