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Home - Newsletter - Newsletter – 18 gennaio 2019

Newsletter – 18 gennaio 2019

18 Gennaio 2019
in Newsletter

L’Aran ha ultimato i conteggi sulla rappresentatività dei sindacati del pubblico impiego destando notevole scalpore. I dati, pubblicati oggi  in anteprima da Il diario del lavoro, mostrano infatti alcune inversioni di tendenza significative. La maggiore riguarda la scuola, perché la Cisl per la prima volta ha superato la Cgil, diventando così il primo sindacato del comparto. Le tessere della Cisl sono sempre state più numerose di quelle della Cgil, ma questo sindacato negli ultimi venti anni ha sempre potuto contare su una importante massa di voti alle elezioni delle Rsu e quando si mixavano le due indicazioni la Cgil diventava il primo sindacato. Ma stavolta la Cgil nel comparto “Istruzione e ricerca” ha perso quasi 20mila voti, la Cisl al contrario ha avuto 23mila voti in più, per cui c’è stato il sorpasso.

Ma questo è solo uno dei dati importanti rilevati dall’Aran, perché c’è da rimarcare la performance della Uil, che ha guadagnato quasi in tutti i settori, anche in proporzioni notevoli, mentre Cisl e Uil hanno ceduto un po’ ovunque, tranne che nella scuola per quanto si riferisce alla Cisl. Caso simbolo la sanità, dove la Cgil perde 5mila voti, la Cisl altri 4mila mentre la Uil ne guadagna 5mila. Forte anche il calo della Cgil nelle “Funzioni locali”, gli enti locali, dove storicamente è sempre stata molto forte, mentre in questa tornata elettorale ha perso 14mila voti.

I dati in assoluto in realtà andrebbero presi con molta cautela, perché la platea di riferimento in questi anni è calata in maniera non indifferente e quindi potrebbero non essere così significativi. Ma il calo è comunque molto sensibile anche solo nelle percentuali di riferimento e mostra una evidente difficoltà dei due maggiori sindacati in quel pubblico impiego che è sempre stato il loro bacino di riferimento, il settore dove mietevano risultati lusinghieri, la loro vera roccaforte.

Hanno evidentemente concorso vari motivi per arrivare a questi risultati. Ha pesato certamente il blocco lungo sette anni della contrattazione per i pubblici dipendenti.  Il rancore accumulato da questi si è alla fine riversato contro i sindacati che non sono stati in grado di reagire o comunque sono stati sentiti in tal modo. Come hanno pesato le riforme della pubblica amministrazione che si sono succedute e che non sono piaciute ai lavoratori dipendenti, che si sono trovati soli, o almeno così hanno pensato di essere. In realtà, la Cgil, ma anche, sia pure in maniera minore, la Cisl, hanno reagito contro i governi che hanno bloccato i contratti pubblici e che hanno attuato le riforme invise ai lavoratori, dalla Buona Scuola in avanti. Hanno reagito, è vero, hanno protestato, ma i lavoratori evidentemente non hanno creduto fino in fondo a queste proteste, hanno dato più peso al fatto che alla fine i sindacati hanno finito per accettare sia il blocco che le riforme, portando al dato che oggi ci troviamo a commentare.

Diverso il caso della Uil, che si deve credere è vista dai lavoratori meno legata ai partiti, più defilata, quindi meno corresponsabile di quanto accaduto. Si deve quindi credere che il protagonismo politico della Cgil e in parte della Cisl non abbiano pagato in maniera sufficiente.

Ha pesato alla lunga anche il blocco dei salari che sta caratterizzando tutto il mondo del lavoro dipendente. Operai e impiegati guadagnano sempre meno, si stanno impoverendo sempre più, come tutti gli istituti di analisi internazionale si affannano a documentare, e alla fine tutto questo non poteva non riversarsi negativamente sui sindacati.

Detto ciò,  c’è da dire che i sindacati, anche nel pubblico impiego, soprattutto nel pubblico impiego, restano forti e rappresentativi. La loro rappresentatività è indubbia, ma è suonato un campanello di allarme importante, che non deve essere ignorato dai vertici sindacali. Le responsabilità su quanto è successo possono essere discusse, ma sarebbe davvero pericoloso se non si prendessero dei provvedimenti per rispondere a queste indicazioni che vengono dal tesseramento e dalle elezioni delle Rsu in questo comparto fondamentale del lavoro dipendente.

Quali siano queste misure da prendere è difficile dirlo, qui deve valere la forza e la capacità di responsabilizzarsi proprie della democrazia rappresentativa. Ma una reazione deve esserci per rispondere in qualche modo al malessere denunciato. I sindacati sono da tempo sotto attacco, è noto, la loro denigrazione è diventato uno sport nazionale altamente praticato, ma proprio per questo la reazione deve essere forte. Del resto, i sindacati non sono inermi, se la concertazione è finita resta sempre la contrattazione, la loro arma migliore, quella che dà forza alle confederazioni e rafforza il rapporto con i lavoratori. Assieme si vince, è noto.

