Il rigore sul fronte dei conti pubblici è la strada obbligata da perseguire. Bisogna andare avanti con la riduzione del debito pubblico. Ad affermarlo è il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato.
La valutazione sui conti dello Stato del 2016 “è per vari aspetti positiva poiché si evidenzia una sostanziale tenuta dei conti entro un quadro d’assieme che vede progressivamente ricondotti all’equilibrio di bilancio alcuni principali comparti quali quelli riguardanti le Amministrazioni locali, assegnandosi allo Stato centrale un ruolo strategico nel perseguimento degli obiettivi programmatici”, ha detto Scarfizzi.
Tuttavia “l’indirizzo rigoroso impresso alla gestione della finanza pubblica non deve essere visto come l’adesione a regole imposte dall’esterno, quanto piuttosto la via obbligata da perseguire responsabilmente poiché il costo – ha avvertito – che deriverebbe da un rinvio del percorso di aggiustamento si rivelerebbe oneroso e permanente”.
Per Scarfizzi “è essenziale che il nostro Paese mostri una ferma determinazione a perseguire una duratura riduzione del debito pubblico, garantendo il rispetto dei vincoli costituzionali introdotti nel 2012”.
Il presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, Angelo Buscema, avverte poi che “l’elemento di maggiore vulnerabilità dell’economia italiana – continua Scarfizzi -, vale a dire l’elevato livello del debito pubblico, impone alla politica economica, ben di più di quanto non derivi dai vincoli fissati con le regole europee sui conti pubblici”.
Pertanto, Buscema ha suggerito di “proseguire lungo un percorso di rientro molto rigoroso, attraverso un’attenta gestione dei conti pubblici che garantisca il raggiungimento, in tempi certi, degli obiettivi programmati di saldo e di debito, scongiurando inversioni di segno negativo delle aspettative dei mercati”.
“Il recupero della crescita del Prodotto interno lordo, dopo la lunga crisi, appare ancora troppo modesto – sottolinea Buscema- e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali paesi europei”.
Per Buscema,“gli interventi strutturali per la ripresa della crescita di lungo periodo, con le opportune azioni di riforma e di rilancio degli investimenti”, devono essere una “priorità”, ed è necessario “un prudente utilizzo della flessibilità riconosciuta dal patto di stabilità e crescita per mantenere su un sentiero sostenibile le prospettive della finanza pubblica.”