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Barbacci (Cisl), no all’obbligo vaccinale, per la scuola non serve

Tommaso Nutarelli
Luglio30/ 2021

L’85% del personale scolastico è immunizzato, e la percentuale è sicuramente maggiore visto che non abbiamo tutti i dati in modo puntuale. Non ci sono le condizioni per imporre l’obbligo, vista l’elevata percentuale di vaccinati. È questo il commento di Ivana Barbacci, segretaria generale aggiunta della Cisl Scuola. In vista di settembre, spiega, ci sono ancora le stesse incognite denunciate un anno fa. Il dialogo con il ministro Bianchi è buono, ma serve uno scatto in più. Saggie e apprezzabili le parole del presidente Mattarella sui vaccini. 

Siete favorevoli all’obbligo vaccinale per il personale scolastico?

 Per il personale della scuola non è necessario prevedere l’obbligatorietà.

Perché?

 Perché al momento non ci sono le condizioni per imporlo. I dati che abbiamo al momento ci dicono che il personale vaccinato è pari all’85%. Sono, tuttavia, numeri parziali perché molti che sono vaccinati sono registrati come privati cittadini, e non come personale scolastico. Dunque la percentuale è sicuramente più alta, e non escludo che possa raggiungere il 100% a fine agosto.

È una posizione condivisa con le altre sigle?

Sostanzialmente si.

Un dato che però non è uniforme. Ci sono regioni più virtuose, con maggior copertura vaccinale, e altre che lo sono meno. 

Ma anche in questo caso ci troviamo a dover fare i conti con cifre non aggiornate. In alcune regioni, soprattutto al Sud, ci sono molti docenti che sono vaccinati dove prestano servizio e questo la regione di residenza non lo sa. Oppure per altri la situazione è l’opposto. Dobbiamo anche tener presente che l’età media all’interno della scuola è 54 anni, e che ci sono molti soggetti fragili, esclusi dalla vaccinazione.

Pensa che per i ragazzi siano necessario il green pass? 

Serve uno strumento per mappare la situazione ed evitare possibili rischi. Ma i ragazzi hanno capito da soli che vaccinarsi vuol dire essere liberi.

Il presidente Mattarella ha parlato di dovere etico e civile per quanto riguarda la vaccinazione. Cosa ne pensa?

 Sono parole che condividiamo in pieno. Il sindacato ha sempre ribadito la sua fiducia nella scienza e nei vaccini, come unico strumento per ritornare alle nostre vite.

Martedì c’è stato l’incontro con il ministro Bianchi in vista di settembre. Che cosa è emerso?

 Purtroppo è stato un incontro interlocutorio. Speravamo in un confronto più concreto. È emersa tuttavia la volontà del ministro di arrivare al 1° settembre con tutte le condizioni per riprendere in presenza. La dad dovrà essere l’ultima ratio, e solo per un periodo di tempo limitato. Mancano, tuttavia, ancora dei tasselli.

Quali?

C’è il problema del precariato. Il 60% dei posti vacanti non sarà coperto da personale a tempo indeterminato. Inoltre dobbiamo capire dal Cts se il distanziamento dovrà ancora essere applicato e come. Se così dovesse essere ci ritroveremo ancora una volta con i vecchi problemi legati all’edilizia scolastica, con molte aule non idonee. In questo gli enti locali non hanno fatto molto. C’è sempre l’incognita legata ai trasporti, e serve un miglioramento del raccordo tra scuola e Asl, che lo scorso anno non è stato così fluente.

Mi sta parlando di problemi che anche lo scorso anno il sindacato aveva denunciato. Non c’è stato dunque nessun passo in avanti con il nuovo governo? 

C’è stato sicuramente un cambio di passo sulla campagna vaccinale, e di questo ne ha beneficiato anche la scuola. Il piano estivo del ministro Bianchi è stato un buon modo per aiutare quei ragazzi e quelle famiglie che più di altri hanno risentito della dad. Tuttavia, in vista di settembre, non è stato fatto ancora quello scatto in più, nonostante il ministro abbia instaurato con il sindacato un’ottima base di dialogo.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.

Redattore de Il diario del lavoro.