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Cafà (Cifa), il ministro del Lavoro intervenga per salvaguardare il pluralismo sindacale

redazione
Giugno21/ 2018

 “L’affermazione formulata da un dirigente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, secondo cui i sindacati e le associazioni datoriali diversi dal sistema Confindustria-Cgil, Cisl, Uil praticano con la stipula dei loro Ccnl il ‘dumping sociale’ costituisce non solo un’affermazione infondata in fatto e in diritto, ma anche una grave violazione del principio-precetto di libertà e di pluralismo sindacale sancito dal comma 1 dell’art. 39 della Costituzione” ha dichiarato il presidente di Cifa, Confederazione Italiana Federazioni Autonome, Andrea Cafà.

Cafà ha annunciato l’eventuale promozione di azioni legali a tutela dell’immagine e dell’onorabilità dell’associazione datoriale che presiede e ha affidato al centro studi Incontra (Innovazione, Contrattazione, Partecipazione), presieduto dal giuslavorista Maurizio Ballistreri, l’incarico di predisporre un testo di legge di iniziativa popolare per il salario minimo garantito e l’attuazione dei commi 2, 3 e 4 dell’art. 39 della Costituzione, in materia di efficacia generale dei contratti e criteri certi sulla rappresentatività.

Il presidente di CIFA ritiene necessario e urgente – attraverso una richiesta congiunta da parte di tutte le associazioni datoriali e dei sindacati dei lavoratori – un incontro con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, per rappresentare l’insostenibilità di un sistema corporativistico di fatto che legittima e perpetua, con il sostegno inaccettabile di organismi pubblici, l’autoriconoscimento ormai anacronistico di alcune sigle.

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