Con 170 voti favorevoli, 30 contrari e 40 astenuti il Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega di riforma del codice degli appalti pubblici, recante deleghe al governo per l’attuazione delle tre direttive europee in ordine all’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure di appalto agli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonchè di riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, forniture e servizi. Hanno espresso voto favorevole Pd, Autonomie, Ap, Ala, Fi. Contrari M5S, astenuti Sel, Cor, Lega Nord. Il senatore Ciro Falanga (Ala) ha votato in dissenso dal gruppo.
Secondo Cor le modifiche apportate al provvedimento nel suo passaggio alla Camera, e confermate dal Senato in terza lettura, creano problemi di alterazione della concorrenza e dilatano oltremisura il ruolo dell’Anac; Lega Nord non condivide la reintroduzione del contratto integrato e indica la necessità di garantire finanziamenti e tempi certi per le opere strategiche; Sel ha posto l’accento in particolare sulla clausola sociale, che non può essere indebolita dal principio della concorrenza.
Movimento 5 Stelle infine considera peggiorativo il testo dopo il passaggio alla Camera con le modifiche apportate, soprattutto in tema di controlli e per la minore trasparenza garantita al processo di assegnazione e di verifica e controllo degli appalti.
“La Cisl esprime apprezzamento per l’approvazione definitiva, ormai divenuta una necessità assoluta per il nostro Paese”, ha commentato il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, che ha aggiunto: “la riduzione delle Stazioni appaltanti, la loro maggiore qualificazione, la stretta sulle varianti, l’assegnazione prevalente delle gare tramite l’offerta economicamente più vantaggiosa e maggiori poteri di controllo affidati all’Anac sono elementi introdotti dalla riforma che noi abbiamo sostenuto e che fanno ben sperare per un cambio di rotta negli appalti”. “Ora la nostra attenzione – ha sottolineato Sbarra – è ai decreti attuativi che dovranno mettere in pratica le linee tracciate dalla nuova normativa. Il sindacato continuerà a fare la sua parte affinché gli elementi qualificanti di un cambiamento effettivo in questo settore divengano veramente efficaci”.
Le clausole sociali nei cambi di appalto dei call center, contenute nella riforma appena varata, costituiscono lo strumento più apprezzabile della normativa, secondo il segretario generale Slc Cgil, Massimo Cestaro, che si è così espresso: “Questa norma, oggi approvata in via definitiva, prevede la prosecuzione dei rapporti di lavoro già esistenti in caso di successione di imprese negli appalti con il medesimo committente e la protezione dei trattamenti economici e normativi contenuti nei contratti collettivi”.
“È una giornata storica per le lavoratrici e i lavoratori del settore customer – ha aggiunto Cestaro -, che vedono finalmente tutelata la loro continuità occupazionale. Un risultato importante, che è stato possibile raggiungere anche grazie all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno sostenuto questa battaglia con mobilitazioni durante tutto l’iter parlamentare, oltre che dei 18mila cittadini che hanno firmato la petizione su change.org a sostegno della clausola sociale”.
“Con l’approvazione definitiva di questa norma il Parlamento ha finalmente riportato l’Italia in linea con il resto dell’Europa, dimostrando di voler fare passi avanti per riequilibrare un sistema illogico e costoso per la collettività e i lavoratori. Slc Cgil plaude all’esito positivo del voto e auspica che questo sia l’inizio di una maggiore disponibilità delle Istituzioni ad affrontare la necessaria fase di riordino complessivo del settore dei call center. Da settimane ormai Slc Cgil sottolinea l’incongruenza della discussione parlamentare di questa norma con l’assegnazione degli appalti di Poste Italiane e Enel, aziende pubbliche, sotto il costo del lavoro”, ha concluso.
“Una conquista storica per i lavoratori dei call center”: così, infine, il segretario generale dell’Ugl Telecomunicazioni, Fabrizio Tosini, ha commentato l’approvazione in via definitiva da parte del Senato della clausola sociale di salvaguardia occupazionale in caso di cambi d’appalto.
“Dopo anni di battaglie e di mobilitazioni – prosegue il sindacalista –, lavoratrici e lavoratori dei call center potranno essere tutelati senza essere vittime di gare al massimo ribasso nelle quali si lucra sul lavoro considerandolo un mero costo da abbattere. Ci auguriamo dunque che il governo – ha aggiunto Tosini – proceda nei tempi previsti all’adozione dei decreti attuativi”.
“Intanto – ha concluso -, la nostra battaglia prosegue per raggiungere un altro importante traguardo: l’applicazione concreta dell’art. 24bis della legge 134 del 2012 contro le delocalizzazioni selvagge, puntualmente disatteso dai committenti, che non vengono puniti come prevede la normativa”.