• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
giovedì, 15 Maggio 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

    Niente sesso, siamo studenti

    Niente sesso, siamo studenti

    MEGA vs MAGA: un nazionalismo europeo contro il populismo americano

    MEGA vs MAGA: un nazionalismo europeo contro il populismo americano

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Audiovisivo, il triello del Tax Credit in scena ai David di Donatello: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi

    Audiovisivo, il triello del Tax Credit in scena ai David di Donatello: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi

    Eni-Versalis, Cgil e Filctem: si sta commettendo un delitto industriale e il governo ne è complice

    Eni-Versalis, Cgil e Filctem: si sta commettendo un delitto industriale e il governo ne è complice

    Ex-Ilva, nuove tutele per ArcelorMittal

    Ex Ilva, l’ennesimo pasticcio: dall’incendio alla Cig, cosa è successo a Taranto

    Menarini-ex IIA, Boschini (Fim-Cisl): cauto ottimismo sul buon esito dell’operazione Civitillo, ma vigiliamo sulla coerenza tra parole e fatti

    Menarinibus, Boschini (Fim-Cisl): l’azienda sta rispettando il piano industriale, ma occorre fare attenzione all’occupazione e all’ingresso del partner cinese

    Agricoltura, la denuncia dei sindacati: noi discriminati nel comitato di monitoraggio Pac

    Il sindacato alla sbarra: un processo per amor di polemica

    Rinnovato l’accordo economico collettivo

    Partecipazione, qualcosa di nuovo, anzi d’antico

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    La congiuntura Confcommercio – Maggio 2025

    La memoria della Cgil sulla vertenza Eni-Versalis

    Rinnovato il contratto dell’autotrasporto e della logistica

    Logistica e trasporto merci, sottoscritta intesa tra Cna Roma e sindacati

    Intesa Sanpaolo, raggiunto l’accordo: premi da 1.150 a 2.950 euro per i 70.000 lavoratori

    Intesa Sanpaolo, nasce il fondo pensione unico

    Inapp, XXIV rapporto sulla formazione continua

    Il verbale di accordo per il rinnovo del contratto del cemento 2025-2027

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    La questione salariale, di Andrea Garnero e Roberto Mania. Editore Egea

    La questione salariale, di Andrea Garnero e Roberto Mania. Editore Egea

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

    Niente sesso, siamo studenti

    Niente sesso, siamo studenti

    MEGA vs MAGA: un nazionalismo europeo contro il populismo americano

    MEGA vs MAGA: un nazionalismo europeo contro il populismo americano

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Audiovisivo, il triello del Tax Credit in scena ai David di Donatello: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi

    Audiovisivo, il triello del Tax Credit in scena ai David di Donatello: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi

    Eni-Versalis, Cgil e Filctem: si sta commettendo un delitto industriale e il governo ne è complice

    Eni-Versalis, Cgil e Filctem: si sta commettendo un delitto industriale e il governo ne è complice

    Ex-Ilva, nuove tutele per ArcelorMittal

    Ex Ilva, l’ennesimo pasticcio: dall’incendio alla Cig, cosa è successo a Taranto

    Menarini-ex IIA, Boschini (Fim-Cisl): cauto ottimismo sul buon esito dell’operazione Civitillo, ma vigiliamo sulla coerenza tra parole e fatti

    Menarinibus, Boschini (Fim-Cisl): l’azienda sta rispettando il piano industriale, ma occorre fare attenzione all’occupazione e all’ingresso del partner cinese

    Agricoltura, la denuncia dei sindacati: noi discriminati nel comitato di monitoraggio Pac

    Il sindacato alla sbarra: un processo per amor di polemica

    Rinnovato l’accordo economico collettivo

    Partecipazione, qualcosa di nuovo, anzi d’antico

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    La congiuntura Confcommercio – Maggio 2025

    La memoria della Cgil sulla vertenza Eni-Versalis

    Rinnovato il contratto dell’autotrasporto e della logistica

    Logistica e trasporto merci, sottoscritta intesa tra Cna Roma e sindacati

    Intesa Sanpaolo, raggiunto l’accordo: premi da 1.150 a 2.950 euro per i 70.000 lavoratori

    Intesa Sanpaolo, nasce il fondo pensione unico

    Inapp, XXIV rapporto sulla formazione continua

    Il verbale di accordo per il rinnovo del contratto del cemento 2025-2027

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    La questione salariale, di Andrea Garnero e Roberto Mania. Editore Egea

    La questione salariale, di Andrea Garnero e Roberto Mania. Editore Egea

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Approfondimenti - Analisi - L’esperienza contrattuale sul versante pubblico

L’esperienza contrattuale sul versante pubblico

18 Luglio 2005
in Analisi

di Guido Fantoni – presidente Aran

Un nuovo patto costitutivo per le relazioni industriali, quale si configura nella proposta formulata all’assemblea di Federmeccanica dal vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, risponde ad una oggettiva necessità sia dell’attuale sistema di relazioni industriali, sia di quello che viene comunemente chiamato il sistema Paese. Al suo centro dovrà esserci la riforma della contrattazione, e su questo terreno sembra altrettanto necessario chiarire che un tale patto deve coinvolgere direttamente il Governo, anche – ma non soltanto – per il suo ruolo di datore di lavoro nei confornti di milioni di dipendenti. Di conseguenza, quando si discute di un nuovo sistema contrattuale è bene ragionare anche in termini di settore pubblico. Si può partire da un giudizio sull’accordo di luglio ’93 in base all’esperienza compiuta sul versante pubblico.

