Il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, l’IG Metall, ha dato il via a uno sciopero per ottenere un aumento degli stipendi e una riduzione dell’orario della settimana lavorativa a 28 ore su base volontaria.
Conformemente a una strategia ben consolidata, lo sciopero prevede un aumento progressivo della pressione, con lo stop del lavoro in aziende scelte oculatamente a macchia di leopardo: nel Nordreno Vestfalia ad ovest, nel Baden-Wuerttemberg a Sud, nel Brandeburgo e a Berlino ad Est. I primi scioperi di avvertimento sono già iniziati la settimana scorsa in una fabbrica simbolo, quella della Porsche. Gli “scioperi di avvertimento” – con i lavoratori che incrociano le braccia per qualche ora davanti ai cancelli delle fabbriche o nelle piazze cittadine – sono una prassi del processo negoziale per il contratto collettivo in Germania.
L’IG Metall chiede per i 3,9 milioni di lavoratori del settore, un aumento salariale del 6%. La federazione padronale, Gesamtmetall, offre il 2%. Tutto nella prassi, con l’accordo che si troverà verosimilmente nel mezzo. Ma stavolta a creare problemi sarà la seconda richiesta, con la riduzione dell’orario di lavoro settimanale da 35 a 28 ore per chi lo richiede per assistere bambini o anziani in famiglia, con una compensazione parziale del mancato guadagno da parte del datore di lavoro. La formula potrebbe valere al massimo due anni con il rientro a stipendio pieno garantito.
Con i suoi 2,3 milioni di iscritti, IG Metall, che rappresenta gli interessi di tutti i lavoratori dell’industria metallurgica, elettronica, automobilistica e tessile (Siemens, Thyssenkrupp, VW, Daimler, Porsche) è il più grosso sindacata di tutta Europa.