Vincenzo Boccia, il presidente di Confindustria, è stato a lungo uno dei dirigenti dei Giovani imprenditori della confederazione. Ed è per questo legame, evidentemente, che sceglie sempre la platea dei Giovani imprenditori per mandare i suoi messaggi importanti. Lo aveva fatto al convegno autunnale di Capri dello scorso anno, parlando per la prima volta del “Patto della Fabbrica”, che si doveva fare con i sindacati a breve giro. Ne ha fatto un altro adesso al convegno di inizio estate di Santa Margherita (che peraltro questa volta è stato spostato di qualche chilometro, a Rapallo) dove ha annunciato che il 4 luglio avrà luogo l’atteso incontro tra la sua confederazione e i vertici delle confederazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil.
Un annuncio importante perché le relazioni industriali versano in gravi condizioni, vittime di un immobilismo determinato in buona misura proprio dall’impossibilità per Confindustria di prendere su questi temi delle decisioni di fondo e definire con i sindacati un nuovo assetto contrattuale. Ci sono stati vari momenti in cui sembrava che questo confronto potesse finalmente partire (e arrivare a un accordo), ma sempre alla fine tutto è sfumato nel nulla. L’annuncio di una data in cui far partire il negoziato ha stupito tutti e ha generato un po’ di speranza che davvero stavolta si possa arrivare a un risultato.
Anche perché si è subito dopo saputo che, proprio in vista di questo incontro del 4 luglio, sono ripresi intensamente gli incontri tra i tecnici delle due parti per cercare di mettere insieme qualcosa che, poi, il presidente di Confindustria e i segretari generali possano concretizzare con la firma di un qualche accordo. Incontri che proprio in questi giorni si stanno intensificando, anche se i problemi non mancano e a volte il terreno sembra davvero troppo ripido, tanto da non poter essere percorso velocemente.
Il punto dirimente è che Confindustria è davvero interessata a un punto, ovvero la definizione dei perimetri contrattuali. Una cosa molto tecnica che servirebbe a evitare che commercianti e artigiani firmino accordi, e quindi acquisiscano rappresentanza, per settori che Confindustria ritiene siano invece appartenenti all’industria e quindi di sua competenza. Le confederazioni artigiane hanno sempre più voglia di rappresentare le piccole imprese, mentre i commercianti guardano con crescente interesse a tutto il settore dei servizi alle imprese, terra a loro dire di nessuno, quindi terreno da conquista.
Di qui la richiesta di Confindustria di sancire in un accordo interconfederale che quella è roba loro e non si tocca. Un accordo su questo terreno è considerato dagli industriali propedeutico a qualsiasi altro accordo. I sindacati non hanno detto di no, ma consapevoli che non è facile mettere nero su bianco un accordo del genere, né è evidente il tornaconto per le confederazioni sindacali, che certamente subirebbero una reazione, molto dura, di artigiani e commercianti qualora firmassero un accordo del genere con gli industriali. Tanto più che i rapporti tra Cgil, Cisl e Uil da una parte, commercianti e artigiani dall’altra, stanno vivendo una primavera: la prova e’ che sono stati firmati degli accordi molto interessanti proprio sull’assetto contrattuale, lo stesso che non è stato possibile fin qui realizzare con Confindustria. Di qui la decisione, a quanto sembra, di avviare questo confronto, ma a una condizione: che sia aperta a tutti gli interessati, vale a dire Confindustria, certo, ma anche Confcommercio e le confederazioni artigiane.
Un grande negoziato, con tempi ovviamente lunghi, ma ineludibili perché altrimenti destinato a fallire alle prime battute. Un negoziato nel quale discutere anche l’altro grande tema, quello delle regole della contrattazione. La stagione contrattuale che si sta concludendo è stata portata avanti con grande successo senza regole di fondo, ma queste alla lunga servono, perché le divaricazioni tra i grandi contratti non potrebbero che crescere e questo non può piacere a nessuno. Del resto i rinnovi incombono: perché il tempo passa, il contratto dei chimici, il primo a essere stato firmato, è di un anno e sei mesi fa, tra un anno sarà di nuovo in discussione.
Un accordo non facile, però, perché Confindustria è nettamente divisa in due ‘’partiti’’, e Boccia sa bene che non potrebbe accontentare un partito senza scontentare l’altra metà della confederazione. Sono cinque anni infatti, e cioe’ dal momento in cui fu eletto presidente, con una risicatissima minoranza, Giorgio Squinzi, che la confederazione è divisa in due tronconi proprio sul tema degli assetti contrattuali. Non è la vecchia ripartizione tra falchi e colombe, ma qualcosa che ci rassomiglia molto. E di lì Confindustria non esce, tanto è vero che anche l’elezione di Boccia è stata funestata da questa ripartizione.
