Pubblichiamo nella sezione Documentazione del Diario del Lavoro un ampio articolo di Tiziano Treu sul tema del salario minimo. L’analisi (pubblicata anche nel WP C.S.D.L.E. “Massimo D’Antona”.IT -457/2022) è suddivisa in nove capitoli:
– Questione salariale e debolezze di sistema
– Frammentazione delle rappresentanze e incertezza dei perimetri negoziali
– Vuoto di regolazione sulla rappresentatività
– Codice degli appalti e riapparizione della categoria “oggettiva”
– Rappresentatività e sostegno legislativo
– Le vie alternative per il salario minimo indicate dalla Commissione europea
– Condizioni per applicare in Italia la via contrattuale al salario minimo
– Estensione dei minimi salariali dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi: requisiti e modalità
– Tutele per il lavoro autonomo ed equo compenso
Nel primo paragrafo il giuslavorista, nonché ex presidente del Cnel, avverte che la questione salariale, ora più che mai attuale nel nostro paese, va considerata nella sua gravità presente, ma senza dimenticare le sue radici strutturali. Radici che a loro volta si alimentano nelle debolezze di sistema della nostra economia e che si riflettono poi nelle distorsioni del nostro mercato del lavoro. Aspetti strutturali ben noti, afferma Treu, e che tuttavia “vanno tenuti presenti perché condizionano la validità delle risposte di policy”. Per questo motivo, “la eventuale introduzione di qualche strumento di salario minimo non può essere considerata risolutiva, e dunque non va caricata di aspettative né di polemiche eccessive, come invece appare sovente nel dibattito non solo politico, ma anche fra gli osservatori esperti, giuristi e non”.