Si definisce mercoledi la partita per la guida del sindacato mondiale. La gara è tra Susanna Camusso, segretaria uscente della Cgil, e l’attuale leader del Csi, la sindacalista australiana Sharan Burrow. Ieri Camusso è intervenuta dalla tribuna del congresso, per un breve discorso, in tutto 4 minuti, come da regolamento, nel corso dei quali ha motivato la sua candidatura. “Prendo la parola come candidata alla segreteria generale dell’Ituc – ha detto- e sono candidata perché ritengo sia necessario un cambiamento”.
Camusso non ha risparmiato dure critiche all’attuale organizzazione del sindacato mondiale (che riunisce le organizzazioni di oltre 300 paesi): “La Confederazione sindacale internazionale (Csi) che vogliamo ha regole condivise, che rispecchiano principi e valori democratici e di solidarietà. Regole che tutti quanti dobbiamo sempre rispettare, a prescindere dal ruolo, dalla posizione e dall’interesse personale”, ha scandito.
Oggi, pare di capire, le cose non stanno cosi’. Camusso ha infatti sottolineato che il percorso congressuale ha messo in evidenza “lacune nei regolamenti e nell’organizzazione, che lasciano spazio a comportamenti discrezionali che fanno male” a tutta la Csi. Lacune che “non permettono la piena partecipazione, producono confusione e incertezza, trasformano il dibattito e la dialettica dai contenuti agli schieramenti contrapposti e agli attacchi personali, riducono gli spazi di costruzione del consenso nel rispetto delle diversità di posizioni e opinioni”.
È dunque urgente “ rivedere il nostro sistema di regole, favorendo e rispondendo positivamente alla domanda di partecipazione e di discussione”. Al contrario, “si è optato per un restringimento e un congelamento di questo percorso, affidandosi alla sintesi del vertice, con un approccio difensivo, più burocratico che politico”.
L’aspetto che più preoccupa, prosegue Camusso, è dato proprio dalla gestione della campagna per le candidature: “ senza regole interne, tutto lasciato al mero arbitrio di chi occupa il Segretariato, nonostante siano state comunicate richieste formali e proposte concrete per poter realizzare e svolgere la campagna congressuale in condizioni di equità”. Si è dunque prodotto “un vuoto”, che sta generando “comportamenti scorretti e incomprensibili per un’organizzazione come la Csi”.
Camusso evidenzia che fa male “sapere che l’accesso alle informazioni sensibili e necessarie per poter gestire la fase delle candidature al Congresso sia a uso di una sola parte e non all’altra”, oppure assistere “a incontri dove il personale della Csi fa uso del proprio ruolo per promuovere e condizionare la scelta di voto, anziché offrire una corretta informazione come dovrebbe essere”, o ancora “sapere che non sia stato ritenuto necessario condividere tra le parti scese in campo le situazioni di criticità e di difficoltà economiche o di rilascio dei visti d’ingresso per quelle affiliate che hanno bisogno di assistenza e solidarietà concreta, a garanzia che non vi siano discriminazioni o favoritismi di alcun tipo”.
In sintesi, ribadisce Camusso, servono “regole chiare e trasparenti per garantire la segretezza del voto”, e “migliorarne le procedure”. Perché “regole e democrazia interna non sono un optional e non sono di parte: sono un diritto/dovere di tutta l’organizzazione. Quando si evidenziano lacune o vuoti normativi è responsabilità di tutti, e per l’interesse di tutti, denunciarlo e fare proposte di soluzione. Com’è responsabilità di chi è eletto dare risposte e garantire il massimo di garanzia democratica per il bene dell’organizzazione”.
“Ogni prospettiva di crescita della Csi non può che realizzarsi “nell’attuare coerentemente i princìpi e valori fondanti: equità, partecipazione, solidarietà, trasparenza, democrazia”. Camusso rileva che “molti affiliati in questi anni hanno richiesto al Segretariato maggiore ascolto e maggiore condivisione”: da qui la necessità di “favorire le occasioni di confronto, di analisi e di contenuto, dai temi più prettamente politico-sindacali a quelli gestionali, dall’identificazione dei paesi a rischio alle strategie di comunicazione, dalle alleanze da privilegiare ai rapporti con le agenzie e organizzazioni internazionali”.
Np