“Abbiamo proposto l’istituzione di un osservatorio regionale permanente sul lavoro frontaliero, anche attraverso la sinergia con la recente esperienza degli osservatori provinciali costituiti a Varese, Como e Sondrio, ricordando che la Lombardia è la prima regione d’Italia per numero di frontalieri”. E’ quanto si legge in una nota unitaria firmata dalle organizzazioni sindacali confederali in rappresentanza dei lavoratori frontalieri che ieri hanno partecipato all’audizione della Commissione speciale Italia-Svizzera istituita presso Regione Lombardia. L’audizione era stata richiesta a seguito della comunicazione sull’accordo tra l’Italia e la Svizzera relativa all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, a firma del Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e del Presidente del Cantone Ticino, Christian Vitta, inviata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Cgil, Cisl e Uil hanno sollevato diverse questioni, ribadendo che “l’accordo fiscale con la Svizzera coinvolge diverse Regioni e rappresenta quindi una questione nazionale e quindi la Lombardia deve chiarire tempi e modalità del percorso nell’ambito della conferenza Stato-Regioni”.
“Abbiamo richiesto il pieno sostegno di Regione Lombardia nel percorso nazionale verso lo ‘statuto dei lavoratori frontalieri’, per la definizione di uno status giuridico certo, avviato nell’ambito del Consiglio Generale degli italiani all’estero (Cgie), e proseguito con le consultazioni dei gruppi parlamentari” hanno spiegato i sindacati, che hanno anche evidenziato “la necessità che nelle linee guida della prossima programmazione ‘Interreg 2021-2026’ sia data piena esigibilità al tema della governance transfrontaliera ed alle politiche di rilancio dell’economia rispetto al tema del lavoro di frontiera, in netta controtendenza rispetto alle demagogiche politiche ticinesi del ‘prima i nostri’ che ne hanno, invece, caratterizzato di fatto il precedente settennato”.
E.G.