La Cgil esprime criticità per l’impianto generale della proposta di modifica della Costituzione. “L’esigenza, da tanti condivisa, di introdurre cambiamenti positivi volti a innovare e modernizzare l’assetto istituzionale, dopo oltre 30 anni di dibattiti e proposte, non viene soddisfatta dall’attuale ipotesi di modifica costituzionale.”
Secondo il sindacato, il testo approvato si configura come una “costituzionalizzazione” della attuale prassi politica.
Le nuove disposizioni costituzionali delineano “un assetto contraddittorio”, in cui all’intenzione dichiarata di dar voce alle istituzioni decentrate “si accompagna una centralizzazione statale delle competenze e dei poteri”; alla dichiarata volontà di semplificare il procedimento legislativo, “si risponde con procedure che lo rendono ancor più tortuoso e incerto”; al dichiarato orientamento di dar voce ai cittadini, “si risponde riducendo gli spazi di rappresentanza e intervenendo in modo inefficace sugli strumenti di democrazia diretta”.
La volontà di semplificare il sistema istituzionale “al fine di rafforzarlo e renderlo più efficiente si sta traducendo in una semplificazione volta a ridurre il perimetro pubblico e gli spazi di rappresentanza, ignorando la complessità politica e sociale del Paese e rinunciando all’esercizio della mediazione come strumento di risoluzione dei conflitti all’interno dello spazio pubblico.”
La Cgil valuta la modifica costituzionale approvata dal Parlamento “un’occasione persa per introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare, rafforzandole, le istituzioni pubbliche, e giudica negativamente quanto disposto, da tale proposta di modifica, perché introduce nella nostra Carta norme incongrue ed inefficaci.”
La Cgil, inoltre, “si impegna a promuovere un’informazione di massa e momenti di confronto per favorire una scelta partecipata e consapevole di lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, cittadini.”