Il 28 luglio scadrà il termine della prima fase di procedura per la messa in mobilità dei lavoratori Ericsson che solo a Genova coinvolgerà circa 147 dipendenti. Ericsson ha investito sulla collina tecnologica degli Erzelli trasferendo le sue aziende che sono attive nel business della fibra ottica e della banda ultralarga, settore in cui il Governo ha investito 7 miliardi di euro. Nonostante questo l’azienda sta avviando importanti procedure di riduzione del personale.
“Fin dai primi giorni in cui l’Azienda aveva presentato tale prospettiva – dichiarano in una nota stampa Slc Cgil e Camera del Lavoro Genova – abbiamo chiesto alle istituzioni locali e alla Prefettura di farsi parte attiva per la convocazione di un tavolo di confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico per affrontare la vertenza non solo dal punto di vista dei ‘numeri’, ma in un ambito di politiche industriali.
“Al di là delle scelte di una multinazionale – continuna la nota – che evidentemente ritiene di prendere solo il buono dal nostro Paese senza alcuna responsabilità di impresa nei confronti dei lavoratori e dei territori che la ospitano, è sconfortante l’incapacità delle istituzioni locali di essere ascoltati in sede nazionale. Dopo 45 giorni non si è ancora riusciti ad incontrare l’azienda al tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico. Ci è stato più volte raccontato che erano stati avviati contatti informali con l’azienda, ci hanno detto di stare calmi, di non danneggiare l’immagine della città. Ad oggi, gli unici a danneggiarla sono coloro che hanno venduto fumo e false promesse e l’unico risultato è quello di essere arrivati alla fine delle prima fase delle procedure senza alcuna novità.”
“Prendiamo atto – concludono Slc Cgil e Camera del Lavoro Genova – che gli attestati di solidarietà sono rimasti un puro esercizio di cortesia e pertanto valuteremo le possibili e conseguenti azioni sindacali. Siamo certi che i cittadini comprenderanno le ragioni di chi tra un mese perderà il posto di lavoro con buona pace dell’inconsistenza delle istituzioni locali.”