La regola aurea per chiudere un contratto è sempre quella di cercare, e trovare, l’interlocutore più disponibile. Per tanti anni questo ruolo fu interpretato per lo più dall’Intersind, l’associazione che rappresentava le aziende a partecipazione statale. L’interlocutore più disponibile al dialogo, attenti, non quello che cede per primo perché non ha la forza per resistere. E anche stavolta la partita per definire le nuove regole della contrattazione potrebbe seguire questo canovaccio. Perché le confederazioni sindacali sono molto vicine a un accordo con le associazioni degli artigiani per definire il nuovo sistema contrattuale. L’intesa potrebbe venire entro il mese di luglio, quindi nel giro di poche settimane. Ma c’è un ma, perché intanto il nuovo presidente di Confindustria ha incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e si sono messi d’accordo di incontrarsi il 29 luglio per aprire quel dialogo che sette mesi fa non fu possibile avviare, appunto sul sistema contrattuale.
E’ quindi una corsa contro il tempo, per vedere chi arriva primo. Perché un eventuale accordo con gli artigiani condizionerebbe il confronto con gli industriali, ma anche l’avvio del dialogo con Confindustria metterebbe in difficoltà le associazioni artigiane che non potrebbero permettersi un accordo troppo dissimile da quello che intanto ha cominciato a trattare Confindustria. Proprio per questo i sindacati avrebbero voluto chiudere l’intesa con gli artigiani, e hanno fatto pressioni per questo, ma la regola in questi casi è quella di usare la massima circospezione per non sbagliare, e l’intesa è ancora da venire.
Anche perché l’accordo è vicino, ma non è ancora completo. L’ossatura del nuovo accordo prevede un contratto nazionale quadriennale che serva sostanzialmente a mantenere il potere di acquisto dei salari rimandando al secondo livello, aziendale o territoriale, sia la crescita in stretto collegamento con la crescita della produttività, sia anche la regolazione di molte altre partite prima decise al livello nazionale, orario di lavoro e flessibilità tanto per fare degli esempi. Manca ancora il criterio secondo il quale calcolare la crescita dei minimi salariali, e non è cosa da poco considerando gi errori commessi tre anni fa al momento di indicare l’inflazione dei prossimi anni. Tanto che, ,almeno per i primi tempi, si pena di dar luogo a verifiche annuali, per poter correggere eventuali errori.
La struttura contrattuale sulla quale si sta trattando al tavolo degli artigiani è diversa da quella indicata da Federmeccanica che anche questa settimana il presidente di Confindustria ha ribadito essere anche la sua. Federmeccanica ha proposto infatti di istituire un salario minimo e dare gli aumenti al livello nazionale solo a chi è sotto questo livello. Gli artigiani invece sono d’accordo per dare comunque qualcosa a tutti con il contratto nazionale. E’ evidente che tutto dipende da dove si situa l’asticella del salario minimo: se è posta in basso sono pochi a prendere qualcosa, se è posta un po’ più in alto il discorso cambia. Ma soprattutto la diversità, che fa la differenza, è tutta nel fatto che gli artigiani hanno da sempre la contrattazione territoriale, fatta per singole province, per cui la contrattazione di secondo livello è assicurata per tutti. Federmeccanica, ma anche Confindustria invece sono profondamente contrarie a forme di contrattazione territoriale, perché credono fermamente che questo diventerebbe un terzo livello di contrattazione, in quanto tale inaccettabile.
Una partita con due giocatori l’uno contro l’altro, tutti nel fronte imprenditoriale. Ma il gioco è ancora più ampio, perché le confederazioni sindacali hanno dei colloqui in corso anche con i commercianti, con le cooperative e con la Confapi. E tutti sembrano desiderosi di raggiungere un accordo. E’ difficile che Confindustria si faccia mettere così nell’angolo, ma certamente deve fare molta attenzione nelle prossime mosse. C’è il rischio oggettivo che le relazioni industriali diventino relazioni sindacali e cada il primato dell’industria.
Contrattazione
Passi avanti, questa settimana, per i contratti di alcuni importanti settori. Il 28 giugno i lavoratori edili hanno approvato (con il 92,5%) la piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto. Siglata anche l’ipotesi di accordo per il rinnovo nel settore lapidei e materiali estrattivi che interessa circa 30mila addetti e che nei prossimi mesi sarà sottoposta al vaglio dei lavoratori. Superata la crisi al Giornale di Sicilia, con un accordo che ha scongiurato il licenziamento di 20 poligrafici. L’intesa prevede 24 mesi di contratto di solidarietà difensiva di tipo B a partire dal 1 agosto con quote di applicazione pari al 42% per 33 lavoratori e al 16% per altri tre.
