Portare da 36 a 30 gli anni necessari per accedere, con 63 anni di età, all’APE SOCIAL per gli operai edili: è questa la richiesta contenuta nella lettera-appello inviata a tutti i parlamentari italiani dalla Fillea Cgil, il principale sindacato italiano delle costruzioni.
In base ai lavori della Commissione del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali coordinata dall’ex ministro Damiano “i lavoratori dell’edilizia – si legge nella lettera firmata dal segretario generale Alessandro Genovesi – sono risultati, i più esposti ad usura, a malattie professionali, ad incidenti sul lavoro (compresi, purtroppo, gli incidenti gravi e mortali). Gli stessi ultimi dati dell’INAIL parlano chiaro: il 30% degli infortuni nei cantieri coinvolge lavoratori over 50, il 13% coinvolge lavoratori over 55; il 70% delle malattie professionali colpisce lavoratori tra i 50 e i 64 anni, l’11% gli over 65; un incidente mortale su quattro riguarda gli over 55”.
A questo, si aggiunge anche il fatto che “il lavoro edile è strutturalmente discontinuo (il lavoro inizia e termina con lo specifico cantiere), sottoposto agli eventi stagionali, diverse volte anche – purtroppo – con periodi di lavoro non totalmente regolari e che quindi i 36 anni di contributi come requisito siano praticamente un “muro insormontabile” prosegue la lettera, riportando due dati “mediamente un’edile a 63 anni ha una carriera previdenziale media che oscilla tra i 26 e i 30 anni di contributi (anno di riferimento il 2020) e tra il 2017 ed oggi solo 1.296 lavoratori edili hanno potuto accedere all’APE SOCIAL, così come attualmente prevista.”
Insomma, per il segretario degli edili Cgil “se è pacifico che i lavori non sono tutti uguali, così come la loro gravosità e pericolosità, è evidente che serva riconoscere in termini strutturali tali differenze e tutelare i soggetti più deboli che, pur facendo i lavori più faticosi, non possono certo essere condannati a stare sulle impalcature o in galleria fino ai 65 o 67 anni di età. E’ giunto il momento di “far scendere i nonni dalle impalcature”, fare un atto di giustizia e favorire indirettamente anche un ricambio generazionale che è e sarà sempre più anche un ricambio professionale, con giovani più preparati sulle nuove tecniche costruttive, i nuovi materiali, l’efficienza energetica come richiesto anche da una domanda sempre più attenta alla sostenibilità e alla qualità”.
“Per tutte queste ragioni – conclude l’appello ai parlamentari della Fillea – chiediamo a tutte e tutti i parlamentari di intervenire in fase di approvazione della Legge di Bilancio per l’anno 2020, per portare da 36 anni a 30 il requisito per accedere all’Ape Social per i lavoratori dell’edilizia”.
tn