L’Assise di Confindustria a Verona ha dato un attimo di respiro all’ultimo tentativo delle parti sociali teso a trovare un accordo sui temi della contrattazione. L’impegno di tutti i confindustriali nella città veneta ha concesso quanto meno due giornate di tranquillità. In attesa però del redde rationem, che avverrà, a quanto afferma il tam tam, forse anche nei primi giorni della prossima settimana. Tempo per nuovi tentativi di limare un testo e arrivare a una versione condivisa, non ce n’è più. Lo ha detto chiaramente Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per i problemi sindacali, lunedì scorso, presentando un libro nella sede della Cgil: i tecnici hanno finito il loro compito, tanto più che anche qualche “politico”, come me, ha specificato, ha partecipato alla stesura del testo definitivo. Quindi tutto adesso è rimandato a un prossimo incontro: dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil prima, e poi a un altro, decisivo, vertice con la presidenza di Confindustria.
Il punto è che il testo non ha incontrato molto successo. Soprattutto dentro la Cgil c’è molto dissenso, che questa volta non ha però una matrice politica, come pure eravamo abituati a vedere: il dissenso è sulla parte tecnica, sulle soluzioni trovate, soprattutto per quanto si riferisce alle modalità della dinamica salariale. La soluzione ipotizzata non piace, molti segretari di importanti federazioni di categoria temono che possa causare un danno alla loro categoria e sono pronti a mettersi di traverso. Né è pensabile a un accordo separato: è stata la soluzione trovata nel 2009, ed è stata un disastro per tutti. Per il momento la Cgil ha dato un mandato a Susanna Camusso per trovare una soluzione, poi si vedrà.
E’ abbastanza probabile, purtroppo, che alla fine non se ne faccia nulla e si continui a muoversi come è stato nella scorsa stagione contrattuale, ciascuno per la propria strada, ognuno cercando una soluzione ai propri problemi più urgenti. Non è detto che sia la soluzione peggiore, perché l’anno passato i grandi contratti dell’industria sono stati rinnovati tutti e con grande soddisfazione degli interessati, sia i lavoratori che gli imprenditori. I nodi della produzione sono spesso molto specifici ed è più facile che le soluzioni si trovino in sartoria che nella produzione di serie. Tanta capacità e fantasia, tanta esperienza, un pizzico di novità e spesso i nodi si sciolgono velocemente.
Resta però il problema politico, perché una Confindustria che non riesce a risolvere i propri problemi diventa automaticamente un’organizzazione di serie B, scade nella graduatoria dei centri di potere del paese. Con un evidente danno, perché il problema più forte del paese è lo scadimento della classe dirigente e se viene a mancare un altro punto di riferimento, come sempre è stata la Confindustria, non ne può che derivare un’ulteriore difficoltà.
L’appannamento di Confindustria è tuttavia evidente, direi palpabile. Si svolgono oggi le assise generali della confederazione, migliaia d’imprenditori convergono in una città del Nord, a due sole settimane dalle elezioni politiche, ma i giornali finora non hanno dedicato una riga a questo avvenimento. Eravamo abituati diversamente, all’attenzione della grande stampa a tutto ciò che accadeva negli ambienti industriali. A Verona non andrà nemmeno un politico, meritoria decisione del vertice di Confindustria, se però comunque questa iniziativa avrà un’eco forte delle ragioni presentate, delle tesi esposte, delle proposte avanzate. Il timore è che tutto questo non accada.
Oggi sul Corriere della sera è stata Emma Bonino l’unica a parlare di Confindustria, invitando gli imprenditori a dire la loro, a fare proposte, a essere presenti in questo difficile momento del nostro paese in cui la politica non sembra in grado di fare altro che sparare più forte possibile, lanciare promesse che non saranno rispettate, perché è impossibile che lo siano, come tutti sanno benissimo. In questo momento difficile della repubblica, il fatto che venga meno una voce autorevole come sempre è stata Confindustria rappresenta un fatto grave.
Magari ci fasciamo la testa inutilmente, magari lunedì prossimo Boccia e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil firmeranno un bell’accordo sul futuro della contrattazione. E’ difficile che ciò accada, ma la speranza è sempre l’ultima dea. Ma bisogna anche guardare al peggio. Anche perché il vuoto lasciato da Confindustria per il momento non è ancora stato riempito, ma dice lunga la processione dei leader politici che sono andati a presentare le proprie carte ai vertici di Confcommercio, come anche il fatto che, in contemporanea con le assise di Verona, la Confapi, da sempre una comprimaria, abbia pensato di comprare una pagina intera di pubblicità su la Repubblica e sul Corriere della Sera per porsi come evidente alternativa. Il mondo gira, nessuno resta fermo ad aspettare che Confindustria esca dalla sua crisi.
