“I dati diffusi oggi dall`Istat mostrano un lento, ma continuo miglioramento del nostro mercato del lavoro. Rispetto ad un anno fa, abbiamo 190mila unità di lavoro in più e circa 270mila persone non più in stato di disoccupazione e inattività. I segnali sono quindi incoraggianti analizzando il grezzo dato numerico. Permangono, però, ancora forti criticità sulla qualità dell`occupazione dipendente generata”. Lo dice il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, sottolineando che “a crescere, in valori tendenziali, sono solo posti di lavoro temporanei, con un aumento del 12,4% (oltre 320mila), a fronte della riduzione di 51mila posti stabili”.
A ciò, prosegue, “si aggiunge la continua flessione dell`occupazione nella fascia 35-49 anni che perde circa 250 mila posti di lavoro. Chiaramente ciò che ci continua a preoccupare maggiormente è l`incessante aumento e la consistenza della temporaneità dell`occupazione dipendente (un lavoratore a termine ogni 5 a tempo indeterminato). L`instabilità lavorativa porta con sé anche un`instabilità economico-produttiva, oltre che sociale.
Instabilità che è alimentata dal crescere di un`economia che, alimentata da forme rapidissime e tecnologicamente avanzate di connessione tra consumo e produzione, crea nuovi lavori fuori dalle attuali regolazioni contrattuali e giuridiche”.
Secondo Loy “su questo tema occorre adoperarsi in fretta e di più, perché non si raggiunge un buon mercato del lavoro attraverso il solo aumento numerico degli occupati, bensì con un incremento della buona e stabile occupazione”.