Questa mattina, 10 ottobre, sono arrivate 75 lettere che annunciano la procedura di licenziamento collettivo aperta ad agosto per i dipendenti della società interamente partecipata dalla Regione Sicilia: Sviluppo Italia Sicilia. I lavoratori vogliono delle risposte e sperano che venga attuata la normativa approvata nei giorni scorsi all’Ars per salvare i destini dei lavoratori inseriti nell’ “albo unico” delle società partecipate poste in liquidazione. La norma è stata pubblicata venerdì sulla Gazzetta ufficiale ed è diventata legge.
“Abbiamo chiesto un’audizione in V Commissione Lavoro – affermano Elia Randazzo, coordinatrice Fisac Cgil Palermo e Gian Luca Mazzarese, Rsu Fisac Cgil Palermo – per sapere come e quando daranno attuazione alla legge. Noi 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia non abbiamo preso lo stipendio per 15 mesi ma siamo rimasti a lavorare. Chiediamo la stessa serietà al governo: che applichi le norme approvate dal parlamento regionale. Oggi ci sono le possibilità per salvare il personale. Noi chiediamo al governo regionale di assumere la regia di tutto, di dare impulso alle norme, azzerare il bacino e salvare i lavoratori. Facciano in modo che l’albo unico non si trasformi nella zattera di Caronte, non vogliamo essere trascinati alla morte”.
“Si chiude così – scrivono in una nota Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca – una società che dal 2001 ha operato in Sicilia finanziando migliaia di piccole imprese con strumenti agevolativi quali il prestito d’onore e la microimpresa e che acquistata dalla Regione Siciliana nel 2008, e pagata con 10 milioni di euro dei contribuenti siciliani, in soli 8 anni è stata fatta colare a picco, accumulando debiti su debiti, per una assoluta incapacità gestionale dei vari amministratori, nominati dal socio unico, la Regione Siciliana”.
Il parlamento siciliano ha approvato recentemente un emendamento contenuto nella “mini-finanziaria” che consentirebbe alla SAS – società servizi ausiliari Sicilia – la più grande delle società partecipate dalla Regione, di assorbire i lavoratori presenti nel “bacino unico”, tra cui i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, stanziando 2 milioni e 700 mila euro per “contratti di servizio aggiuntivi per l’affidamento alla Sas delle attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare, di gestione di servizi di supporto amministrativo ed organizzativo, assistenza tecnica e/o certificazione a valere su fondi o risorse regionali, nazionali ed europee, promozione di nuove imprese e sviluppo di quelle esistenti, promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione per favorire lo sviluppo e la crescita del sistema produttivo regionale”.
Inoltre viene affidata alla SAS la gestione della legge Regionale n. 8/16 “Iniziative volte alla promozione di start-up, restart, incubatori e acceleratori dello sviluppo locale” inizialmente affidata a Sviluppo Italia Sicilia, proprio per favorire il riassorbimento dei lavoratori di quest’ultima.
I sindacati chiedono l’apertura di un tavolo per individuare le soluzioni più opportune per tutelare i livelli occupazionali e le professionalità di tutti i 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia. “Riteniamo – dicono i lavoratori – di poter rappresentare una risorsa e non un peso per questa Regione”.