Prosegue la spaccatura tra la Fiom e la Cgil dopo il direttivo dei metalmeccanici della Cgil di ieri in cui il segretario generale, Maurizio Landini, ha proposto un documento in cui oltre a rilanciare lo sciopero generale si chiede alla Cgil di non partecipare a nessun tavolo di Confindustria e in cui Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, ha fatto sapere che in caso la Cgil decidesse di andare avanti con i tavoli, i metalmeccanici faranno disubbidienza. Ieri la Cgil aveva già detto un secco no alla proposta della Fiom. Oggi sull’argomento è intervenuto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha espresso un nuovo no alle richieste di Landini. Camusso spiegando di credere “che la Fiom stia sottovalutando una contingenza nella quale si sono aperte delle possibilità di discussione con il sistema delle imprese”. Le imprese, ha detto, “avevano immaginato che il Governo avrebbe dato loro le risposte necessarie, invece man mano si sono disamorate di un’assenza di risposte”. Camusso ha spiegato: “vediamo, misuriamo i contenuti, noi non abbiamo paura del confronto con gli altri, non ne abbiamo mai avuto, non ci autoescludiamo dai tavoli”. Dopo aver ricordato che sono già stati raggiunti accordi su ammortizzatori sociali, innovazione e ricerca, mezzogiorno e semplificazione, ha detto che restano aperti i tre su fisco, federalismo e produttività, e ha invitato a riconoscere “i risultati che vengono dall’aver chiesto tenacemente in questi due anni che ci dessero delle risposte”. Altro punto di probabile rottura tra la Cgil e la Fiom è lo sciopero generale. Se per Landini va deciso subito, per Camusso se ne parlerà dopo la manifestazione del 27 novembre.
Nella polemica è entrato anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi che ha detto questa mattina di giudicare positivamente ” che la Cgil abbia deciso di tenere il punto e non abbandonare il tavolo sul nuovo patto sociale come avrebbe invece voluto la Fiom”. Sacconi ha aggiunto che “in questi giorni invierò alle organizzazioni sindacali una proposta di legge delega sul nuovo statuto dei lavori, che dovrebbe sostituire lo statuto dei lavoratori”.
(LF)