Nessuna novità sul costo del denaro in Europa: il vertice della Banca centrale europea, riunitosi oggi a Napoli, ha deciso di lasciare il tasso di rifinanziamento principale al minimo storico dello 0,05%, decisione già prevista dai mercati.
La Bce acquisterà prestiti cartolarizzati nel “quarto trimestre 2014” e obbligazioni garantite a partire da metà ottobre, per almeno due anni. Draghi ha confermato, come fatto anche dopo l’ultimo board, “che il consiglio è unanime” nel dirsi pronto a usare strumenti ulteriori e non convenzionali per combattere la bassa inflazione. Gli acquisti di Abs e covered bond, per “un universo potenziale di mille miliardi di euro”, insieme alle aste di liquidità finalizzate a concedere credito alle imprese (le cosiddette Tltro), per Draghi, dovrebbero però servire a espandere il bilancio Bce e quindi a sostenere la dinamica dei prezzi. Resta il fatto, ha ammesso, che le prospettive d’inflazione a medio e lungo termine sono peggiorate e “vediamo che i rischi sono aumentati”.
Draghi – che ha riconosciuto come la crescita stia rallentando e sia frenata dalla disoccupazione – ha fatto riferimento alla necessità di proseguire la strada di consolidamento dei conti anche nella determinazione delle leggi di Stabilità 2015, che a breve andranno consegnate a Bruxelles. D’altra parte, solo chi è impegnato nelle riforme strutturali potrà sfruttare la flessibilità già prevista nel Patto di Stabilità Ue per sostenere gli sforzi necessari: “Le riforme strutturali devono accelerare in molti Paesi”, ha ammonito, ricordando che – al di là delle scelte monetarie e delle aste – “ci vuole la fiducia” perché arrivi la ripresa economica.
F.P.