Poco lavoro e poco salario: ecco il ritratto dell’Italia vista dall’Ocse. Crescita economica e occupazione in leggera ripresa in Italia nel biennio in corso, secondo le previsioni indicate dall’Ocse nel suo ultimo rapporto annuale sull’occupazione. Quest’anno il Pil della penisola dovrebbe registrare un più 0,6 per cento, accelerando al più 1,5 per cento nel 2016. L’occupazione intanto dovrebbe aumentare dello 0,5 per cento quest’anno e dell’1 per cento il prossimo.
Sempre secondo l’Ocse, il tasso di disoccupazione italiano calerà al 12,4 per cento nel 2015, dal 13 per cento del 2014, e all’11,9 per cento nel 2016. Il tasso di occupazione salirà marginalmente, al 43 per cento nel 2015 e al 43,1 per cento nel 2016.
Eppure la disoccupazione di lungo termine rimane tra le più elevate di tutta l’Ocse: secondo l’ente parigino coloro che risultano disoccupati da almeno un anno raggiungono il 61,1 per cento nella penisola.
Nel 2014 i salari medi dei lavoratori italiani si sono attestati a 35.442 dollari, in aumento rispetto ai 34.561 dollari del 2013, ma ampiamente sotto la media OCSE che si attesta a 46.533 dollari. Tra i Paesi industrializzati dell’area OCSE l’Italia si aggiudica la maglia nera per i salari medi, lo stipendio italiano è anche più basso di quello spagnolo (38.386 dollari) per non parlare di Francia (40.917 dollari) e Germania (44.007 dollari).
In Italia praticamente un giovane su tre tra 24 e 29 anni non lavora, non studia e non segue alcun percorso di formazione, in riferimento al mondo dei Neet (Neither Employed nor in Education or Training). In Italia sfiorano il 35% nella fascia di età 25-29 anni, a fronte di una media Ocse inferiore al 20 per cento. Sempre in Italia superano il 30 per cento sulla fascia 20-24 anni.
Guardando alla più ampia fascia di età 15-29 anni, dove tuttavia il dato italiano incorpora la quota di giovani che vanno ancora a scuola, la percentuale di Neet nella penisola si attesta attorno al 25 per cento. Uno su quattro quindi, a fronte di una media Ocse attorno al 15 per cento.
Secondo l’Ocse la percentuale di Neet in Italia è aumentata del 40 per cento dall’inizio della cris, scavando “un divario” rispetto alla media dei paesi avanzati. Dopo aver subito un marcato peggioramento, più di recente le prospettive occupazionali dei giovani si sono stabilizzate, con un tasso di disoccupazione attorno al 42 per cento.