Bisogna allora pensare che anche questa trattativa sia destinata a perire e che il 4 luglio il presidente e i tre segretari generali si limitino a un “buone vacanze”? Non è questa l’intenzione di chi sta trattando in queste settimane per un buon esito dell’incontro del 4. E infatti si sta pensando di firmare un paio di accordi, delimitati nei contenuti, ma importanti. Uno sulla gestione dei punti di crisi per aiutare lo sviluppo, che sta diventando una realtà, ma, appunto, va aiutata. L’altro sul tema del welfare contrattuale, che è sempre più centrale nella contrattazione e necessita di una regolamentazione più approfondita. Si sta lavorando assiduamente, la fantasia non manca, l’interesse a mettersi d’accordo è comune.
Contrattazione
Questa settimana i vertici del gruppo Fca e i sindacati metalmeccanici si sono incontrati per affrontare gli aspetti connessi alle prospettive industriali e occupazionali. In particolare, si e’ discusso del rinnovo del Cds dello stabilimento di Pomigliano e della verifica dell’accordo del 21.12.2016 relativo alla “missione temporanea” di alcuni lavoratori presso lo stabilimento di Cassino. Sul fronte dei bancari, i sindacati del settore e la direzione della Banca Popolare di Vicenza si sono incontrati per discutere di un possibile accordo inerente la riduzione del costo del lavoro, ma il tavolo, secondo i sindacati, si è chiuso con un nulla di fatto. Per quanto riguarda la vertenza Starhotels, sindacati e azienda si sono incontrati per decidere se attivare un percorso di rinegoziazione del contratto integrativo aziendale. Infine, l’azienda Prenatal e sindacati del settore hanno discusso sulla chiusura di quattro punti vendita delle rete (Salerno, Nola, Siderno e Asti).
La nota
Fernando Liuzzi recensisce i Diari di Bruno Trentin. Il volume, edito da Ediesse, contiene gli appunti privati e politici dello storico leader della Cgil nel periodo 1988-1994, ed e’ stato presentato a Montecitorio giovedi scorso.
Blog
Giuliano Cazzola prosegue il racconto delle sue ‘’avventure’’ di vita sindacale. In questa puntata – AMARCORD, quell’indimenticabile segreteria della Fiom – ripercorre il suo debutto nella categoria dei metalmeccanici Cgil, col ritratto dei grandi sindacalisti che la componevano all’epoca.
Diario della crisi
La settimana si è conclusa con il duro sciopero nazionale per il settore dei trasporti, indetto contro la privatizzazione e la liberalizzazione del settore. L’astensione dal lavoro ha riguardato tutti i mezzi di trasporto: treni, aerei, bus e metro. Molte le polemiche suscitate dalla protesta.
Nel comparto bancario, UBI Banca ha comunicato che ricorrerà nuovamente al Fondo di Solidarietà di settore per 341 addetti, in aggiunta ai 1.300 già previsti dal piano industriale. In seguito alla decisione di Wind Tre di cedere il ramo dell’azienda riguardante i call center, che ha messo a rischio 200 posti di lavoro a Genova e 900 nel resto del paese, si è svolto un primo incontro tra l’azienda e sindacati di categoria; questi ultimi, hanno ribadito la loro contrarietà alla decisione della compagnia di Tlc. I lavoratori dell’Ilva di Cornigliano, in concomitanza dell’inaugurazione del nuovo capannone di Ansaldo Energia, hanno indetto un presidio per protestare contro gli esuberi e chiedere il rispetto dell’accordo di programma. I lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche hanno occupato i locali della sovrintendenza per sensibilizzare tutte le parti in causa sui “gravissimi pericoli” posti in essere con il possibile mantenimento, all’interno della nuova legge per lo spettacolo dal vivo, dei disposti dell’art. 24 della Legge 160/2016. Si è aperto il confronto tra la Guerrato, l’azienda veneta che dal 2016 svolge i servizi di manutenzione e installazione di impianti presso l’Ospedale Arnas Civico di Palermo, e la segreteria della Fiom Cgil, congiuntamente alle Rsu, per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro e le altre proposte avanzate in questi mesi di mobilitazione. La Fp Cgil Sicilia ha proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori del settore rifiuti e ha annunciato iniziative di mobilitazione per fermare “i gravi danni che l’incapacità del governo regionale sta producendo all’ambiente, ai lavoratori, alle risorse pubbliche”.
Documentazione
Questa settimana nella sezione e’ possibile consultare il rapporto Uil sulle politiche abitative, e i rapporti Istat su: commercio estero e i prezzi all’import dei prodotti industriali, gli effetti delle politiche fiscali sulle imprese, i dati sui prezzi al consumo del maggio 2017, i dati sul censimento permanente delle istituzioni pubbliche, i dati sull’export delle regioni italiane nel I trimestre del 2017, e i numeri sulla produzione industriale relativi all’aprile 2017. Inoltre è possibile consultare il testo della relazione annuale COVIP, il terzo rapporto Cisl sulla contrattazione di secondo livello nel biennio 2015-2016, la relazione all’assemblea dell’Assonime tenuta dal neo presidente Innocenzo Cipolletta al suo insediamento, la lettera di Susanna Camusso agli iscritti in vista della manifestazione del 17 giugno e i dati di Confcommercio sui consumi e i prezzi relativi al maggio 2017.