I numeri della strage silenziosa sul lavoro nel Lazio continuano a crescere. Nel 2024 si sono registrate 41.413 denunce di infortunio (16.449 donne e 29.640 uomini), 5.944 malattie professionali riconosciute (1.527 donne e 4.417 uomini) e 107 morti sul lavoro (11 donne e 96 uomini). Il 2025 non è iniziato meglio: al 31 marzo, gli infortuni già segnalati sono 10.244, mentre i decessi sul lavoro sono stati 15, con un incremento drammatico del 150% solo nel mese di marzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La stragrande maggioranza degli infortuni mortali, degli incidenti e delle malattie professionali, avvengono inoltre nelle piccole aziende della filiera del subappalto, mentre le grandi impese hanno indici bassissimi, se non zero di infortuni.
“Il quadro è chiaro, basterebbe volerlo vedere, come in un quadro impressionista basterebbe solo avvicinarsi al territorio e guardare dentro le aziende e dentro i numeri”, ha dichiarato Fabrizio Potetti, segretario della Cgil di Roma e Lazio, presentando la nuova associazione “Insieme per la giustizia” nel corso dell’iniziativa pubblica ospitata stamattina nella sede dell’Inail.
L’associazione nasce dall’impegno delle categorie e dei servizi (CAAF, INCA, UVL) della Cgil per accompagnare chi ha subito danni o ha perso un familiare sul lavoro, offrendo sostegno legale, psicologico e amministrativo. La Cgil lavorerà insieme all’associazione su alcuni obiettivi fondamentali: l’inasprimento delle pene fino all’istituzione del reato di omicidio sul lavoro, l’istituzione di una Procura speciale per la sicurezza sul lavoro, il riconoscimento del permesso di soggiorno per gravi esigenze ai lavoratori stranieri che hanno subito danni sul lavoro, l’estensione delle tutele previste per i figli e i parenti stretti delle vittime di mafia anche alle vittime sul lavoro, la modifica delle norme assurde, introdotte in questi anni, che prevedono controlli annunciati dall’ispettorato alle imprese e subappalti senza limiti.
“Troppo spesso – ha aggiunto Potetti – la parte peggiore del sistema imprenditoriale lucra sull’assenza di regole e controlli. Le pene sono brevi, i processi lunghi, e la prescrizione quasi certa. Così si favorisce l’illegalità”, ha denunciato il sindacalista. Un esempio recente: la Cgil di Roma Nord Civitavecchia Viterbo è riuscita a far riconoscere l’indennizzo INAIL per Messaoudi Naceur, bracciante di origine tunisina, morto il 19 luglio 2023, mentre lavorava in condizioni estreme e irregolari nei campi di Montalto di Castro. “Dietro ogni incidente c’è un essere umano – ha concluso Potetti – e quando si spengono i riflettori e le famiglie rimangono sole, la Cgil e l’Associazione saranno al loro fianco. Per dare sostegno, memoria e giustizia. E per far sì che il Paese intero non distolga lo sguardo, ma discuta e si mobiliti per cambiare finalmente le cose”.
A sua volta il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, concludendo l’iniziativa, ha sottolineato che ‘Insieme per la Giustizia’ “unisce due parole che sono il simbolo della nostra organizzazione: stare insieme per ottenere giustizia. È quello che fanno ogni giorno lavoratrici, lavoratori, famiglie, esperti, cittadine e cittadini che si battono per la sicurezza, per la dignità e per cambiare questo Paese. La nascita di questa associazione rappresenta dunque un passo strategico e simbolico, non solo per la Cgil ma per tutta la società civile”.
“Siamo a cinque giorni da un referendum che può cambiare la storia – ha poi ribadito Di Cola-. Non abbiamo scelto questa data per caso: per noi ogni giorno è prezioso. Lanciare oggi questa associazione significa non voler perdere nemmeno un’ora nella battaglia per la giustizia sociale e per la sicurezza sul lavoro. Siamo vicini a chi ha perso un figlio, un marito, un fratello. Non solo nei processi, ma anche nel dolore. La voce delle madri e delle mogli spesso arriva dove quella di un sindacalista non riesce. È anche grazie a loro se questa battaglia può diventare davvero di tutti”. “La politica deve fare la sua parte – ha aggiunto – ma non basta. Serve una rivoluzione culturale. Serve che il mondo delle imprese smetta di girarsi dall’altra parte, di rincorrere il profitto sacrificando la vita e la salute delle persone. La Cgil c’è sempre. Anche quando si spengono le luci. Il lavoro che facciamo ogni giorno, nei tribunali, nei cantieri, con le famiglie, è silenzioso ma determinato. L’8 e il 9 giugno andiamo a votare, poi magari andremo anche al mare, ma prima dobbiamo fare la nostra parte per salvare centinaia di vite e cambiare il futuro del Paese – ha concluso”.