Secondo la stima preliminare dell’Istat, nel 2016 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell’1%. La variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari a +0,9%: nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2015.
I risultati dei conti nazionali annuali per il 2016 saranno diffusi il prossimo primo marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno comunicati il 3 marzo.
Nel Def, diffuso a settembre, il governo ha stimato una crescita del Pil pari a +0,8% nel 2016.
Nel quarto trimestre del 2016 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del quarto trimestre del 2015.
Sempre nel quarto trimestre del 2016 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del quarto trimestre del 2015..
Il quarto trimestre del 2016 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al quarto trimestre del 2015.
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi e di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura.
Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti, dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,4% in Francia. In termini tendenziali, la crescita è stata del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,9% negli Stati Uniti e dell’1,1% in Francia.
La variazione acquisita per il 2017 è pari a +0,3. La crescita acquisita è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.