La prossima Legge di Bilancio, secondo l’Alleanza contro la povertà, rappresenterà un “passaggio storico” della lotta alla povertà nel nostro Paese: “si deciderà se la recente introduzione del Rei costituirà o meno il punto di partenza” per rispondere agli indigenti.
L’Alleanza contro la povertà in Italia, nata alla fine del 2013, raggruppa un insieme di soggetti sociali, in particolare 35 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, enti di rappresentanza del terzo settore, e sindacati. Obiettivo dell’associazione, il “contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche – spiega l’Alleanza – contro la povertà assoluta nel nostro Paese”.
“L’introduzione del Reddito d’inclusione (Rei) – spiega l’Alleanza – è un’importante innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della misura proposta dall’Alleanza contro la Povertà in Italia, recepiti durante il dibattito parlamentare e presenti nel Memorandum siglato lo scorso aprile con il Governo. Va dato atto a Governo e Parlamento di avere conseguito un risultato importante”.
“La prossima Legge di Bilancio – prosegue l’associazione – rappresenterà però un passaggio storico della lotta alla povertà nel nostro Paese. Si deciderà, infatti, se la recente introduzione del Rei costituirà l’ennesima riforma incompiuta nella storia italiana oppure il punto di partenza di un percorso capace di costruire risposte adeguate per tutti gli indigenti.”
Le risorse sinora rese disponibili permettono di seguire la proposta dell’Alleanza solo in modo parziale. “Ad oggi – spiega l’Alleanza – il Rei è destinato a raggiungere esclusivamente una minoranza di poveri, fornendo risposte inadeguate nell’importo dei contributi economici e da verificare nei percorsi d’inclusione sociale.”
L’Alleanza propone quindi di adottare un Piano Nazionale contro la povertà 2018-2020, che prosegua il percorso iniziato con l’introduzione del Rei fino al suo completamento. “Si agirà con gradualità per estendere il Rei a tutti gli indigenti, rafforzando gli interventi forniti e sostenendo l’attuazione del Rei a livello locale, dove vi è un impegno congiunto di Stato, Regioni ed altri soggetti.”
Alla conclusione del Piano, nel 2020, secondo l’Alleanza serviranno a regime circa 5,1 miliardi in più rispetto ad oggi. “Solo con queste risorse e con servizi adeguati l’Italia sarà dotata di una misura nazionale contro la povertà assoluta che possa dirsi universale – ovvero rivolta a chiunque viva in tale condizione –, continuamente monitorata, adeguata nei contributi economici e nei percorsi di inclusione.”
Ad oggi, secondo il documento elaborato dall’Alleanza, riceveranno il Rei solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62% dei poveri ne rimarrà escluso. Inoltre, il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura.
“Di fatto – spiega l’associazione – il profilo attuale della misura dividerà i poveri in due gruppi: quelli che riceveranno il Rei, e quelli che non lo riceveranno. Tale discriminazione può essere compresa solo se temporanea e, quindi, da considerare come un primo passo nella prospettiva di un progressivo ampliamento dell’utenza.”
E.G.