(Massimo Mascini)

 

Contrattazione

Questa settimana è stata raggiunta l’intesa per la reindustrializzazione dello stabilimento Whirlpool di Teverola, in provincia di Caserta. Nell’accordo sono previsti anche incentivi all’esodo volontario. Nel comparto dell’elettronica è stato rinnovato tra Abb Spa e Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil il contratto aziendale. Il documento prevede un aumento a regime di 620 euro per i 5mila addetti, con la possibilità di convertire il premio in welfare. Inoltre saranno erogati 170 euro in flexible benefit. Rafforzato inoltre il welfare aziendale e la formazione. Nel comparto occhiali e occhialeria è stata approvata la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale, che interessa 18mila lavoratori. I sindacati di categoria, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, chiedono un aumento medio di 115 euro e sul fronte del welfare un innalzamento dei contributi aziendali per sanità e previdenza integrativa. Nel campo delle normative, le organizzazioni sindacali puntano al miglioramento delle relazioni industriali, con orientamento all’informazione e alla partecipazione, nonché alla responsabilità sociale dell’impresa

 

Verso il congresso della Cgil

Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, fa il punto sull’imminente congresso nazionale della Confederazione. Per Ghiselli, il lavoro e le decisioni che il sindacato è chiamato a prendere e portare avanti non potranno esaurirsi con il congresso, sia a causa del peggioramento dello scenario politico-sociale, sia perché lo stesso documento congressuale lascia margini per un’ulteriore riflessione.

Gaetano Sateriale, responsabile del Piano del Lavoro della Cgil, lancia un (ultimo) appello per l’unità della confederazione. Tra una settimana, scrive Sateriale, “metà gruppo dirigente della Cgil tornerà dal congresso pensando di aver vinto, l’altra metà che potrà vincere alla prossima occasione. Invece, non avere una Cgil unita e rinnovata sarà una sconfitta per tutti. Non abbiamo bisogno di separazioni né personali né politiche, ma di ricomporre il pluralismo in una strategia unitaria di rinnovamento del sindacato”.

Analisi

Giannino Padovan analizza la situazione salariale in Italia. Per Padovan la sola possibilità per accrescere i consumi e sostenere l’economia è l’aumento dei salari netti sui redditi da lavoro. Fino ad ora questa scelta ha trovato pochi sostenitori, con il pretesto che non sarebbe sostenibile nelle imprese a minore produttività. Ma è ancora possibile voltare pagina e cambiare strategia.

Walter Galbusera espone i due punti che, a suo avviso, il sindacato confederale dovrebbe attuare per una strategia del cambiamento. Da un lato, è necessario ribaltare la “piramide contrattuale”, affermando come asse prioritario il livello territoriale o aziendale. Dall’altra la riforma della governance, con regole che portino a unità e partecipazione.

Alessandra Servidori anticipa i contenuti dell’importante audizione che si terrà la prossima settimana a Bruxelles, e che avrà come tema centrale i fondi Ue per la difesa delle donne vittime di violenza.

La nota

Il direttore del Diario del lavoro, Massimo Mascini, analizza i dati dell’Aran sulla rappresentanza dei sindacati nel pubblico impiego, che il Diario del Lavoro ha pubblicato oggi  in anteprima. La Uil tiene bene ovunque e la Cisl si conferma il primo sindacato nella scuola. Nel complesso, si nota il calo della Cgil e del sindacato guidato dalla Furlan.

Tommaso Nutarelli ha seguito il seminario “Il futuro della contrattazione in Italia”, realizzato da Fai-Cisl e Adapt, nel quale sono stati analizzati i punti principali delle relazioni industriali nel comparto agroalimentare e, in generale, nel mercato del lavoro.

Ancora Nutarelli ha seguito la presentazione del Primo Rapporto sulla contrattazione di secondo livello promosso dalla Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio.

 

 I blog del Diario

Emanuele Ghiani ironizza sull’ennesima vicissitudine degli automobilisti romani alle prese con le buche. Uno di questi ha vinto il ricorso contro il Comune capitolino, ma per il Campidoglio il compito di evitarle resta degli automobilisti. La stessa raccomandazione data dal personaggio di Antonio Albanese, Cetto La Qualunque, ai suoi elettori.

Giuliano Cazzola commenta il decretone approvato ieri dal governo su reddito e pensioni, sottolineando l’imbarazzo che queste misure causano all’opposizione e agli stessi sindacati, chiamati a misurarsi con la demagogia del governo.

Aldo Amoretti passa in rassegna gli ultimi interventi in materia di politiche social, sottolineandone le molte lacune, e ribandendo come queste, assieme alla mancanza di un percorso serio per affrontare il problema della produttività, dell’efficienza e delle ruberie nel pubblico e nel privato, siano alla base della debolezza del paese e della sua ininfluenza nello scenario europeo.

 

Il guardiano del faro

Marco Cianca ci parla dello show che si è svolto intorno all’arresto di Cesare Battisti. Per Cianca, accanto alla mancanza di stile dell’esecutivo, che ha esibito il terrorista rosso come un trofeo, il pericolo più grave è che il buio della ragione stia inghiottendo anche la cultura giuridica: “La giustizia si confonde con la vendetta, la volontà punitiva scaccia ogni intento rieducativo, la pena deve essere solo afflittiva”.

Diario della crisi

Nel settore dell’automotive, la Fiom-Cgil ha lanciato l’allarme sulla situazione dei dipendenti di Industria Italiana Autobus e Blutec che non stanno più ricevendo il salario. Il sindacato chiede un tempestivo intervento del Governo per risolvere la situazione. Nel comparto chimico, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno sottolineato il rischio chiusura per lo stabilimento della Treofan di Battipaglia, in provincia di Salerno. I sindacati hanno indetto una manifestazione per il 19 gennaio. A Roma, la difficile situazione dell’Ama, ha spinto Fp-Cgil, Fit-Cisl e Fiadel di Roma e Lazio ad annunciare lo stato di agitazione dei lavoratori della municipalizzata.

 

Documentazione

Questa settimana è possibile consultare il testo del decreto legge su reddito di cittadinanza e quota e 100, la nota del Centro Studi di Confindustria sulla Brexit e il Primo Rapporto sulla contrattazione di secondo livello promosso dalla Cgil.

redazione

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