La nota
Nunzia Penelope rivela i retroscena di cosa si sta realmente muovendo nella trattativa per il modello contrattuale: le organizzazioni degli Artigiani e Cgil, Cisl e Uil sono vicinissime all’accordo, con tanto di testi già messi nero su bianco, ma la Confindustria di Vincenzo Boccia non ci sta a farsi mettere nell’angolo e studia le contromosse. Che potrebbero consistere, si dice, anche in un ammorbidimento della proposta confindustriale rispetto alla linea dura di Federmeccanica. Sta di fatto, scrive Penelope, che all’improvviso un confronto “apparentemente in letargo si è trasformato in una appassionante partita a scacchi, con un timer serratissimo che impone di muovere le pedine in fretta, prima che sia l’altro a dare scacco matto’’.
Ancora Penelope, riferisce sull’assemblea annuale di Confartigianato, che ha celebrato il settantesimo anniversario. Il presidente dell’associazione, Giorgio Merletti ha rivendicato il ruolo di una categoria che era stata determinante nella ricostruzione del dopoguerra, e che oggi si candida a far rinascere il paese dalla crisi.
Diario della crisi
Questa settimana, i Consorzi di bonifica del leccese hanno scioperato contro il blocco dei fondi necessari al pagamento degli stipendi. I lavoratori infatti, non percepiscono da mesi gli stipendi legati all’emanazione della Legge di riordino dei Consorzi di Bonifica da parte della Regione Puglia. Martedì 28, anche gli elettrici della Tirreno Power hanno scioperato. I sindacati di categoria Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil hanno proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata di tutti i lavoratori dell’azienda investita da una pesante crisi industriale. Si fa pesante anche il bilancio di Ubi Banca: il nuovo piano industriale, approvato il 27 giugno, prevede l’uscita di circa 2.750 risorse, di cui 1.300 con accesso al fondo di solidarietà, e la chiusura di circa 280 punti vendita. Di questi giorni anche la notizia dell’incontro tra il Ministro Calenda e il Ceo dell’azienda tedesca Heidelberg Cement, senza però il coinvolgimento dei sindacati. Prosegue quindi il processo di acquisizione da parte dell’azienda tedesca dell’Italcementi ma i sindacati denunciano i ritardi della gestione della vertenza. Preoccupati, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil sottolineano che l’acquisizione di Italcementi è subordinata a 415 esuberi solo nella città di Bergamo. Diverso l’esito dell’incontro al Mise con Nokia-Alcatel Lucent che ha scongiurato i 219 licenziamenti previsti. L’annuncio è arrivato dal responsabile Sud Europa per il Gruppo, Renato Orsenigo, che ha espresso la volontà di voler lavorare insieme alle organizzazioni sindacali ad una soluzione che permetta la ricollocazione internamente o esternamente all’azienda di tutti i lavoratori. Invece, durante l’incontro svolto tra General Electric e i sindacati nella sede di Assolombarda a Milano, la direzione dello stabilimento ex Alstom power di Sesto San Giovanni ha confermato la procedura di mobilità annunciata per 179 dipendenti.
Documentazione
Questa settimana nella sezione dedicata è possibile trovare il documento della Cgil, Cisl e Uil delle regioni Umbria, Toscana e Marche sull’Italia di mezzo; il testo della piattaforma del rinnovo del contratto nazionale degli edili e il testo dell’indagine del centro studi Confindustria sulla produzione industriale. Inoltre, è possibile visionare diversi documenti redatti dall’istituto nazionale di statistica: il rapporto dell’Istat su conti di amministrazioni pubbliche, famiglie e società e il rapporto sulla fiducia dei consumatori e delle imprese; le stime Istat dell’indice dei prezzi al consumo del mese di giugno 2016 e il focus sulla mobilità urbana. Sempre questa settimana, si è svolta la relazione annuale del presidente dell’Inail che è possibile visionare tra la documentazione insieme all’appendice statistica presentata durante l’evento. Infine, è possibile trovare il testo della relazione del presidente Giorgio Merletti presentata all’Asemblea annuale dell’associazione e la rilevazione dell’Ufficio studi di Confartigianato sul Fisco.