Dietro una collaborazione a progetto, un’occupazione con partita Iva senza specifica cassa previdenziale o un’associazione in partecipazione si nasconde spesso una prestazione di lavoro dipendente. Un escamotage messo in piedi da “alcuni datori di lavoro con pochi scrupoli” per non fare regolari assunzioni e per risparmiare in stipendi e contributi. E’ quanto denuncia la Cisl, che propone di “disincentivare il lavoro autonomo spurio” e “sostenere e rafforzare chi sceglie il lavoro autonomo vero con tutele dignitose”.
In una conferenza stampa, il segretario generale della confederazione, Raffaele Bonanni, ha puntato il dito contro il falso lavoro autonomo, camuffato da prestazioni di lavoro dipendente. Questo avviene attraverso tre modalità: accendendo un contratto di collaborazione a progetto; chiedendo al lavoratore di aprire una partita Iva, come si trattasse di una prestazione autonoma; e imponendo la associazione in partecipazione.
C’è poi il caso dei collaboratori coordinati e continuativi utilizzati nelle pubbliche amministrazioni, nelle quali in questo modo vengono aggirati da anni i vincoli sulle assunzioni. “Si tratta di lavoratori che, alla stregua di un normale dipendente, seguono le indicazioni di un datore di lavoro senza margini di autonomia – spiega il documento della Cisl presentato in conferenza stampa – e spesso rispettando anche un normale orario di lavoro, senza però avere le tutele degli altri dipendenti (malattia, maternità, indennità di disoccupazione, formazione) e quasi sempre con retribuzioni e tutele decisamente inferiori”.
Dai dati dei contribuenti alla gestione separata dell’Inps emerge che in Italia ci sono 650mila collaboratori a progetto, 50mila collaboratori nella P.A., 50mila associati in partecipazione e 260mila professionisti a partita Iva privi di specifica cassa previdenziale.
Più in generale la Cisl propone di introdurre una percentuale massima complessiva sull`organico che comprenda tutte le tipologie diverse dal lavoro subordinato a tempo indeterminato; l`obbligo per tutti di contratto scritto con specificazione del servizio richiesto, compensi e tempi di consegna. Poi migliorare le tutele in caso di malattia; estendere a tutti l`Aspi in caso di disoccupazione (attualmente i soli co.co.pro godono di una indennità di disoccupazione a carico della fiscalità generale, con requisiti molto stringenti).
Per quanto riguarda le collaborazioni a progetto, la Cisl chiede di accelerare il percorso di parificazione dell`aliquota contributiva a quella del lavoro dipendente (33%).