Lo scorso 31 agosto i sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno inviato al premier Giuseppe Conte una lettera in cui si annunciava la proclamazione di uno sciopero in tutti gli stabilimenti Ilva per martedì 11 settembre, con presidio nazionale a Roma sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico. Ma dopo sole due ore dall’annuncio, ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, rilancia con una lettera di convocazione per un incontro al ministero per mercoledì, 5 settembre. Oltre a Di Maio, al tavolo parteciperanno AmInvestco, i commissari straordinari dell’Ilva e, oltre a tutti ai segretari generali e ai sindacati metalmeccanici, anche i rappresentati dei lavoratori chimici e del trasporto interessati alla vicenda per l’indotto. Convocata anche Federmanager.
Tuttavia lo sciopero resta fissato. “Dal 6 agosto – si legge nella lettera inviata dai sindacati a Conte – attendiamo notizie per la ripresa del negoziato e la valutazione di legittimità da parte del ministero della gara per l’aggiudicazione del gruppo Ilva. Lunedì 27 abbiamo unitariamente sollecitato il governo a convocare tutte le parti e a oggi non abbiamo avuto risposta”. I sindacati ricordano anche che “le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 settembre scadrà l’amministrazione straordinaria”. Fiom, Fim e Uilm, dunque, dichiarano, “nel permanere delle condizioni attuali, la mobilitazione generale di tutto il gruppo Ilva”.
Sul futuro del gruppo siderurgico giovedì 30 agosto era intervenuta anche la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Il governo deve assumersi la responsabilità di dire se la vendita c’è o non c’è. Notiamo una tendenza a scaricare sugli altri soggetti: questo è inaccettabile. Pensiamo non ci sia più tempo, nel senso che non è che prendendo tempo, rinviando la decisione e chiamando in causa altri il tema si risolve”.
Intanto, in vista dell’incontro, Di Maio dichiara: “Quando si deve annullare una gara non basta che sia illegittima ma serve l’interesse pubblico concreto e attuale ed è quello che stiamo verificando adesso. Adesso so che c’è stato un eccesso di potere e che l’atto è illegittimo ma non soddisfa ancora i requisiti per riuscire ad annullarla, serve un altro requisito che stiamo verificando”.