Per il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, rinviare la decisione sull’adeguamento delle pensioni all’aspettativa di vita come chiesto dal Pd con una serie di emendamenti alla Manovra è un errore.
“Vedo un errore di metodo e di merito in questa proposta del Pd – spiega il ministro in un’intervista al Corriere della Sera -. Nel metodo perché si decide di non decidere sull’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita rimandando tutto a dopo le elezioni”. Per Calenda, infatti, il rischio è che i cittadini possano leggere la manovra come una mossa elettorale. “Nel merito – continua – credo si tratti di una proposta sbagliata che rischia di determinare uno squilibrio grave del sistema pensionistico”.
“Ben difficilmente infatti – aggiunge Calenda – il primo atto del prossimo governo sarà un via libera all’adeguamento. In tal caso il potenziale costo complessivo secondo il presidente dell’Inps sarebbe di 14 miliardi. Il tutto mentre più di un terzo dei giovani è senza lavoro e rischia di non avere la pensione”.
Per il ministro “è giusto aprire a correzioni su lavori gravosi e usuranti. Ma in generale è necessario ricordare che già oggi l’età effettiva di pensionamento in Italia è di circa 62 anni, mentre la vita lavorativa è di 31 anni rispetto ai 37 della media europea.”
“Abbiamo varato l’Ape social che è una forma di prepensionamento per i lavori gravosi. La vera emergenza oggi riguarda i giovani e il lavoro. Su questo dovremmo concentrare le risorse”, conclude.
E.M.