Cresce tumultuosamente il numero di chi teme che la sinistra, quella politica, sia destinata a sparire a forza di scissioni, anatemi, divisioni. Ma cresce pericolosamente anche il numero di chi teme che siano a rischio pure le relazioni industriali, destinate quanto meno a cambiare pelle, e purtroppo in peggio. Un terreno difficile, da percorrere con molta attenzione. Partendo dai soggetti. La prima cosa da notare è che il sindacato non è morto, come qualcuno si ostina a ripetere. A provarlo basterebbero le recenti elezioni delle Rsu nel pubblico impiego: ha votato il 90% degli elettori, in controtendenza con la politica, e la grandissima parte ha preferito Cgil, Cisl e Uil. E’ anche ripreso il cammino unitario, almeno nelle sue massime espressioni. Ma restano difficoltà, buchi neri, dimenticanze, e non sono problemi di poco conto.
Sta sicuramente peggio l’associazionismo padronale. Il numero abnorme di contratti nazionali esistenti, 860 per il Cnel, 487 per l’Inps, è indice di un malessere che non si riesce a nascondere. Il fatto che Confindustria abbia dovuto penare un anno e mezzo per arrivare a un accordo con Cgil, Cisl e Uil sui temi della rappresentanza e della contrattazione, intralciata soprattutto dalle sue divisioni interne e dall’incapacità del gruppo dirigente di guardare un po’ più lontano, la dice lunga su queste difficoltà.
Piero Albini, che è il direttore della parte lavoro di Confindustria e che quell’accordo ha materialmente discusso con i sindacalisti, ha rivendicato in questi giorni, parlando alla Scuola di relazioni industriali de Il diario del lavoro e dell’Università La Sapienza di Roma, l’opportunità che un’associazione stia in silenzio per un determinato periodo, necessario a suo avviso per capire cosa stia succedendo, di chi siano le responsabilità, cosa si possa fare per intervenire. Vero, verissimo, ma la fase del silenzio non deve protrarsi troppo a lungo, altrimenti diventa colpevole. Specie se poi si arriva a un accordo che non affronta i problemi veri sul tappeto, in pratica ne rinvia la soluzione alla prossima stagione contrattuale, che si carica così di responsabilità improprie.
Imprenditori, specie gli industriali, ma non solo loro, fermi, incapaci di scegliere, di decidere, proprio loro che nelle loro aziende fanno del decisionismo una religione, che non va contraddetta perché i mercati premono, tutto corre, nessuno aspetta chi resta indietro. Ma anche il sindacato arranca. Le praterie del mercato del lavoro che il sindacato lascia inesplorate dietro di sé tendono ad allargarsi, il lavoro si fa sempre più liquido, difficile da prendere, seguire, tanto meno da sindacalizzare. Non c’è solo il caso dei bikers di Foodora o degli accordi Almaviva o Alitalia respinti platealmente dai lavoratori. C’è una certa difficoltà generalizzata a seguire i problemi, a rincorrerli. Il mondo corre, velocissimo, il sindacato spesso, troppo spesso, dà l’impressione di non essere in grado di tenere il passo.
Marco Bentivogli, il leader dei metalmeccanici della Cisl, ha affermato in un’intervista a Il diario del lavoro, che la fabbrica “sta cambiando sotto i nostri piedi, o ci muoviamo in fretta, ha commentato, o rischiamo di perdere il treno”. E Onofrio Rota, neosegretario generale degli alimentaristi della Cisl, anche lui intervistato da Il diario del lavoro, ha detto che stiamo vivendo “cambiamenti epocali, che devono essere affrontati in fretta al di là di qualsiasi retorica”. Questo per dire che c’è coscienza dei ritardi, della necessità di muoversi rapidamente, ma tutto è difficile, servirebbero forze, dinamismi, volontà che forse non sono disponibili.
E non sono certo solo i sindacalisti a capire che la terra trema pericolosamente. Filippo Contino, responsabile delle relazioni industriali in Enel, parlando anche lui alla Scuola di relazioni industriali, ha detto che senza un vero salto di qualità nell’azione delle parti sociali le relazioni industriali “rischiano l’estinzione”. E non è questione di tempi lunghi, “parliamo di semestri, non di anni”, ha specificato. Roberto Maglione, che per undici anni ha guidato le relazioni industriali in Finmeccanica usa parole non diverse. “E’ giusto, ha affermato, distinguere la parte tecnico funzionale delle relazioni industriali da quella politico istituzionale, la prima funziona, la seconda mostra pericolose deficienze, perché manca un pensiero alto, manca la necessaria cultura di fondo”.
