Le elezioni per le Rsu del pubblico impiego, caratterizzate da un’altissima percentuale di votanti, hanno sancito l’affermazione delle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil nei confronti degli autonomi e se vogliamo, per esteso, hanno visto la sconfitta dei populismi e della protesta che avevano invece trionfato alle politiche di marzo. Nelle urne dei sindacati, al contrario, vincono partecipazione e riformismo.
Per avere i dati ufficiali occorreranno diverse settimane, vale a dire il tempo necessario all’Aran, cui spetta la comunicazione finale, di conteggiare i voti. Ma al di là di qualche percentuale in più o in meno dei diversi protagonisti, due dati sono già certezze: il primo e’ la percentuale di dipendenti pubblici che nei giorni stabiliti per il voto si e’ recato alle urne, e che sfiora in alcune zone del paese addirittura il 90%; il secondo dato e’ l’affermazione del sindacato confederale rispetto agli autonomi. Insieme, Cgil, Cisl e Uil si sono aggiudicate l’80% dei voti, lasciando alle altre sigle sindacali poco più che briciole.
Va detto che il settore pubblico e’ anche quello che nelle elezioni di marzo ha maggiormente premiato i partiti della protesta, in particolare i Cinque Stelle, punendo la sinistra riformista. Tuttavia, quando si parla di lavoro e diritti le scelte sono molto diverse. Scelte che premiano, innanzi tutto, il radicamento sul territorio: nei luoghi di lavoro il rapporto tra rappresentati e rappresentanti e’ strettissimo, a differenza che nella politica. E questo proprio perché i sindacati confederali, con le loro strutture, sono ‘’davvero’’ presenti ovunque, in regioni, citta’, paesi, aziende. Una presenza concreta e fisica che peraltro, storicamente, condividevano con i partiti della sinistra, prima che le varie riforme in nome di una cosiddetta modernità finissero per smantellare le tradizionali sezioni a favore di più evanescenti “circoli”. Un errore grave, che la sinistra sta pagando a caro prezzo.
Proprio l’alta partecipazione al voto del Pubblico impiego dimostra infatti che nella società italiana la voglia di ‘’esserci’’ e di contare c’e’ eccome. E quando non c’e’, tocca chiedersi se non sia stata sbagliata l’offerta: il contrasto tra il modestissimo 52% di votanti nel Molise, per settimane elevata dai media a regione con un ruolo chiave nello scenario politico italiano, con le percentuali quasi plebiscitarie ottenute dai sindacati nelle loro elezioni (peraltro completamente ignorate dagli stessi media) dovrebbe indurre a qualche riflessione.
Il sindacato confederale, insomma, si conferma essere ancora una volta centrale: un baluardo di unità del mondo del lavoro contro le spinte corporative che questo voto ha chiaramente respinto. Ma il battaglione di rappresentanti eletti dai dipendenti pubblici dimostra anche un’altra cosa: e cioè che il sindacato, malgrado la retorica della ‘’narrazione’’ che va per la maggiore, e’ tutt’altro che una polverosa burocrazia incancrenita dietro le scrivanie, o nomemklatura, o kasta, ma e’ invece costituito da persone in carne ed ossa, da lavoratori che vengono “riconosciuti” e votati da altri lavoratori. Anche questo potrebbe costituire uno spunto di riflessione utile, per la politica in crisi di rappresentanza.
