Il presidente dell’Inps, Tito Boeri nel corso di una conferenza stampa ha illustrato i dati dell’indagine dell’istituto: “I licenziamenti: consistenza, dinamiche e caratteristiche nel periodo 2007-2014”. Secondo lo studio dal 2014 ai primi nove mesi di quest’anno la probabilità di essere licenziati è calata. Lo scorso anno c’è stata una “diminuzione consistente” del rischio di licenziamento, dal 7% al 6%. Una tendenza confermata anche per il 2016. Allo stesso tempo, il saldo “nettamente positivo” tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro nei primi nove mesi dell’anno (circa 480mila in più) ha fatto aumentare in valore assoluto, tuttavia in proporzione minore, i licenziamenti: +4% (pari a 448.544) rispetto al 2015, quando si era registrato un calo del 5% (pari a 430.894) sul 2014.
Uno dei dati più significativi è l’esplosione dei licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo soggettivo per i contratti di lavoro a tempo indeterminato, i licenziamenti disciplinari, cresciuti del 28% (pari a 53.636) tra gennaio e settembre contro il +3% (pari a 41.783) dello scorso anno. L’interpretazione di Boeri è che “le dimissioni online abbiano determinato una ricomposizione delle cause di cessazione: diminuzione delle dimissioni e crescita relativa dei licenziamenti” e che questa dinamica “abbia coinvolto soprattutto i lavoratori stranieri, con particolare intensità etnie ad alta imprenditorialità come i cinesi”.
Calano, però, le assunzioni a tempo indeterminato. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni stabili sono calate di 443.000 unità, in diminuzione del 32,3% rispetto ai primi nove mesi del 2015.
In generale le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-settembre 2016 sono risultate 4.314.000, con una riduzione di 359.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-7,7%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (470.000).
Il rallentamento delle assunzioni “ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato”. Per l’Inps il calo va considerato in relazione al “forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni”. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-34,4%).
Nei primi nove mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 284.000, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 98.000, per un totale di 382.000 rapporti di lavoro agevolati.
Nel 2016, i rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 33,2% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate (con abbattimento totale dei contributi a carico del datore di lavoro per un triennio), sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%.