“Qualsiasi proposta di aumento dell’orario lavorativo e di mansioni senza risorse aggiuntive, va rispedita al mittente perché è irricevibile”. Lo dice in una nota il segretario dell’Anief-Cisal Marcello Pacifico, commentando la trattativa con l’Aran sul rinnovo del contratto del personale scolastico.
“L`Aran – spiega Pacifico – ha in serbo di inserire tra le ore obbligatorie funzionali all’insegnamento nuovi compiti, in cambio di aumenti farsa. Non va meglio per chi comincia a insegnare, il cui compenso è inferiore del 6,5% rispetto a quanto si percepisce per lo stesso lavoro nell`area Ocse. Ora, l`Aran con il nuovo contratto cerca di introdurre delle norme che tendono ad assimilare l`opera di chi insegna nella scuola ad un lavoro impiegatizio”.
“Dalla bozza del nuovo contratto collettivo nazionale, inoltre, non si recepiscono le sentenze della Corte suprema sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, né si elimina il raffreddamento della carriera nelle ricostruzioni attuate per il personale di ruolo. Addirittura – prosegue il sindacalista – si attribuiscono appena 220 euro netti di arretrati per il 2016 e il 2017 ed aumenti di soli 40 euro netti per il 2018: è una cifra ridicola, addirittura tre volte inferiore all’aumento del costo della vita registrato dopo il blocco decennale degli stipendi”.
“Per questo – conclude pacifico – insistiamo con i ricorsi in tribunale, confermando la mobilitazione del personale che, anche per altre motivazioni, porterà il nostro sindacato scioperare due volte nelle prossime settimane e a scendere in piazza il 23 marzo per una grande manifestazione nazionale. Di fronte a queste condizioni – conclude Pacifico – il nostro sindacato si oppone senza se e senza ma”.