Alla vigilia della bilaterale fra Mario Monti e David Cameron, secco botta e risposta fra Roma e Berlino su come uscire dalla crisi. Nell’intervista al Financial Times il premier italiano aveva chiesto ad Angela Merkel di fare di più soprattutto sul fronte dei tassi di interesse del debito italiano. A stretto giro arriva la replica del consigliere economico di Angela Merkel, Wolfgang Franz, che boccia qualsiasi intervento della Bce e ritiene che l’Italia “possa fare da sola”.
Il Professore, pur vedendo il suo governo come una «parentesi» che separa il paese dal ritorno ad un esecutivo democraticamente eletto, concorda, nell’intervista ad Ft sul fatto che potrebbe determinare una “rivoluzione” se non altro per i provvedimenti prima della fine della legislatura.
Per quanto riguarda la reazione di Berlino verso Roma, fonti di governo non vogliono leggerla come una bacchettata, limitandosi a sottolineare che l’Italia sta già facendo il suo dovere e che l’intervento chiesto dal presidente del Consiglio non era solo in favore dell’Italia ma dell’intera Eurozona. Scontro o meno, è evidente che vi sia una diversità di vedute su come uscire dalla crisi con il governo italiano convinto della necessità che oltre al potenziamento del Fondo salva Stati si debba lasciare più margini di manovra all’Eurotower. Anche di questo si parlerà mercoledì nei diversi incontri che il presidente del Consiglio avrà a Londra. Obiettivo della visita, da un lato riannodare il filo, spezzatosi a dicembre, fra Gran Bretagna e Vecchio Continente, nella speranza che Londra possa contribuire a rendere il mercato unico più aperto e competitivo. Dall’altro spiegare ai mercati quanto fatto dal governo e illustrare le prossime riforme per convincere gli investitori a non aver paura ad investire in Italia. Per Mario Monti sarà un vero e proprio tour de force che lo porterà a sei diversi appuntamenti in meno di nove ore.
Prima si recherà nella sede del Financial Times per spiegare ai vertici del quotidiano finanziario della city i provvedimenti contenuti nella manovra e per illustrare le prossime riforme. Il premier si è spesso lamentato di quanto poco si sappia degli sforzi sostenuti dagli italiani. Con tutte le conseguenze che ciò comporta sui mercati. Per la stessa ragione, nel pomeriggio, andrà alla Borsa londinese per incontrare i maggiori operatori del mercato: amministratori e dirigenti di banche, fondi di investimento, assicurazioni.
Parallelamente all’opera di persuasione dei mercati, il presidente del Consiglio si dedicherà al fronte diplomatico. Al centro del colloquio a Downing Street con Cameron ci sarà il dossier europeo e la crisi dei debiti sovrani. Il premier si è più volte rammaricato per l’isolamento della Gran Bretagna dopo la rottura al vertice di dicembre, ritenendo che Londra abbia molto da insegnare in fatto di concorrenza, mercato unico, liberalizzazioni e occupazione. Tutti temi sui quali l’Italia è impegnata a scrivere delle proposte da sottoporre al vertice Ue del 30, convinta che la crescita sia indispensabile se non si vuole rendere inutili gli sforzi sul fronte del rigore. Roma cercherà la ‘spondà britannica nel suo difficile tentativo di convincere Berlino a fare di più, sia sul fronte della crescita che su quello del debito. Su questo secondo aspetto, l’idea del governo è che gli Eurobond, pur se utili, siano uno strumento difficilmente attuabile in tempi rapidi. Nel breve periodo è meglio puntare sul fondo salva-Stati, ma soprattutto su una maggiore libertà di manovra della Bce, in considerazione del fatto che l’Europa pare ancora troppo divisa e incerta su come mettere in pratica l’Efsf e il successore, l’Esm. Ma le parole di Franz sembrano smorzare la speranza di Monti che dopo il fiscal compact si lasciata più libertà a Francoforte. E ciò preoccupa anche in considerazione del rischio che il negoziato sul debito greco non vada a buon fine e determini un default di Atene con conseguenze imprevedibili su Italia e spagna. Intanto a Roma sono arrivati gli ‘ispettorì di Bruxelles, che devono verificare l’applicazione degli impegni presi dal governo Berlusconi (avrebbero già fatto visita ai ministeri dell’Economia,dello Sviluppo e della Funzione pubblica).Visita che secondo fonti parlamentari non sarebbe troppo gradita al governo. Circostanza negata da fonti ministeriali che sottolineano anzi come tutto ciò che dimostra la bontà dell’azione del nuovo Esecutivo sia bene accetto.
Di questo Monti parlerà anche con il liberaldemocratico e vicepremier Nick Clegg e con il leader laburista, all’opposizione, Ed Milliband. Prima di tornare a vestire i panni del professore in una lecture che terrà alla London School of Economics.
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