“Dalla proposta del salario minimo legale a quella sul reddito di cittadinanza arriva la conferma che la politica non sa cosa sia oggi il lavoro. Si continuano ad applicare vecchi schemi, ad alimentare il precariato, a dare alle imprese tutto ciò che chiedono, mentre la nuova emergenza oggi si chiama bassi stipendi dei lavoratori, come ripete da tempo il presidente della Bce, Mario Draghi. Vanno aumentati, punto e basta”.
Cosi Susanna Camusso, dalle colonne de La Repubblica, annuncia la nuova politica salariale che la sua organizzazione si appresta a inaugurare. Camusso si dice del tutto contraria alla proposta del Pd di un salario minimo legale per legge: “Faceva parte del Jobs Act del 2014, sottende l’idea di un mondo senza contratti collettivi di lavoro, di lavoratori precari sottopagati. Sarebbe la fine dei contratti collettivi nazionali per affidare al sindacato il solo compito di occuparsi delle ristrutturazioni aziendali. È una ricetta che non può funzionare”.
Tuttavia, riconosce che ci sono anche responsabilita’ del sindacato nelle attuali condizioni dei lavoratori italiani: “siamo arrivati in ritardo a capire la diffusione e il radicamento del lavoro precario”. Ma insiste: “C’è una questione salariale di cui, a parte la Bce, in Italia nessuno parla”.
Infine, la politica. Camusso, che il 4 marzo voterà in Lombardia, quindi anche per il presidente della Regione, afferma: “sarebbe positivo se si cogliesse l’occasione di una candidatura unitaria. Sarebbe un passo importante per poter affrontare una partita strategica anche a livello nazionale”. Alla domanda se potrebbe essere Giorgio Gori il candidato unitario per Pd e Mdp risponde: “E’ compito delle forze politiche individuare il candidato. Ci piacerebbe che nella valutazione avessero un peso le buone relazioni avute con il sindacato a Bergamo come nel Lazio con Zingaretti”.