Contrattazione
È stato rinnovato questa settimana il contratto collettivo degli artigiani. L’accordo, che interessa 500mila lavoratori e 250mila aziende, prevede un aumento va dai 42 Euro del 5° livello ai 54 euro del 1° livello, con la prima trance erogata a maggio e la seconda settembre 2018, rivalutato quindi del 3,2%, secondo l’indice dei prezzi al consumo Ipca registrato per gli anni 2015-2018, una tantum di 150 euro a giugno e altre 149 Euro a ottobre 2018. Sono stati rivalutati i valori della trasferta a 35 Euro giornaliere e della reperibilità a 13 e 7 Euro. Inoltre, è stato riconfermato l’impegno delle parti a monitorare e favorire la contrattazione integrativa regionale sugli aspetti delle condizioni dei lavoratori. Nel settore dell’agroalimentare, è stato siglato il contratto integrativo per lo stabilimento Pai di Novara, del gruppo San Carlo, e i sindacati di categoria. Il testo prevede un aumento del premio di risultato, che passerà da 2.400 a 2.800 euro, con un aumento di 100 euro l’anno per il periodo di validità, e un aumento di 1.000 euro nel quadriennio. Complessivamente i lavoratori percepiranno una media di 9mila euro in quattro anni a titolo di premio di risultato. E ancora, e’ stato rinnovato, dopo 10 anni, il contratto nazionale dei dipendenti dei teatri. La firma comporta un aggiornamento degli strumenti legislativi, che secondo le parti comporteranno maggiore competitività per le imprese. Sul fronte economico è previsto un aumento che, a regime nel 2020, sarà pari al 12%. Nel settore degli elettrodomestici, Mediamarket ha firmato la proroga del contratto di solidarietà per due mesi. Tuttavia Filcams Cgil Fisascat Cisl e UIltucs rimangono ancora dubbiosi per il futuro occupazionale dei 700 addetti. Nel comparto dell’auto è stata firmata la bozza di accordo per il Polo produttivo torinese, che prevede lo spostamento di 1.052 lavoratori da Mirafiori a Grugliasco. L’accordo, nato dopo una trattativa che ha visto la compagine sindacale divisa, da una parte Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf e dall’altra la Fiom, prevede una serie di percorsi di formazione e ricollocazione per i 1.052 dipendenti, l’apertura di una procedura di esodo volontario, la rotazione dei lavoratori all’interno del Polo produttivo e l’utilizzo del contratto di solidarietà.
Interviste
Giorgia Cassiero ha intervistato Massimo Mensi, responsabile ICT di Filcams Cgil e Mario Grasso, referente del Coordinamento Networkers della Uiltucs, a proposito della Gig Economy. Prendendo spunto dal ‘’caso Foodora’’, l’intervista a due voci approfondisce lo stato dell’arte nel comparto in rapidissimo sviluppo dei cosiddetti ‘’lavoretti’’, soprattutto per quanto concerne l’azione del sindacato e la possibile regolamentazione del settore.
Alessia Pontoriero ha intervistato Franco Martini, segretario confederale Cgil, sul tema drammatico delle morti sul lavoro sempre piu’ frequenti, a cui Cgil, Cisl e Uil hanno dedicato quest’anno le celebrazioni per il Primo Maggio.
La nota
Nunzia Penelope analizza il voto delle Rsu nel pubblico impiego, segnato da un’altissima percentuale di votanti e dalla netta affermazione delle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil. Un esito che premia il radicamento sul territorio e nei luoghi di lavoro, smentendo la “narrazione” di un sindacato sommerso dalla polvere della burocrazia. Ma che, per esteso, vede anche la vittoria del riformismo rispetto alle spinte populiste e alla protesta, offrendo alla politica in crisi un utile spunto di riflessione.
Fernando Liuzzi fa il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda Ilva. Nel primo incontro, guidato dal viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, la trattativa tra AM InvestCo e i sindacati ha avuto come oggetto il tema del salario. Sempre in questa prima giornata Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, ha cercato di stoppare la trattiva. Il secondo incontro ha visto una riduzione delle distanze tra sindacati e AM InvestCo in merito alla parte fissa del salario aziendale, ma non è stato sciolto il nodo della parte variabile. Nel terzo incontro della settimana, i sindacati hanno potuto misurare che le distanze fra le loro richieste e le proposte di AM InvestCo in materia di occupazione sono rimaste invariate. Annunciate assemblee e altre iniziative unitarie.
Tommaso Nutarelli, a cinque anni dal tragedia del Rana Plaza a Dacca, dove morirono più di mille lavoratori sotto le macerie, fa il punto sulle misure messe in campo dalla Clean Clothes Campaign, network internazionale che raggruppa sindacati di diversi paese e ong, per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro ai dipendenti del tessile.
Alessandra Damiani e Andrea Donegà, rispettivamente segretaria nazionale Fim Cisl e segretario generale Fim Cisl Lombardia, illustrano le iniziative di Cash Mob Etico e Voto col Portafoglio, vale a dire le pratiche per orientare le imprese verso la sostenibilità e promuovere consapevolezza e partecipazione tra le persone.
Analisi
Giuliano Cazzola interviene nel dibattito aperto dal Diario del lavoro con il ciclo di interviste sui rapporti tra il sindacato e le forze politiche prendendo spunto dall’intervista a Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom, firmata dal direttore del Diario Massimo Mascini. Per Cazzola, Rappa anticipa quello che e’ nei fatti: le convergenze tra la confederazione di Camusso e il Movimento di Di Maio sono inevitabili perché partono ‘’dal basso’’ e cioè dal voto che la base della Cgil ha indirizzato verso i grillino.
