A seguito della vicenda del Banco Popular, acquistata dal Banco Santander al prezzo simbolico di 1 euro, torna in auge per Veneto Banca e Popolare Vicenza una soluzione che, sottolinea il segretario generale della Uilca Massimo Masi, “avevamo prospettato oltre un anno fa”.
“Avevamo espresso fin da subito grandissime perplessità alla fusione tra i due istituti – continua Masi – perché troppo contigui territorialmente, senza prospettive per l’economia veneta e con un enorme danno sociale per i dipendenti coinvolti. Per questo, sempre oltre un anno fa, avevamo invitato il Governo ad un’azione di moral suasion sulle principali banche italiane perché si accollassero queste due banche che rappresentano, nonostante tutto quello che è successo, pezzi importanti per l’economia del Paese”.
“Si è perso invece tempo prezioso in operazioni di Atlante 1 e 2, si sono sperperati soldi inseguendo solo una logica industriale e dopo un anno travagliato, come nel peggior gioco dell’oca, torniamo alla casella di partenza – incalza Masi, il quale quindi chiede al Governo una pronta decisione sul piano da applicare per il futuro delle banche venete.
“Resta inteso comunque che, qualsiasi soluzione si troverà, è impensabile utilizzare un’ulteriore riduzione del costo del lavoro anche a carico dei lavoratori delle banche che potrebbero subentrare – conclude Masi – Occorre che il Governo faccia la propria parte. Ribadisco nuovamente il no della Uilca a qualsiasi licenziamento delle Lavoratrici e Lavoratori incolpevoli di questo disastro”.