Come sarà il sindacato 2020, quello dei prossimi anni? Sarà diverso, va bene, ma come? Quale tipo di contrattazione dovrà essere privilegiato? E che rapporto il sindacato dovrà avere con le istituzioni, con il governo soprattutto? Interrogativi di fondo che il sindacato non può più permettersi di rinviare, perché il calo, di prestigio se non di tessere, comincia a farsi evidente e non è sempre possibile aspettare che si abbassi il tasso di popolarità del premier per essere invitati non dico nella stanza dei bottoni, ma nemmeno dove si riuniscono quelli che poi spingono i bottoni giusti. Il diario del lavoro ha sentito l’esigenza di esplorare questo terreno un po’ sconosciuto con un seminario a inviti, con un numero ristretto di presenze, per cominciare a guardare cosa accadrà nel prossimo futuro. I report che sono stati pubblicati su Il diario del lavoro sui diversi interventi, e soprattutto l’ampia sintesi di Nunzia Penelope, danno la misura del dibattito che si è svolto, delle indicazioni che sono emerse nel corso del dibattito.
Indicazioni peraltro, proprio per il taglio che è stato dato ai lavori del seminario, molto diversificate, a dimostrazione che l’argomento è ancora troppo poco dibattuto. Sull’esigenza di un cambiamento, i relatori al seminario sono stati tutti d’accordo. Il sindacato che abbiamo conosciuto ha avuto il suo canto del cigno parecchi anni fa, oggi la capacità di raccogliere le masse e influenzarle sembra svanita, e forse per sempre. Si deve cambiare aria: restare legati al piccolo mondo antico di Fogazzaro, fatto di orizzonti ristretti e di poca o nessuna innovazione, non è più possibile.
Il problema è dove andare, dove dirigersi, quali bisogni cercare di soddisfare, senza mai dimenticare, peraltro, che i bisogni sono tanti e molto disomogenei. Le alternative sono diverse. C’è quella della contrattazione sociale. Il sindacato tratta nei territori con gli enti locali per soddisfare le esigenze della collettività. E’, in qualche modo, l’evoluzione del “sindacato dei cittadini” che Giorgio Benvenuto si inventò negli anni 80. Oggi la contrattazione sociale e’ una realtà in cui che vede ogni anno concludere almeno 1.000 accordi di questo tipo; accordi per lo più molto apprezzati dalla gente, perche’ migliorano concretamente le loro condizioni.
Oppure il sindacato può scegliere di restare nel proprio “recinto” naturale, guardare ai lavoratori, dentro la fabbrica, senza paura di ghettizzarsi. E’ il suo mestiere, quello che conosce meglio, semmai si tratta di andare più a fondo, cercare di capire come è cambiato il lavoro in questi anni e adeguare le proprie strategie rivendicative. Non è che non ce ne sia bisogno: basta considerare che il contratto dei metalmeccanici ha ancora la classificazione che fu messa a fuoco nel lontanissimo 1973. Guardando all’organizzazione del lavoro sarebbe possibile aiutare il lavoratore nelle cose che gli sono più vicine, il modo di lavorare, i suoi orari, la sua professionalità.
E tuttavia, restare all’interno di quel recinto che gli è proprio e ben conosciuto, senza spingersi a guardare più lontano, potrebbe alla fine risultare un tarparsi le ali? Perché è anche forte il bisogno di inclusività, dato che il problema forse più forte del sindacato è proprio quello di non saper rappresentare che una fetta sempre più limitata del lavoro. Ma, allora, come allargarsi, come attirare le grandi aree di lavoratori che sono lontane dal sindacato e non lo sentono nemmeno più come una cosa propria? Quali, in pratica, devono essere gli strumenti da adoperare e quali le forme che il sindacato deve assumere per cogliere dei risultati?
Vale conservare la realtà confederale che il sindacato ha assunto in questi anni o è meglio ridare fiato e spazio alle categorie? Questo è certamente un problema centrale, perché le risorse sono sempre scarse e la loro allocazione diventa un nodo ineludibile.
Strettamente legato a questa scelta è il quesito che si pone sul tipo di contrattazione che conviene al sindacato. Il contratto nazionale deve restare la vera bussola del mondo del lavoro o deve cambiare in profondità e lasciare spazio al confronto in azienda? Il tema è attualissimo, ne stanno discutendo un po’ tutti in questi mesi, ma una scelta netta ancora nessuno l’ha fatta. Come anche per la partecipazione: non c’è nessuno che ne parli senza affermare che è una necessità, ma come realizzarla, con quali strumenti? Il bilateralismo che è stato realizzato in questi anni è un sistema valido o va riconsiderato?
Tutti temi urgenti, che devono essere risolti in breve, perché l’economia, ma anche il modo di produrre è in grande movimento. Industry 4.0 è una realtà, che già ci vede un po’ arretrati e non possiamo rischiare di perdere altro tempo perché questo potrebbe essere l’ultimo treno a disposizione; ma allora servono scelte veloci e capaci di rimodellare il ruolo di tutti gli attori presenti in fabbrica.
E ancora, che rapporto deve avere il sindacato con le istituzioni? La concertazione è finita, va bene, ma dopo cosa viene? La collaborazione con i grandi decisori che strada deve prendere? Gli esempi virtuosi non mancano, ma non sempre è facile sapere come comportarsi, quali alleanze stringere e con chi. Perché la cultura del dialogo ha fatto presa, ma la sua realizzazione è ancora difficile e le sperimentazioni sono le più varie.
