Il permanere di fibrillazioni a livello internazionale continua ad alimentare il clima d`incertezza generando un lieve e graduale deterioramento del quadro congiunturale. L`economia italiana, dopo un primo trimestre complessivamente positivo, in cui è stata confermata la stima di una crescita congiunturale dello 0,3%, mostra indicatori in alta frequenza progressivamente in fase di indebolimento.
Negli ultimi mesi si è assistito ad un peggioramento della fiducia di famiglie e imprese che, al netto delle turbative generate a febbraio-marzo-aprile dai diversi effetti di calendario, lascia ipotizzare come il secondo trimestre potrebbe avere dinamiche produttive più contenute. E’ quanto evidenzia Confcommercio che ha diffuso la consueta congiuntura.
L`inflazione resta sotto controllo. Le stime per il mese di maggio confermano l`ipotesi di esaurimento degli impulsi registrati sui prezzi al consumo a partire dall`autunno scorso, sempre di modesta entità. A maggio, dunque, i prezzi al consumo sono attesi crescere dello 0,1% congiunturale, portando l`incremento su base annua all`1,8%, in lieve rallentamento rispetto al 2% di aprile. La stabilizzazione dell`inflazione su questi valori anche nei prossimi mesi.
I fondamentali dell`economia restano, comunque, solidi, ma stentano ancora a tradursi in comportamenti orientati a maggiori consumi e investimenti. Pesa l`incertezza. Secondo le stime dell’associazione, ad aprile e maggio il Pil crescerebbe su base congiunturale dello 0,1%, valori che porterebbero nel mese in corso la variazione su base annua allo 0,8%. Elemento che renderebbe possibile una crescita di analoga entità nella media dell`intero 2025, ma che si scontra con le difficoltà delle famiglie di tornare su un sentiero di crescita della domanda.
Tale difficoltà, più che alle dinamiche reddituali, comunque positive, è da collegarsi al permanere, anzi al peggiorare, delle aspettative per il futuro.
Molte di queste valutazioni sono confermate – rilevano gli economisti di Confcommercio – dall`andamento dei consumi misurati nella metrica dell`Icc. Sulla base delle prime stime l`indicatore, dopo un bimestre di forti riduzioni, in aprile sarebbe tornato in territorio positivo nel confronto annuo (+1,1%) con una crescita sia per i beni (+0,6%) sia per i servizi (+1,9%). Al netto dei diversi effetti di calendario, che hanno fortemente condizionato il confronto annuo negli ultimi mesi, si rileva come da novembre del 2024 i consumi destagionalizzati in volume siano sostanzialmente fermi.
Stasi che è sintesi di scelte molto articolate da parte dei consumatori. Le famiglie continuano a privilegiare le spese legate alla fruizione del tempo libero, alla cultura e alla ricreazione, privilegiando le dimensioni dell`esperienza e delle soluzioni rispetto all`acquisizione dei beni fisici. Le spese per i prodotti più maturi (abbigliamento, mobili, elettrodomestici, autovetture) continuano ad essere in forte difficoltà. Solo in modo episodico, come ad aprile per gli alimentari, questi problemi paiono attenuarsi, senza, peraltro, rappresentare una modifica nelle scelte di consumo di questi ultimi anni.