Tornano le voci di un possibile coinvolgimento nel dieselgate di Fca in relazione al tonfo di oggi dei titoli della casa automobilistica italo-americana che hanno perduto in chiusura il 4,44% a Piazza Affari. Secondo quanto riporta la stampa tedesca, dove il governo ha avviato un’indagine su 22 case automobilistiche con il coinvolgimento di 50 modelli, la Fca avrebbe dotato alcuni veicoli (si parla della 500x) di dispositivi irregolari in grado di manipolare l’esito dei test sulle emissioni inquinanti.
In casa Fca non si intende commentare i rumors apparsi in questi giorni sulla stampa tedesca e si ribadisce quanto detto negli ultimi mesi, vale a dire che “i veicoli Fca sono pienamente conformi alle normative sulle emissioni in vigore”.
La vicenda infatti va avanti da diverso tempo e la scorsa settimana Fca, convocata, così come Opel, dalle autorità tedesche, non si è presentata, sottolineando che l’omologazione per le vetture italiane, così come prescrive la legge europea, è di competenza italiana.
Sullo stesso tema è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio che la scorsa settimana ha inviato una lettera al suo collega tedesco Alexander Dobrindt sottolineando che il confronto sulle emissioni dei veicoli Fca deve avvenire tramite le due autorità di omologazione nazionali. Dopo aver premesso che c’è “piena e completa disponibilità del costruttore Fca”, i cui modelli sono omologati in Italia, nel fornire all’Autorità competente “una serie di informazioni in merito alle proprie strategie di controllo delle emissioni”, il ministro Delrio ha aggiunto che è necessario avviare un dialogo ufficiale tra le autorità di omologazione – per l’Italia il ministero delle Infrastrutture e i Trasporti e per la Germania il Kba – “invece che proseguire nell’interlocuzione diretta con il costruttore.”