“L’Istat ci conferma una piccola crescita che purtroppo non è una vera ripresa”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, in merito ai dati diffusi dall’Istat sul Pil del primo trimestre 2016.
“E’ ora di finirla con gli inganni lessicali – ha sostenuto – definire una crescita difficile, incerta, vuol dire che siamo in assenza di una vera ripresa. Con le attuali politiche economiche registriamo, in Italia e in Europa, una fase di sostanziale stagnazione: non si recupera l’occupazione persa e non si riesce a cambiare il destino occupazionale delle nuove generazioni. Appare quindi sempre più chiara la necessità di politiche economiche volte alla creazione diretta di lavoro e di investimenti pubblici, altrimenti il Pil del Paese continuerà a oscillare pericolosamente attorno allo zero”.
Il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy ha dichiarato che i dati dell`Istat sul Pil “sono in linea con le previsioni prudenziali fatte dal Governo nel Def. Dimostrano come il nostro Paese, che pure è tornato al segno più, cresca meno della media della zona euro e degli altri Paesi più industrializzati”.
“La prima vittima di questa lenta crescita è l`occupazione – ha proseguito in una nota stampa – soprattutto quella giovanile, che, al pari del Pil, fa segnare performance da zero virgola. Notizia positiva è che l`aumento del Pil sia spinto dalla ripresa ancora molto debole della produzione industriale e da una timida ripresa dei consumi interni. Ma ciò non basta e se si vuole parlare concretamente di ripresa economica si devono gettarne i presupposti attraverso un piano straordinario per la crescita, che sia in grado, attraverso un maggiore sostegno ai consumi interni e con investimenti pubblici e privati, di sostenere la ripresa occupazionale ed il benessere sociale”.
“Per far ciò – ha concluso Loy – occorre un sostanzioso taglio della tasse su salari e pensioni già a partire dal 2016, rinnovare i contratti di lavoro ad iniziare da quello del pubblico impiego, rendere flessibile e soggettivamente sostenibile l`uscita anticipata dei lavoratori più anziani, per favorire l`occupazione dei giovani”.