“Nell`incontro con Draghi, non s`è parlato di patti. Tutto è avvenuto sulla base della lettera inviata il primo settembre da Cgil, Cisl e Uil. Oggi l`esigenza è che il mondo del lavoro sia coinvolto nelle decisioni su riforme, azioni sociali ed economiche. S`è cominciato con Salute e Sicurezza. Siamo solo all`inizio”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini in una intervista a La Stampa.
“Il governo – ha spiegato – si è impegnato a realizzare un protocollo d`intesa sugli investimenti previsti dal Pnrr: è importante. Ciascuna amministrazione titolare di investimenti deve istituire tavoli permanenti sulla destinazione dei fondi e loro ricadute. Tutte le riforme devono essere oggetto di confronti preventivi a livello nazionale. Così il metodo diventa un sistema di relazioni, nazionali e territoriali, per tutti i sei anni del piano”.
Il Patto per il Paese, ha chiarito Landini, “è un titolo, una proposta che qualcuno ha avanzato. Io mi limito a dire che è cominciato il confronto col governo sulla base della nostra lettera. Su pensioni, fisco, ammortizzatori e concorrenza, sulle scelte di politica industriale, nell`ambito della Nadef e della legge di bilancio. Ora conta il merito”.
Il Patto se non è di Draghi, è di Bonomi… Come va con Confindustria? “Quest`anno si sono rinnovati molti contratti, ed è stato rilevante – ha risposto il sindacalista – Le parti sociali, nel pieno della pandemia, hanno dimostrato di sapere rinnovare i contratti e innovarli. Lo schema di contrattazione che ha funzionato sinora va qualificato e sostenuto anche legislativamente». Ma non è tutto rose e fiori, ci sono “anche diversità – ha sostenuto Landini – Ad esempio, pensiamo che servano fondi per la sanità pubblica, e non privata. Se parliamo di decreto per la concorrenza, diciamo che abbiamo già pagato privatizzazioni fatte male. Il mercato da solo non risolve il problema. Sono aumentate precarietà e povertà. Colpa delle scelte dei governi, sia a destra che a sinistra”.
TN