Il nome tecnico e’ ‘’dote di decontribuzione individuale’, in pratica uno sgravio contributivo ‘’personale’’, specificamente destinato agli under 35. E’ la soluzione studiata da Tommaso Nannicini (gia’ autore del Jobs act, o quanto meno di buona parte della riforma del lavoro, oggi passato al Pd assieme a Matteo Renzi) e sara’ uno dei punti cardine del programma del Pd per l’occupazione.
La tesi di Nannicini e’ che al centro del mondo del lavoro occorre mettere il lavoratore, e non piu’ l’impresa: lo sgravio sarà quindi personale, ciascuno lo porterà in ‘’dote’’ all’azienda che lo assumerà, e che potrà così abbattere il costo del lavoro. Come funziona: per i primi tre anni di lavoro con un contratto a tempo indeterminato, fino ai 35 anni, i contributi saranno pagati dallo Stato, dando così un incentivo alle assunzioni. La ‘’dote’’, spiega Nannicini, potrà migrare assieme al suo titolare: in caso volesse cambiare azienda lo sgravio lo seguirà, ma sempre, avverte l’economista, per un periodo massimo di tre anni complessivi.
Il piano per rilanciare il lavoro prevede anche altre misure. Oltre allo sgravio contributivo, ci sarà anche una dote di formazione individuale, che seguirà il lavoratore per tutto l’arco di vita attiva, il potenziamento delle politiche attive del lavoro, e l’individuazione in alcuni settori strategici di lavori nell’ambito della pubblica amministrazione o del terzo settore, sull’esempio del servizio civile. Infine, allo studio c’e’ una riduzione della pressione fiscale sui redditi medio bassi, che potrebbe anche avere un taglio specifico per le nuove generazioni: ‘’piu’ sei giovane, meno tasse paghi’’.