Di tutto questo si è dibattuto a lungo nel corso del seminario de Il diario del lavoro, un’occasione utile per avviare un discorso ampio sulle trasformazioni che si stanno determinando e su quelle che verranno. Importante infatti è sperimentare, non chiudersi di fonte al nuovo, ma navigare in mare aperto, sapendo però cosa si sta facendo. La cosa peggiore, la più inutile sarebbe cercare di fermare l’acqua con le mani. Farebbe solo perdere tempo e di tempo ce ne è davvero poco.
Contrattazione
Cgil, Cisl, Uil e Confimi hanno siglato l’accordo sulla detassazione dei premi di risultato: un altro passo propedeutico all’attesa riforma del sistema contrattuale. Intanto, dopo oltre sette mesi di confronto, sono state aperte la procedure di raffreddamento per il personale delle imprese e dei servizi ferroviari nell’ambito del rinnovo del contratto nazionale Mobilità Area Attività Ferroviarie. E ancora, lo scorso 9 novembre si è svolto un altro incontro al Mise tra sindacati e Whirlpool, nel corso del quale l’azienda ha illustrato i progressi sull’attuazione del piano industriale. Sempre presso il Ministero dello Sviluppo e’ stato siglato l’accordo per il salvataggio dei 297 lavoratori di Almaviva Contact di Palermo, coinvolti nei trasferimenti collettivi verso la sede di Rende in seguito all’esaurimento della commessa Enel: l’intesa prevede che il passaggio da Almaviva Contact alla società Exprivia avvenga su base volontaria entro il prossimo 5 dicembre. Sempre nel campo delle telecomunicazioni, i sindacati di categoria hanno invece rotto le trattative con Italiaonline-Seat Pagine Gialle : secondo la Slc-Cgil “non ci sono le condizioni” per arrivare ad un accordo sulla cassa integrazione straordinaria di 730 dipendenti.
Analisi
Nicola Fano racconta le elezioni negli Stati Uniti, concluse con la vittoria a sorpresa di Donald Trump, partendo dalle trasformazioni già avvenute da tempo nella società americana. Sempre sul tema delle elezioni Usa, Nicoletta Rocchi cerca nelle distorsioni dell’economia mondiale le ragioni dell’avvento del tycoon alla guida della piu’ antica democrazia del mondo.
Interviste
Massimo Mascini, ha intervistato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, che dopo la conferenza di organizzazione ha fatto il punto con il Diario su pensioni, fisco, riforma dei contratti.
La nota
Nunzia Penelope riassume la discussione che si e’ svolta nel corso del seminario sul futuro del sindacato, organizzato dal Diario del Lavoro martedì 8 novembre: il sindacato del ‘’piccolo mondo antico’’ vs il sindacato 5.0, il sindacato che ‘’resiste’’, ma non emoziona, vs il sindacato ‘’trascinatore’’, che coinvolge le masse ma non sa proporre soluzioni. Nel corso del seminario sono intervenuti, tra gli altri, la vicepresidente vicario del Senato Valeria Fedeli, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, il presidente Anpal Maurizio Del Conte, il sociologo Mimmo Carrieri, il giuslavorista Tiziano Treu, oltre a numerosi esponenti delle parti sociali, tra i quali Pierangelo Albini di Confindustria, Gaetano Sateriale e Vincenzo Colla della Cgil, Marco Bentivogli della Fim Cisl, Paolo Pirani della Uil. ( Una sintesi di tutti gli interventi è consultabile sul Diario del Lavoro.)
Fernando Liuzzi riferisce sul nuovo incontro tra Federmeccanica e sindacati per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, nel corso del quale si sono raggiunte le prime intese su formazione e diritto allo studio.
Emanuele Ghiani racconta sul convegno, organizzato dal sindacato Snals-Confsal e tenutosi presso la Camera dei deputati nella nuova aula del palazzo dei gruppi parlamentari, in merito al progetto sull’alternanza scuola lavoro “Scholarsjob per l’orientamento al lavoro”.
Diario della crisi
Questa settimana a Milano i lavoratori della Mazal Global Solution e i sindacati di categoria sono scesi in piazza per denunciare la mancanza di interesse da parte dei ministeri sulla situazione che li vede coinvolti. A Firenze brutte notizie per la vertenza Sims di Reggello: con la nuova crisi aziendale e il conseguente rischio di licenziamenti, i lavoratori dell’azienda hanno deciso di scioperare. Infine, i sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno proclamato uno sciopero nazionale di tutti lavoratori di Almaviva per l’intera giornata di giovedì 10 novembre, per protestare contro il rischio dei licenziamenti annunciati dall’azienda.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare il testo del decreto legislativo n. 203 del 29 -10-16, in materia di attuazione della direttiva 2014/36/UE sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per lavori stagionali. Inoltre, è possibile consultare il testo dell’accordo sulla detassazione dei premi di produttivita’ tra Confimi Industria e Cgil, Cisl e Uil; gli ordini del giorno del Direttivo Cgil su pensioni e legge di bilancio, e le slide preparate dal responsabile del Piano del Lavoro Cgil, Gaetano Sateriale, per il seminario sul futuro del sindacato che si e’ svolto l’8 novembre. Infine, i dati Istat sulla produzione industriale e sull’innovazione nelle imprese nel periodo 2012-12014.