Maurizio Ricci spiega come le crisi economiche diano una spinta per ingrossare le fila dell’estrema destra. Tuttavia, osserva, non tutte le crisi sono uguali. Quali sono dunque le leve che maggiormente smuovono sistemi politici consolidati? Le ondate migratorie o le difficoltà dell’economia?
Angelo Colombini ci parla di come orientare la produzione economica per una migliore gestione degli scarti e del consumo di materia prima. Sono questi gli obiettivi che guidano la riforma delle direttive europee in tema di economia circolare, recentemente approvata dal Parlamento Europeo
I blog del Diario
Costantino Corbari ci parla del Working Title Film Festival, appuntamento che, giunto alla sua terza edizione, dal 27 aprile al 1° maggio a Venezia, mette insieme il mondo del cinema e quello del lavoro.
Roberto Polillo fa il punto sullo stallo politico post elettorale. Per trovare una soluzione al rebus della crisi, afferma, nuove elezioni politiche sembrano un’opzione percorribile.
Il guardiano del faro
Marco Cianca prende spunto dal 73 esimo anniversario della liberazione per osservare che quest’anno si e’ celebrato un 25 aprile sempre più stentato e minoritario, scandito anche dalle voci di chi la ritiene una data divisiva e vorrebbe cancellarla. E rivolto alla sinistra afferma: “non basta alimentare la memoria. Servono nuove idee e coraggiose gambe per farle camminare”.
Diario della crisi
I lavoratori di Atac, Corpa e Roma Tpl hanno organizzato un sit-in in piazza del Campidoglio in occasione del consiglio comunale straordinario in merito alla questione legata alla privatizzazione di Atac. Nel settore della grande distribuzione, prosegue la mobilitazione dei lavoratori di Auchan, soprattutto dei dipendenti degli stabilimenti di Napoli Argine e di Catania La Rena, in difficoltà gestionale e prossimi alla chiusura dei battenti entro fine aprile. Anche i 9mila lavoratori di Sma Simply, catena del gruppo Auchan con oltre 200 punti vendita in tutta Italia, hanno proclamato lo stato di agitazione. Nel terziario, i sindacati di categoria Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno proclamato lo sciopero per la Festa della Liberazione e del 1° Maggio. La mobilitazione rientra nella campagna “La festa non si vende”, dove viene difesa la difendono la non obbligatorietà della prestazione lavorativa nelle festività nazionali e il diritto dei lavoratori a trascorrere queste giornate a proprio piacimento. A Genova, i sindacati di categoria hanno indetto lo stato di agitazione della Farmacie Comunali contro la privatizzazione più volte annunciata dal sindaco Marco Bucci, che comporterebbe “un impoverimento del ruolo pubblico dell’azienda”. Sempre nel capoluogo ligure, i sindacati di di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti del Porto hanno indetto uno sciopero per sensibilizzare l’opinione pubblica e tutti i soggetti coinvolti sulle tematiche riguardanti la sicurezza. A Torino, la Fca ha annunciato 3 Cig per i dipendenti del Centro Ricerche. Intanto riprende il confronto sul trasferimento da Mirafiori a Grugliasco di un migliaio di lavoratori per fronteggiare l’esaurimento dei contratti di solidarietà alle Carrozzerie dello stabilimento torinese. Nel settore degli elettrodomestici, Embraco velocizza il percorso di reindustrializzazione dello stabilimento di Riva di Chieri. La sede piemontese non è stata inclusa nella transizione che ha portato i giapponesi a comprare Embraco. Negli edili, fumata nera dall’ultimo incontro al Mise sulla vertenza che coinvolge la Condotte Spa, il terzo gruppo di costruzioni in Italia che, secondo quanto dichiarato da Fenel Ficla e Fillea, non avrebbe dato risposte chiare sulle reali prospettive per le 3.000 famiglie coinvolte dall’eventuale chiusura dei cantieri.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i dati Istat sul Pil e l’indebitamento delle AP, le stime sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, i dati sui prezzi alla produzione dell’industria e i dati sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali. Infine il testo del contratto nazionale dei dipendenti dei teatri, artisti tecnici e amministrativi scritturanti.