Relazioni industriali a rischio, dunque? Un pericolo lo corrono: non quello di estinguersi, perché la difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori ci sarà sempre, ma certamente quello di cambiare radicalmente. Il sindacato non è morto, ma può perdere, o vedere annacquato il concetto di confederalità a favore di raggruppamenti professionali, o aziendali, che avrebbero certamente un altro respiro sociale e politico. Imprenditori e sindacati devono muoversi, allora, guardare i problemi veri. Al limite basterebbe farsi conoscere un po’ di più. Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom Cgil, ci ha raccontato che suo figlio pensava che lui fosse un parastatale, quasi che il sindacato fosse un’appendice dell’apparato burocratico dello Stato. Una rapida presa di coscienza, allora, e una ripartenza cercando di cogliere i problemi. Nessuno più delle parti sociali stesse sa dove e come muoversi.
Contrattazione
Questa settimana, nel settore gomma-plastica, è stato siglato l’accordo per il superamento della verifica degli scostamenti inflativi. Il documento, sottoscritto da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, unitamente alla delegazione trattante e i rappresentanti della Federazione Gomma Plastica, prevede la rimodulazione delle nuove tranche (21€ da maggio 2018 e 14€ da gennaio 2019) e, contemporaneamente, è stata prolungata di sei mesi la vigenza del contratto nazionale di lavoro, che pertanto scadrà il 30 giugno 2019, garantendo così i 76 euro di aumento nei minimi salariali (Liv. F), così come era stato previsto in sede di rinnovo (10 dicembre 2015). Nel comparto metalmeccanico, Unionmeccanica e Confapi hanno istituito il fondo Emb Salute. Lo statuto del fondo prevede che gli iscritti e i destinatari delle prestazioni offerte siano tutti i lavoratori dipendenti, non in prova, con contratto a tempo indeterminato compresi i lavoratori part-time, con contratto di apprendistato e con contratto a tempo determinato. Nel settore del credito è stato siglato l’accordo tra Ubi Banca e Ansaldo Energia. Il testo prevede l’accompagnamento, da parte della banca, delle imprese del settore nei processi di crescita e internazionalizzazione. Sempre nel mondo delle banche, è stato siglato tra i sindacati di categoria e Intesa San Paolo l’accordo sul Piano di Incentivazione del personale. Il Piano Lecoip 2.0 comprende tutte le aziende del Gruppo anche le ex Banche Venete e sancisce il legame tra produttività e redditività riconoscendo un ritorno economico non solo agli azionisti, ma anche alle lavoratrici e lavoratori del Gruppo.
Interviste
Tommaso Nutarelli ha intervistato Onofrio Rota, da poco eletto segretario generale della Fai-Cisl, per fare il punto sulle priorità del sindacato e lo stato di salute delle relazioni industriali nel settore agroalimentare, e più in generale nel Paese.
I blog del Diario
Roberto Polillo, partendo dall’attuale stallo politico, compie un’analisi comparata con il mondo del sindacato, che, afferma, lungi dall’essere un carrozzone burocratico, a differenza dei partiti dimostra al suo interno spirito democratico e capacità di partecipazione.
Il guardiano del faro
Marco Cianca prende spunto dal film del 1967 “New York: ore tre. L’ora dei vigliacchi”, per raccontare la violenza e la sopraffazione che contraddistinguono la nostra società, ma che troppo spesso cerchiamo di ignorare.
Diario della crisi
I sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs Uil hanno indetto uno sciopero relativo al settore della vigilanza privata e servizi fiduciari. I motivi dell’agitazione, secondo le sigle sindacali, risiedono nelle posizioni espresse delle associazioni datoriali che, all’atto del rinnovo del contratto scaduto da oltre due anni, “farebbero retrocedere le condizioni materiali dei lavoratori”. Nel comparto dell’automotive, i sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm chiedono con forza un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico sulla crisi finanziaria e la mancata attuazione del piano industriale e di rioccupazione dei lavoratori di Termini Imerese ad opera della società Blutec, dopo lo slittamento dell’incontro fissato per lo scorso 16 maggio. Si è tenuto l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per quanto riguarda lo stabilimento dell’ex Alcoa di Portovesme. L’incontro ha riguardato il piano industriale di SiderAlloys relativo al riavvio dello smelter. La Fiom, nell’occasione, ha avanzato una controproposta per la destinazione del 5% delle azioni ai dipendenti, come nelle intenzioni del governo.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i dati Istat relativi agli occupati e disoccupati mensili, le stime preliminari sul Pil e l’analisi sull’andamento demografico del Paese. Sono inoltre presenti i report del Centro Studi di Confindustria relativi al confronto tra Rei e Reddito di Cittadinanza, l’analisi sulla produzione industriale nel secondo trimestre del 2018 e il rapporto, in collaborazione con il Cerved, Pmi Centro-Nord 2018. Infine è presente nella sezione l’Unesco Global Report 2018 “World Trends in Freedom of Expression and Media Development” e il contributo di Cgil, Cisl e Uil in merito al nuovo bilancio presentato dall’Unione Europea post 2020.