I giudizi, le valutazioni, le proposte di modifica dell’accordo di luglio e, in specifico, sulla struttura contrattuale scontano una visuale tutta incentrata sull’impresa privata. In realtà l’accordo è stato applicato anche nel settore pubblico, e non senza conseguenze positive sul deficit italiano : ricordiamo che la voragine sui conti pubblici a seguito dell’accordo sindacale nella scuola del 1990 portò alla maximanovra di Amato del 1992 e fu concausa non secondaria all’accordo del 1993, che applicato anche al pubblico insieme alla pressoché contemporanea “scesa in campo” dell’Aran aprì una stagione di moderazione sindacale anche fra i dipendenti pubblici. In questo senso, nel settore pubblico, l’accordo di luglio del ‘93, sostanzialmente funzionato.
Le convulsioni degli ultimi tempi sul contratto degli statali sono in realtà più dovute a quanto si sia o meno rispettata la tempistica contrattuale più che ad una crisi del modello.


E’ comunque evidente che una revisione debba essere condotta ed è anche evidente che sarebbe una iattura se si prefigurassero due sistemi di struttura contrattuale per il pubblico e per il privato. Una cosa è tenere conto delle differenze fra i settori, altra cosa dare una ulteriore mano alla tendenza, non più tanto sotterranea, alla nuova separazione fra pubblico e privato. Nel settore pubblico la contrattazione decentrata è diffusa dappertutto. I problemi sono di tenuta e di compatibilità con le esigenze di finanza pubblica ma la diffusione del secondo livello è un dato acquisito.


Per il privato molte sono le domande, non del tutto diverse dal pubblico: che ruolo deve avere il contratto nazionale? Un ruolo di garanzia? Un ruolo più normativo e di definizione del tabellare? E per contrattazione decentrata si intende solo quella aziendale o anche la territoriale? Che cosa intendiamo per produttività? Che tipi di produttività vi sono e a quali livelli sono individuati e  quindi, distribuiti? Anche se può sembrare un sistema complesso, non escludo che il sistema di decentramento possa essere modulato con momenti territoriali ( forse più sull’applicazione di alcuni istituti normativi definiti a livello nazionale ) e momenti aziendali (più sul versante economico). La modularità del sistema potrebbe favorire anche un tendenziale allargamento della contrattazione decentrata ( prima si garantisce un sistema territoriale, poi via via ci si allarga). Il livello territoriale potrebbe anche non essere una vera e propria contrattazione ma, più che altro, una erogazione di “servizi” alla contrattazione, una fase propedeutica. Nel pubblico, forse, avrebbe il pregio di tenere sotto controllo gli eccessivi costi e l’effettiva virtuosità della contrattazione, fornendo nello stesso tempo supporto alla controparte datoriale , eccessivamente carente sul versante contrattuale (con effetti negativi su tutto il sistema). Nel privato sarebbe forse un elemento di garanzia e di tendenziale effettività della contrattazione, limitando le paure e i dubbi sullo spostamento sul secondo livello.


La produttività. Chiariamo un punto: sono apparsi articoli ed è diffusa un’opinione secondo cui nel settore pubblico non sia praticamente possibile misurare produttività o criteri analoghi di miglioramento. Sembrerebbe quasi che si parli del pubblico ma si intenda anche il privato. Parlando del nostro settore deve essere chiaro che le molte amministrazioni pubbliche che erogano servizi( e che sono la maggioranza) possono misurare la “ produttività” e l’efficienza.
Indicatori come il numero di cittadini raggiunti in più da questo o quel servizio, in meno tempo e con maggiore soddisfazione sono possibili. L’abbattimento delle liste di attesa nelle Asl non è un obiettivo poco importante. La semplificazione amministrativa, i tempi per le autorizzazioni sono parametri effettivi. Questa misurazione della produttività può riguardare anche amministrazioni centrali: anni fa, la diminuzione dell’arretrato dell’Inps sui tempi per l’erogazione delle pensioni non fu un fatto marginale.
Possono esistere problemi per i ministeri, certo, in cui minori o assenti sono i servizi direttamente erogati ai cittadini (quindi più facilmente misurabili), ma anche lì si potrebbe fare molto: semplificazione delle procedure, innovazione dei processi e dell’organizzazione, riduzione dei costi di funzionamento della macchina – i costi interni – abnormemente alti rispetto al privato ecc. E poi, sia i media, sia anche molti “esperti” dovrebbero finire di considerare parametro unico di giudizio della P.A. i ministeri che, ricordiamo, impiegano 300.000 dipendenti su 2.900.000 lavoratori pubblici cd “contrattualizzati”.
Anche in un settore storicamente poco disponibile su questo terreno, come i docenti della scuola, è sempre più sentita, anche da parte delle famiglie, una richiesta di strumenti di valutazione.
Insomma, se si può fare nel pubblico…..