Contrattazione
Questa settimana è stato firmato il contratto del terziario, che interessa oltre 1 milioni di lavoratori dei pubblici esercizi, della ristorazione, del turismo e degli esercizi commerciali. Il testo prevede un aumento di 100 euro a regime e 2 euro destinati all’assistenza sanitaria integrativa. Nel settore della ceramica è stata siglate l’intesa tra Ideal Standard e Saxa Gres sullo stabilimento di Roccasecca. I termini dell’intesa prevedono un piano di investimenti da 30 milioni di euro, supportato da Governo e Regione, per la produzione di un nuovo prodotto. Nel mondo del credito, sottoscritto l’accordo tra Abi e Confindustria per la valorizzazione della nuova figura di garanzia, che promuove l’utilizzo del cosiddetto Patto Marciano e del Pegno mobiliare non possessorio a garanzia di finanziamenti bancari. L’amministrazione comunale di Monterotondo e l’Agenzia delle entrate hanno siglato l’accordo sulla fiscalità locale, che prevede il rafforzamento della lotta all’evasione, per recuperare risorse da destinare all’ulteriore riduzione dell’imposizione fiscale locale e per migliorare i servizi sociali. Nel settore cultura, è stato sottoscritto al Mibact l’accordo per la riapertura e la valorizzazione del museo Richard Ginori. Farmindustria, Fderchimica e i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno firmato un Avviso Comune per favorire il ricambio generazionale nel comparto dei chimici, attraverso la creazione di un Fondo Bilaterale di Solidarietà. Nel settore alimentare, Perugina, durante l’incontro al Mise con i sindacati di categoria, ha confermato il piano di ristrutturazione e l’avvio delle procedure per la proroga della cassa integrazione straordinaria e l’utilizzo dell’Isopensione, che consentirà ai lavoratori, che ne abbiano i requisiti, sette anni di anticipo dell’età pensionabile. Siglata l’intesa tra Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal- Uil e Federlegno Arredo per il rinnovo dei salari mini nel settore Legno Arredo. Il testo prevede degli aumenti che vano dai 18 ai 32 euro. Infine i lavoratori di Acea hanno sottoscritto in massa l’accordo che prevede l’abolizione delle norme contenute nel Jobs Act e la reintroduzione dell’articolo 18.
La nota
Tommaso Nutarelli ha seguito il convegno organizzato da Fiom, Flai e Slc sugli ammortizzatori sociali. Un tema con poco spazio nel dibattito politico, che rischia però di innescare un vero allarme sociale, a causa del loro progressivo esaurimento nel 2018
Interviste
Emanuele Ghiani ha intervistato Daniela Piras, segretaria della Uilm del Sulcis-Iglesiente, in merito alla lotta che sindacati e lavoratori hanno condotto, per lunghi mesi, per dare un futuro allo stabilimento Alcoa di Portovesme. Lotta durante la quale è stato occupato il silos dello stabilimento.
I blog del Diario
Costantino Corbari ci invita a scoprire un luogo nel quale il cinema si incontra con i temi del mondo del lavoro. Si tratta del sito della Cisl Lombardia (www.lombardia.cisl.it), dove nella sezione “cinema e lavoro” sono contenuti notizie e approfondimenti per tutti gli appassionati.
Alessia Pontoriero ha partecipato alla manifestazione antirazzista che si è svolta lo scorso sabato a Macerata, come risposta alla sparatoria contro gruppo di ragazzi immigrati, e ne fa una documentata e appassionata cronaca per il Diario del Lavoro.
Giuliano Cazzola torna sul tema della previdenza, per svelare il gioco delle polemiche, spesso pretestuose, sulle pensioni.
Alessandro Genovesi ci parla delle tre “erbacce” che infestano il settore edile: lavoro nero, sottopagato e dumping contrattuale.
Il guardiano del faro
Marco Cianca, dopo l’uccisione a Macerata della giovane Pamela, ci offre il ritratto di un’Italia imbruttita e ipocrita, dove il dibattito politico si nutre solo della paura.
Diario della crisi
E’ stato proclamato uno sciopero di otto ore indetto dai sindacati dei trasporti e delle telecomunicazioni contro la Ceva Logistic che avviato la procedura di licenziamento collettivo per 123 dipendenti e confermato dei licenziamenti individuali presso i siti produttivi di Roma Santa Paolo e di Bergamo. Nel campo dell’editoria, i poligrafici del quotidiano Libertà di Piacenza hanno scioperato contro la decisione dell’Editoriale Libertà di sospendere la stampa del giornale nello stabilimento aziendale I Dossarelli, alla periferia della città, trasferendola in un centro stampa esterno, a Mantova. Infine è stato firmato al Mise l’atto che sancisce il passaggio dell’ex Alcoa di Portovesme alla Svizzera Sider Alloys, con un piano di investimenti di 135 milioni di euro, che serviranno al revamping e alla modernizzazione degli impianti
Documentazione
Questa settimana è possibile visualizzare le stime preliminari sul Pil dell’Istat e il documento “Le molestie e i ricatti sessuali sul posto di lavoro” sempre dell’Istituto di statistica. Inoltre il paper di Confcommercio “Un tema una proposta” e la congiuntura sul Pil mensile, ICC e prezzi , il testo dell’accordo sul credito tra Abi e Confindustria e la presentazione di Anna Teselli del II monitoraggio alternanza scuola-lavoro . Infine, sempre nella sezione, è presente il testo di Fiom-Flai-Slc sugli ammortizzatori sociali, i materiali dell’iniziativa “Stesso lavoro, stesso contratto” di Fillea, Filca e Feneal, e la lettera inviata dal ministro Carlo Calenda al sindaco di Roma, Virginia Raggi, con cui sostanzialmente si chiude il Tavolo di confronto per la Capitale.