Altra questione riguarda invece la cosiddetta “produttività di sistema”. Su questo sono scettico o, almeno, lo sono per il settore privato, caratterizzato comunque dal lato competitivo fra aziende merceologicamente affini. Un po’ diversa è la questione per il pubblico: ritornando alle liste di attesa nelle Asl, spesso la questione si affronta e si risolve al livello regionale. Molti comuni si consorziano per erogare servizi comuni. E’ individuabile una produttività di sistema territoriale e, forse, anche una nazionale o per macroregioni. Certo, deve essere chiaro a tutti che la prima vera modifica della struttura contrattuale è la modifica della struttura retributiva. Governo, Regioni, autonomie locali e, dall’altro versante, i sindacati devono rendersi conto che non vi può essere efficienza e produttività senza consistenti risorse destinate, in modo effettivamente premiante e incentivante, alla retribuzione accessoria.
In questo senso, inoltre, non da oggi, l’Aran lamenta il fatto che la definizione esplicita, in Finanziaria, delle disponibilità per i rinnovi contrattuali limita per la parte datoriale ed disponibilità di un’arma potente nella contrattazione e limita fortemente o annulla qualsiasi politica retributiva incentivante. Se a questo aggiungiamo, come in questo biennio 2004/2005, il ritardo nella contrattazione, qualsiasi ipotesi di destinare risorse non al tabellare o ad incentivazioni “ a pioggia” diventa una pia illusione.


C’è poi un ulteriore punto, a mio avviso, che deve essere posto al centro del dibattito sulla riforma dell’accordo di luglio ’93 e della struttura contrattuale, ossia la questione della rappresentatività sindacale. Nel settore pubblico il sistema di rappresentatività ha dato certezza, trasparenza e solidità a tutto il sistema contrattuale. Ha reso trasparenti i reali rapporti di forza tra le organizzazioni sindacali, ha rafforzato la tenuta dei contratti stipulati: certo, la possibilità di rimessa in discussione o di scavalcamento dei sindacati rappresentativi è sempre possibile – direi, per fortuna (e noi lo sappiamo bene: vedi il cd. “concorsone” dei docenti) – ma almeno si naviga su dati reali. Vorrei ricordare che anche nel settore pubblico, prima del bagno di democrazia delle elezioni sindacali per le Rsu, molti ritenevano che i “sindacati di mestiere” fossero molto più forti di Cgil, Cisl e Uil e molti erano i “corteggiamenti” verso di essi. Dopo, la situazione si è chiarita, e di molto.


Per il settore privato la questione della rappresentatività, ovviamente , dovrebbe avere suoi tempi e sue differenziazioni. Nessun sistema di questa rilevanza può essere applicato in modo automatico e inutilmente rigido: non a caso precedenti tentativi sono falliti. Però una prospettiva di questo tipo è, a mio avviso, non rinviabile, e troverebbe ulteriori motivi di interesse proprio ove si procedesse ad eventuali modifiche della struttura contrattuale. Un decentramento contrattuale deve essere accompagnato da un sistema di rappresentatività che può svolgere una funzione di garanzia e di tenuta di un sistema contrattuale che, decentrandosi, può rischiare di sfuggire alla relazione con i sindacati tradizionali o assumere connotazioni di “giallismo” sindacale. In questo modo si può contribuire a rassicurare molti settori sindacali (presenti non solo in Cgil) che temono la mancanza di reti di sostegno e di promozione alla contrattazione, soprattutto decentrata.

redazione

redazione

In evidenza

Deciso tavolo per Eni, ma i sindacati confermano la mobilitazione

Eni Versalis, Uil e Uiltec: fuorviante parlare solo di crisi industriale, si sta costruendo una narrazione distorta

15 Maggio 2025
Automotive, alla Lear di Grugliasco 420 posti di lavoro a rischio, sciopero ad oltranza e assemblea permanente

Stellantis sposta la produzione della Maserati da Mirafiori a Modena, ma i sindacati si dividono

15 Maggio 2025
Bankitalia,  possibile riduzione debito/Pil dello 0,4%

Confcommercio, economia s’indebolisce, pesa l’incertezza internazionale. A maggio l’inflazione cala all’1,8%

15 Maggio 2025
edilizia cantieri

Edilizia, mercato delle costruzioni nel segno di un assestamento e la sfida della bilateralità: i dati dell’osservatorio CNCE

14 Maggio 2025
Sanità, Sbarra: incontro con il ministro Schillaci utile e positivo, ma bisogna accelerare sul Pnrr e rinnovare i contratti

Partecipazione, Sbarra: è l’avvio di una nuova fase di relazioni industriali

14 Maggio 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi