31ª Seduta
Presidenza del Presidente
Intervengono i sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Micciché e per il lavoro e le politiche sociali Jole Santelli.
La seduta inizia alle ore 15.
ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto riguarda la dotazione finanziaria del Fondo sociale europeo per alcuni Stati membri (n. COM (2013) 560 definitivo)
(Esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà e rinvio)
Il relatore PICCINELLI (PdL) illustra la proposta, che mira a modificare il regolamento (CE) n. 1083/2006, concernente disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, per agli aspetti riguardanti la dotazione finanziaria del Fondo sociale europeo destinata ad Italia, Francia e Spagna. La decisione di implementare le risorse finanziarie destinate ai 3 Stati membri, nella programmazione 2007-2013, nasce dall’esigenza di affrontare situazioni preoccupanti di disoccupazione giovanile e di contrasto alla povertà che hanno investito in particolar modo questi Paesi. Inoltre l’aumento delle risorse permetterà di facilitare l’attuazione di alcuni programmi operativi già attivati, nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” e “Competitività regionale e occupazione”.
La base giuridica dell’atto è individuata all’articolo 177 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, mentre non è espressamente individuata e motivata la conformità ai princìpi di proporzionalità e di sussidiarietà, che in base all’articolo 5 del protocollo n. 2 del TFUE è obbligatoria. Pertanto, può essere contestata la mancanza di una adeguata motivazione che ha dato origine al provvedimento al nostro esame.
La proposta si compone di 2 articoli. L’articolo 1 contiene modifiche agli articoli 18, 19, 20 e 75 e all’allegato I del regolamento (CE) n. 1083/2006, che prevedono per il 2013 una dotazione supplementare pari a 125.513.290 euro del FSE, ripartita tra i tre Paesi. Tali impegni di bilancio, pur rientrando nella programmazione 2007-2013, possono essere assunti entro il 30 giugno 2014, in modo da permettere a programmi già operativi di beneficiare di dotazioni supplementari.
L’articolo 2 concerne l’entrata in vigore. Considerata la scadenza temporale di erogazione delle risorse, il relatore segnala l’opportunità che le modifiche proposte nel provvedimento in esame siano adottate con la massima urgenza.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(Doc. XXII, n. 3) CASSON ed altri – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 7 agosto scorso.
Il PRESIDENTE avverte che sono giunti i pareri non ostativi della 1a e della 5a Commissione permanente sul testo e sugli emendamenti.
La relatrice FAVERO (PD) presenta due ulteriori emendamenti (testo allegato al resoconto della seduta), finalizzati a dare maggiore compiutezza all’impianto del testo. In particolare si sofferma sulle gravi conseguenze a livello familiare conseguenti all’infortunio di una lavoratrice.
Il presidente SACCONI condivide che dalla differenza di genere consegua altresì una maggiore esposizione, anche per la sovente maggiore discontinuità del processo lavorativo. Avverte quindi che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato a domani, alle ore 15.
La Commissione prende atto.
Il sottosegretario SANTELLI manifesta il pieno consenso del Governo all’iniziativa, ricordando anche i positivi risultati conseguiti dalla analoga Commissione parlamentare di inchiesta nella precedente legislatura. Si riserva successivamente l’espressione della propria posizione con riferimento alle singole proposte emendative.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
(772) GRANAIOLA ed altri. – Interpretazione autentica della disciplina relativa al trasferimento del personale docente dal Ministero della pubblica istruzione ai ruoli dell’INPS, di cui alla ordinanza ministeriale n. 217 del 1998
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 10 settembre scorso.
Il Presidente SACCONI dà conto del dibattito finora svolto sul tema, sottolineando la delicatezza della vicenda sulla quale il provvedimento interviene, determinatasi a causa di un mero disguido interpretativo.
Il sottosegretario MICCICHÈ si dice favorevole all’iter del provvedimento, ritenendolo preferibile ad una soluzione di carattere amministrativo, pur evocata dalla stessa relatrice Gatti nel corso della illustrazione del disegno di legge.
Il presidente SACCONI, nell’acquisire positivamente il parere del Governo, caldeggia tuttavia una ulteriore verifica in ordine alla percorribilità di una soluzione a carattere amministrativo, attraverso una circolare interpretativa della disciplina.
Il senatore ICHINO (SCpI) pur condividendo che l’adozione di una circolare interpretativa rappresenterebbe una strada di più facile agibilità, osserva che un ostacolo in proposito può essere rappresentato dalla circostanza che taluni giudizi promossi da un gruppo di interessati si sono conclusi negativamente in via definitiva.
La senatrice Rita GHEDINI (PD) prega il Sottosegretario di voler ulteriormente approfondire la possibilità di risolvere la problematica in via amministrativa, atteso che, accanto a giudizi sfavorevoli, taluni soggetti hanno invece ottenuto sentenze di segno diverso, determinandosi così forti sperequazioni all’interno della medesima categoria di personale. Richiama inoltre l’attenzione sugli ostacoli che l’iniziativa legislativa parlamentare potrebbe incontrare sotto il profilo della copertura degli oneri, mentre presso l’INPS risultano accantonati fondi specificamente finalizzati.
Anche il presidente SACCONI evidenzia la obiettiva complessità della situazione e ribadisce la richiesta di un ulteriore approfondimento.
Il sottosegretario MICCICHÈ assicura che si farà carico di garantire nei tempi più rapidi il conseguimento di una soluzione alla vicenda, della cui delicatezza ed urgenza il Governo è pienamente consapevole.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 15,45.
30ª Seduta
Presidenza del Presidente
indi della Vice Presidente
Interviene il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giovannini.
La seduta inizia alle ore 14.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 1-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole con raccomandazioni)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 1° ottobre scorso.
La senatrice D’ADDA (PD) illustra una proposta di parere favorevole con raccomandazioni da lei redatta e pubblicata in allegato al resoconto.
Il presidente SACCONI concorda con l’impostazione del parere, suggerendo altresì di aggiungere, laddove si richiama il Governo alla necessità di dare una soluzione completa al problema degli esodati, l’invito a valutare l’opportunità di inserire nel sistema previdenziale forme di flessibilità finanziariamente sostenibile.
La senatrice Rita GHEDINI (PD), nel concordare con i contenuti della bozza di parere, suggerisce di inserire tra gli impegni del Governo un riferimento alla necessità di garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Fermo restando che del tema si discuterà in sede di esame di disegno di legge di stabilità, segnala che, ai fini della copertura di quelli autorizzati per l’anno in corso, risultano mancare ancora 500 milioni di euro.
Anche il senatore ANGIONI (PD) apprezza i contenuti della proposta di parere, notando che recenti dichiarazioni del Governo gettano ulteriore luce su alcuni elementi del Documento, riguardanti i principali motivi di disagio nel mondo del lavoro in Italia. Nessuna norma di semplificazione o incentivazione è infatti sufficiente se non riparte l’economia del Paese; il decremento del tasso di disoccupazione nel giro di quattro anni, preannunciato in queste ultime ore, può dunque essere conseguito solo a condizione che si favoriscano politiche di crescita economica e si realizzi l’abbattimento del cuneo fiscale. Nel Documento si ricordano in particolare alcune misure, quali la flessibilità in entrata e la garanzia per i giovani: iniziative tutte di grande rilievo, e che necessiterebbero tuttavia di più consistenti dotazioni finanziarie. E in ogni caso nessuno strumento di incentivazione riguarda la fascia compresa tra i 30 e i 50 anni di età, che è quella del maggiore disagio sociale. Anche la riduzione del cuneo fiscale richiede fondi che consentano un’azione incisiva. Quanto alla spesa pensionistica, la previsione del Documento è il conseguimento di un rapporto con il PIL pari all’1 per cento circa nel 2030. A suo giudizio è ancora possibile ammorbidire le norme in materia di flessibilità in uscita contenute nella legge Fornero, per ragioni di equità e al fine di incentivare il turn over dei lavoratori.
La senatrice CATALFO (M5S) illustra una proposta di parere contrario, pubblicata in allegato al resoconto, soffermandosi in particolare sul concetto di reddito di cittadinanza, che copre tutte le persone che vivono al di sotto della soglia di povertà.
La senatrice MUSSOLINI (PdL) annuncia il voto favorevole del suo Gruppo alla proposta della relatrice, come integrata nel corso del dibattito. A suo giudizio, già se il Parlamento adottasse misure tali da bloccare l’attuale situazione di inattività e di disorientamento dei giovani e invertire questa tendenza negativa effettuerebbe un intervento formidabile.
Anche il senatore ICHINO (SCpI) si dichiara favorevole alla proposta della relatrice, come integrata nel corso del dibattito. Coglie tuttavia l’occasione per sottolineare la metalternatività tra forme di sostegno del reddito, condizionato all’esistenza, anche passata, del rapporto di lavoro, e misure di reddito minimo di inserimento.
Presente il prescritto numero dei senatori, il PRESIDENTE mette quindi ai voti la proposta di parere della senatrice D’Adda, come integrata nel corso del dibattito (testo allegato al resoconto), che è approvata, con il voto contrario dei senatori Bencini, Catalfo, Paglini e Puglia e l’astensione del senatore Barozzino.
Risulta conseguentemente preclusa la votazione sul parere illustrato dalla senatrice Catalfo.
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il presidente SACCONI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata richiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Avverte inoltre che della procedura informativa sarà redatto il resoconto stenografico.
PROCEDURE INFORMATIVE
Comunicazioni, ai sensi dell’articolo 46 del Regolamento, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali su alcune questioni riguardanti le politiche del suo Dicastero
Il ministro GIOVANNINI si sofferma anzitutto sulla questione degli esodati, la cui importanza è dimostrata dall’azione del Governo e dai suoi successivi interventi. Circoscrive innanzitutto il concetto di esodati, sottolineando la diversità del caso rappresentato dai lavoratori interessati da accordi stipulati prima del 2011 o da quanti abbiano perso il lavoro in un momento in cui erano comunque lontani dall’età del pensionamento. In questi mesi, il Governo in carica ha dato attuazione alle tre disposizioni di salvaguardia ereditate dall’Esecutivo precedente ed ha avviato una quarta salvaguardia, destinata alle persone oggetto di risoluzioni unilaterali, che rappresentano la categoria caratterizzata da maggiore fragilità. In questo quadro, per la prima volta il Ministro del lavoro ha incontrato i rappresentanti dei comitati degli esodati, che hanno presentato un dettagliato elenco di interventi. Sono stati individuati gli stanziamenti per il 2013 destinati alla copertura di un decreto, attualmente all’esame del MEF, destinato a coprire gli effetti del ben noto articolo 5-bis della legge. E’ stato altresì deciso che i risparmi derivanti dall’armonizzazione in attuazione della riforma pensionistica verranno destinati specificatamente alla soluzione della problematica degli esodati, e non confluiranno dunque all’interno della più generale finalità di copertura del debito pubblico. Tutte queste azioni testimoniano l’elevata attenzione del Governo nei confronti della problematica. Dai dati dell’INPS emerge che la problematica relativa alle prime due salvaguardie è sostanzialmente risolta. Il Governo valuta comunque positivamente un emendamento presentato al decreto-legge IMU-CIG, attualmente all’esame della Camera dei deputati. Sta altresì valutando positivamente la possibilità di introdurre interventi in via amministrativa con riferimento a particolari categorie, ferma restando la necessità di una stima delle necessarie coperture. Il Ministro richiama quindi i contenuti dell’emendamento 4.0.7 testo 2/1, che riguarda l’inclusione tra i periodi utili per il conseguimento dell’anzianità contributiva di quelli finalizzati alla donazione di sangue e di emocomponenti, emendamento approvato nel corso dell’iter del disegno di legge n. 1015 con il parere favorevole del Governo. Passando quindi al tema del regime di accesso flessibile al pensionamento, rileva che le proposte in esame avrebbero l’effetto di aumentare in modo consistente l’onere delle pensioni a partire dal 2014, ciò che sarebbe in contraddizione con quanto anche recentemente dichiarato dal Presidente del Consiglio. In assenza di crescita economica, nessun meccanismo pensionistico è sostenibile. In ogni caso, il Governo sta valutando soluzioni di flessibilizzazione diverse dalle proposte in esame in Parlamento; sul tema sono in corso approfondimenti tecnici. Resta fermo che non si intende comunque proporre una sorta di complessiva controriforma pensionistica, bensì interventi di carattere mirato e settoriale. In questo senso, il Governo intende confermare il meccanismo di erogazione delle pensioni già previsto per il 2014. Rispetto allo scorso anno, si tratta di un passo in avanti molto significativo. E’ in fase di predisposizione un intervento legislativo che dal 2015, introducendo risparmi sul lato della spesa previdenziale, riformi il sistema di rilevazione periodica delle pensioni. In attesa di tale modifica, per il 2014 resta ferma l’applicazione della rivalutazione nella misura del 100 per cento per le fasce d’importo delle pensioni fino a tre volte il minimo, nella misura del 90 per cento per le fasce d’importo delle pensioni comprese tra tre e cinque volte il minimo, del 75 per cento per quelle superiori tra cinque e sei volte il minimo e del blocco della perequazione per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a sei volte il minimo. Il risparmio – peraltro limitato – potrebbe essere utilizzato in un’ottica di solidarietà.
Quanto alle persone con entrate ritardate o con carriere lavorative discontinue, nonostante il problema non sia destinato ad affacciarsi nel breve periodo, esso è ben presente al Governo. Infine, nell’ottica dell’invecchiamento attivo, il Ministro annuncia la costituzione di un gruppo di studio sulle tematiche dell’inclusione dei pensionati, che sta esaminando la possibilità di ricorrere ad una serie di strumenti, come ad esempio la possibilità per la pubblica amministrazione di erogare voucher connessi a progetti di natura sociale.
Il presidente SACCONI ringrazia il Ministro per l’ampia disamina delle questioni, esprimendo particolare apprezzamento in ordine all’impostazione data con riferimento della problematiche lasciate aperte dalla legge Fornero ed auspicando particolare attenzione con riferimento alla possibilità di concorrere anche con versamenti volontari riguardanti periodi non lavorati. Sulla tematica, assai delicata ed importante, si richiama ai contenuti del suo disegno di legge n. 3451, presentato nella XVI legislatura, concernente l’utilizzo allo scopo del TFR.
Anche la senatrice MUSSOLINI (PdL) sottolinea che la panoramica offerta dal Ministro ha toccato tematiche importanti. Invoca altresì una riflessione adeguata sulla necessità di una maggiore tutela da accordare alla maternità, cui va riconosciuto un valore innanzitutto sociale, ed auspica che ogni figlio comporti il riconoscimento automatico di un anno di contribuzione.
Il senatore ICHINO (SCpI) sottolinea che attualmente il 12 per cento del totale delle assunzioni riguarda gli over fifty; si tratta di una percentuale elevata, che smentisce un diffuso convincimento di impossibilità per quei soggetti di trovare occupazione. Si tratta semmai di difficoltà, particolarmente percepite e accentuate dai media e dalla sensibilità generale. Suggerisce inoltre di sfruttare quella pluralità di iniziative nelle quali i Paesi nordeuropei sono particolarmente avanzati e che riguardano appunto l’utilizzo degli over fifty in servizi alla comunità o alla famiglia, con ingaggio da parte delle pubbliche amministrazioni.
Sul tema degli esodati apprezza particolarmente il rigore tecnico del Ministro. Ogni risorsa disponibile va destinata alla soluzione del problema, condizionandola tuttavia alla disponibilità al reinserimento. In questo senso egli caldeggia l’importanza del contratto di ricollocazione.
La senatrice GATTI (PD), premessa la centralità di misure destinate alle Youth guarantee e alla riforma dei servizi per l’impiego, auspica una riflessione adeguata sullo stato degli ammortizzatori sociali, segnalando l’esigenza di un rifinanziamento dei contratti di solidarietà. Sulla problematica degli esodati accoglie con favore l’annunciata presentazione di un rapporto a cadenza trimestrale, che consenta il monitoraggio della situazione, reputando fondamentale disporre di un quadro chiaro, anche di carattere numerico, che consenta di verificare l’esattezza delle procedure. Segnala altresì l’importanza di interventi a favore dei lavoratori che assistono familiari con gravi forme di handicap, mentre avanza dubbi sulla possibilità di intervenire in alcuni casi in via amministrativa.
In tema di flessibilizzazione sono state presentante alle Camere varie iniziative legislative, anche con riferimento a soggetti la cui vita lavorativa, e conseguentemente i versamenti contributivi, hanno andamento discontinuo. Concorda sulla necessità di un atteggiamento che muova da una effettiva valorizzazione della maternità. L’attuale condizione di difficoltà è sicuramente molto pesante; pur convenendo con la necessità di tenere aperte tutte le possibilità, dall’utilizzo del TFR ad una diversa pratica di relazioni genitoriali, con genitori che versano contributi per i figli, osserva che si tratta beninteso di palliativi, mentre la problematica va affrontata in modo organico. In questo quadro, reputa importante riconoscere che il cumulo tra lavoro e pensione rappresenta oramai un problema. E’ un fatto che in interi settori, dopo essere andato in pensione, il soggetto rientra comunque in servizio con un rapporto consulenziale. Su questi temi è indifferibile una riflessione esaustiva, che consideri anche la qualità dei lavori esistenti in Italia. Piuttosto, il concetto di invecchiamento attivo dovrebbe tenere presente una fase di post-lavoro, con un’articolazione del lavoro più rallentata e dunque più tipica dell’età: dovrebbe quindi trattarsi di una vita attiva diversa dalla vita di lavoro.
La senatrice BENCINI (M5S) chiede chiarimenti in ordine alla platea degli esodati, ricordando che gli ultimi dati diffusi riferivano di 350.000 circa soggetti. Quanto al tema della flessibilizzazione delle pensioni, rileva che, mentre alcuni gradirebbero uscire dal mondo del lavoro, magari anche con una pensione di più ridotta entità, altri soggetti continuano a lavorare ed a percepire retribuzioni pur dopo il collocamento in pensione, togliendo così inevitabilmente lavoro ad altri. Ciò vale in particolare nella pubblica amministrazione, e con riferimento ad alcune categorie professionali, che finiscono con l’occupare posti di lavoro che potrebbero essere invece destinati ai giovani. Il concetto di invecchiamento attivo andrebbe riportato alla serenità di godersi il proprio tempo, dedicandosi ai propri affetti e ad attività di volontariato.
A giudizio del senatore BAROZZINO (Misto-SEL) la platea degli esodati ha consistenza ben diversa da quella ricordata anche in questa sede dal Ministro, e la partita va finalmente chiusa, atteso che si tratta di cittadini che avevano fatto con lo Stato un patto, che non è stato onorato. Anche le considerazioni svolte in tema di maternità si rivelano teoriche per chi, ben conoscendo il mondo del lavoro, sa quante donne sono costrette a rinunciarvi per timore di perdere il posto di lavoro. Una ulteriore riflessione va fatta con riferimento a stage e tirocini, che non possono in alcun modo essere assimilati al lavoro.
La senatrice Rita GHEDINI (PD) rileva che il mancato riconoscimento della contribuzione ai fini del pensionamento anticipato delle lavoratrici ha costituito un’inaccettabile discriminazione di genere. Invita il Ministro a considerare l’entità degli stanziamenti necessari per recuperare la situazione ed a affrontare l’utilizzo in termini perequativi dei fondi derivanti dal blocco degli adeguamenti delle pensioni più alte, sulla linea, peraltro assai chiara, indicata dalla Corte Costituzionale in ordine al prelievo fiscale sulle pensioni.
Replicando agli intervenuti, il ministro GIOVANNINI sottolinea che l’INPS e le Direzioni territoriali del lavoro hanno fatto sforzi rilevantissimi per la definizione della platea degli esodati. Al riguardo segnala che la tabella fornita a suo tempo dal precedente Ministro è stata interpretata erroneamente, addizionando impropriamente colonne diverse. Per una definizione della situazione, occorre tenere conto che gli esodati derivano da una situazione di transizione, lunghissima per le persone, ma di breve termine per il sistema. Si tratta di una parentesi emergenziale, che va senz’altro chiusa, affrontando altresì la transizione flessibile verso un regime pensionistico a costi ragionevoli. Il Governo sta guardando con attenzione anche alla delicata tematica della maternità, e si sta interrogando sulle modalità con le quali riconoscerne la funzione di creazione di capitale sociale, che va oltre l’atto in sé. Il tema della maternità è comunque molto più ampio e per questa ragione, insieme con il vice ministro Guerra, ha istituito un gruppo di studio sui temi della conciliazione e dei tempi del lavoro.
Quanto alle problematiche dell’invecchiamento attivo, gli over fifty possono svolgere molte funzioni e non tutto il lavoro di cui si parla è retributivo. In questo senso, il voucher da lui prospettato ha una funzione chiaramente integrativa. Si ripromette comunque di approfondire le iniziative legislative parlamentari sul tema. Dopo essersi soffermato sulla problematica del cumulo tra pensioni e retribuzioni e sottolineato che nella Pubblica amministrazione in Italia l’età media per la pensione è più elevata che in altri Paesi, avanza tuttavia perplessità in ordine alla possibilità di prepensionamenti, in considerazione della sperequazione che così si introdurrebbe tra settore pubblico e settore privato e richiamandosi a questioni di sostenibilità. Quanto alle pensioni future, è evidente l’impossibilità di tracciare un percorso in assenza di una reale accelerazione del ritmo di crescita economica. Il Ministro si richiama quindi ad iniziative esistenti in altri Paesi rivolte ai lavoratori over fifty che abbiano perso il lavoro e finalizzate innanzitutto a stimolare nuovamente un capitale umano che è andato perduto, investendo risorse innanzitutto sulla formazione. Il tema ha particolare delicatezza in Italia, atteso che la materia è di competenza regionale, ed ha a che fare con i rapporti tra le generazioni, nonché con il rischio di trovarsi di fronte a cinquantenni privi di alcuna speranza di rientrare nel mondo del lavoro. Quanto ai tirocini, ricorda che nella situazione attuale dei NEET, secondo i dati diffusi da AlmaLaurea, l’aver effettuato un tirocinio formativo aumenta del 12 per cento la possibilità di un giovane di trovare lavoro; occorre dunque incrementare le possibilità di ricorrere a tirocini che consentano una reale formazione, scongiurando quelli che si sostanziano in altrettante forme di sfruttamento. Ulteriore attenzione andrà prestata alla fascia dei pensionati in situazioni di povertà, ai quali andranno destinate le risorse derivanti dal blocco delle indicizzazioni delle pensioni a partire dal 2013.
La senatrice FAVERO (PD) interviene brevemente per chiedere chiarimenti in ordine al rifinanziamento del Fondo destinato alle politiche sociali e al Fondo per le non autosufficienze, anche con riferimento all’incremento dell’IVA gravante sui servizi destinati alle famiglie.
La senatrice D’ADDA (PD) chiede chiarimenti in ordine all’utilizzo del SIA.
Il ministro GIOVANNINI prende nuovamente la parola per ribadire che la questione dell’abbattimento del cuneo fiscale è all’attenzione del Governo e che è sua intenzione garantire stabilità alla consistenza dei Fondi richiamati dalla senatrice Favero, sottraendoli all’attuale situazione di variabilità. Il SIA è specificamente disegnato per l’inclusione attiva; per i pensionati occorrerebbe focalizzarsi su strumenti diversi, contenenti risorse aggiuntive.
La vice presidente PARENTE ringrazia il Ministro per il proprio intervento e, in considerazione dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, toglie la seduta.
La seduta termina alle ore 15,55.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLA RELATRICE
SUL DOCUMENTO LVII, N. 1-bis E SUI CONNESSI ALLEGATI
La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 e i connessi allegati,
premesso che la Nota di aggiornamento prevede per l’anno in corso una riduzione in termini reali del PIL pari al 1,7 per cento che comporta un tasso di indebitamento netto a legislazione vigente delle pubbliche amministrazioni attorno al valore del 3,1 per cento – superiore di due decimi rispetto a quello fissato dal Documento di economia e finanza 2013;
preso atto che le drammatiche condizioni del mercato del lavoro in Italia, effetto delle dinamiche macroeconomiche, causano un tasso di disoccupazione pari al 12,2 per cento per il 2013 e al 12,4 per cento per il 2014 – valori superiori di sei decimi rispetto alle precedenti stime del Documento di economia e finanza 2013;
considerato che il Governo, in coerenza con le raccomandazioni dell’UE, ha concentrato l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali di rilancio del mercato del lavoro, in particolare la riforma dei centri per l’impiego, le modifiche alla legge n. 92 del 2012 nella direzione di aumentare la flessibilità in entrata e l’implementazione del Programma Youth guarantee a partire, dal gennaio 2014;
valutato positivamente che con il decreto legge n. 76 del 2013 è stato avviato un programma di contrasto alla povertà assoluta attraverso l’introduzione di una nuova “carta per l’inclusione sociale”, che permetterà di sostenere circa 220 mila persone entro il 2014, soprattutto nel Mezzogiorno dove la povertà è più elevata;
osservato che le tendenze della spesa pensionistica nel lungo-medio periodo in relazione al PIL, attualmente intorno al 16 per cento hanno avuto una crescita sostanzialmente coerente con le previsioni e che si assisterà ad una inversione di tendenza soltanto a partire dal 2030, in virtù di una dinamica di crescita più favorevole, del rafforzamento del processo di elevamento dei requisiti per la pensione e del progressivo passaggio al metodo di calcolo contributivo;
suggerendo, nel merito degli specifici impegni, di:
– seguire le indicazioni dello studio del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali riguardo alla SIA (Sostegno per l’inclusione attiva), nella parte che, facendo riferimento alle risorse economiche familiari, dice “tenga conto dei diritti e delle responsabilità individuali”, con riferimento particolare alle persone anziane;
– chiedere al Governo un impegno a dare soluzione completa al problema degli esodati;
– considerare la stabilità strutturale del sistema pensionistico nel medio – lungo periodo, in netta controtendenza rispetto alla media europea, come elemento di una prossima riflessione, utile per una maggiore consapevolezza delle ricadute sociali effettive,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
SUL DOCUMENTO LVII, N. 1-bis E SUI CONNESSI ALLEGATI
La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 e i connessi allegati,
premesso che la Nota di aggiornamento prevede per l’anno in corso una riduzione in termini reali del PIL pari al 1,7 per cento che comporta un tasso di indebitamento netto a legislazione vigente delle pubbliche amministrazioni attorno al valore del 3,1 per cento – superiore di due decimi rispetto a quello fissato dal Documento di economia e finanza 2013;
preso atto che le drammatiche condizioni del mercato del lavoro in Italia, effetto delle dinamiche macroeconomiche, causano un tasso di disoccupazione pari al 12,2 per cento per il 2013 e al 12,4 per cento per il 2014 – valori superiori di sei decimi rispetto alle precedenti stime del Documento di economia e finanza 2013;
considerato che il Governo, in coerenza con le raccomandazioni dell’UE, ha concentrato l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali di rilancio del mercato del lavoro, in particolare la riforma dei centri per l’impiego, le modifiche alla legge n. 92 del 2012 nella direzione di aumentare la flessibilità in entrata e l’implementazione del Programma Youth guarantee a partire, dal gennaio 2014;
valutato positivamente che con il decreto legge n. 76 del 2013 è stato avviato un programma di contrasto alla povertà assoluta attraverso l’introduzione di una nuova “carta per l’inclusione sociale”, che permetterà di sostenere circa 220 mila persone entro il 2014, soprattutto nel Mezzogiorno dove la povertà è più elevata;
osservato che le tendenze della spesa pensionistica nel lungo-medio periodo in relazione al PIL, attualmente intorno al 16 per cento hanno avuto una crescita sostanzialmente coerente con le previsioni e che si assisterà ad una inversione di tendenza soltanto a partire dal 2030, in virtù di una dinamica di crescita più favorevole, del rafforzamento del processo di elevamento dei requisiti per la pensione e del progressivo passaggio al metodo di calcolo contributivo;
suggerendo, nel merito degli specifici impegni, di:
– seguire le indicazioni dello studio del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali riguardo alla SIA (Sostegno per l’inclusione attiva), nella parte che, facendo riferimento alle risorse economiche familiari, dice “tenga conto dei diritti e delle responsabilità individuali”, con riferimento particolare alle persone anziane;
– valutare l’opportunità di introdurre nel sistema previdenziale forme di flessibilità finanziariamente sostenibile;
– considerare la stabilità strutturale del sistema pensionistico nel medio – lungo periodo, in netta controtendenza rispetto alla media europea, come elemento di una prossima riflessione, utile per una maggiore consapevolezza delle ricadute sociali effettive;
– garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAI SENATORI CATALFO, BENCINI, PUGLIA E PAGLINI SUL DOCUMENTO LVII, N. 1-bis
E SUI CONNESSI ALLEGATI
L’11a Commissione del Senato,
esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 e i connessi allegati,
premesso che:
la Nota di aggiornamento prevede per l’anno in corso una riduzione in termini reali del PIL pari al 1,7 per cento che comporta un tasso di indebitamento netto a legislazione vigente delle pubbliche amministrazioni attorno al valore del 3,1 per cento – superiore di due decimi rispetto a quello fissato dal Documento di economia e finanza 2013;
preso atto che le drammatiche condizioni del mercato del lavoro in Italia, effetto delle dinamiche macroeconomiche, causano un tasso di disoccupazione pari al 12,2 per cento per il 2013 e al 12,4 per cento per il 2014 – valori superiori di sei decimi rispetto alle precedenti stime del Documento di economia e finanza 2013;
il lavoro costituisce una delle tematiche principali del Documento di economia e finanza 2013;
permane la necessità di operare un miglioramento del livello generale di qualità del lavoro nonché delle reti di protezione sociale nei confronti in particolare dei giovani, delle donne e dei lavoratori che perdono il posto dopo i cinquant’anni;
considerato che:
come molti importanti soggetti economici hanno denunciato, i più gravi fattori di deterrenza per la realizzazione di investimenti in Italia sono:
a) l’elevatissimo tasso di burocrazia e di corruzione, che rende impossibile prevedere tempi certi di realizzazione degli investimenti;
b) un sistema di infrastrutture tra i più arretrati d’Europa, che rallenta in misura spesso proibitiva la circolazione delle merci e delle persone;
c) l’utilizzo del credito a sostegno di interessi finanziari collegati con gli stessi istituti bancari, anziché la sua destinazione a supporto del sistema economico con l’obiettivo di creare, sviluppando il necessario indotto, ambienti produttivi favorevoli agli investimenti esteri;
d) un sistema fiscale, che impone alle imprese un costo del lavoro pari al triplo della retribuzione netta dei lavoratori;
il Governo ha individuato quale principale strumento per l’introduzione di tali miglioramenti il decreto legge n. 76 del 2013;
le misure contenute in tale provvedimento appaiono insufficienti a risolvere i gravi problemi del mondo del lavoro italiano, riducendosi di fatto a:
– l’introduzione di un incentivo all’assunzione di giovani che si finora ha trovato una risposta scarsissima da parte dei datori di lavoro (hanno assunto 5500 giovani);
– una revisione, peraltro in senso peggiorativo, della normativa che regola le forme contrattuali c.d. atipiche, che sono state il veicolo principale della diffusione del precariato e del conseguente aumento del cosiddetto dualismo del mercato del lavoro;
– l’introduzione della cosiddetta “carta per l’inclusione sociale”, che null’altro è che una nuova versione della precedente social card, strumento sociale già dimostratosi inadeguato;
non è stata invece ancora affrontata la riforma dei centri per l’impiego ed un complessivo riordino del sistema della formazione;
nonostante gli impegni non è stata ancora risolta la grave questione degli esodati. La mancanza di provvedimenti risolutivi volti a garantire la protezione di tutti quei lavoratori e disoccupati che rischiano di rimanere senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza pensione non può essere giustificata con l’alibi della sostenibilità finanziaria;
la disoccupazione giovanile è in drammatica continua crescita e a causa di tutto ciò un numero sempre crescente di lavoratori sotto i 35 anni sceglie di abbandonare l’Italia;
la fascia di lavoratori sotto i 29 anni di età non riceve adeguata copertura circa le politiche di incentivo al lavoro considerato anche il crescente numero degli inoccupati;
osservato che:
le tendenze della spesa pensionistica nel lungo-medio periodo in relazione al PIL, attualmente intorno al 16 per cento, hanno avuto una crescita sostanzialmente coerente con le previsioni e che si assisterà ad una inversione di tendenza soltanto a partire dal 2030, in virtù di una dinamica di crescita più favorevole, del rafforzamento del processo di elevamento dei requisiti per la pensione e del progressivo passaggio al metodo di calcolo contributivo;
impegna il Governo a:
a) adoperarsi per sanare l’attuale gravissima e generalizzata situazione di insicurezza sociale al fine di garantire ai lavoratori una decorosa sicurezza oggi e una pensione domani, in particolare attraverso una razionalizzazione ed una semplificazione degli strumenti di sostegno al reddito attualmente esistenti al fine di pervenire all’introduzione di meccanismo di protezione sociale universale volto ad assicurare ad ogni cittadino un reddito di base certo “reddito di cittadinanza”;
b) risolvere in maniera definitiva, attraverso il reperimento delle necessarie risorse, il problema dei lavoratori esodati;
c) porre in essere, attraverso opportuni strumenti normativi, una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che investono in Italia e che creano posti di lavoro a tempo indeterminato;
d) porre in essere una generale razionalizzazione dei servizi per l’impiego, attraverso una riforma complessiva delle strutture esistenti valorizzando e ampliando la centralità delle strutture pubbliche a partire dal ruolo Ministero del lavoro e delle politiche sociali, evitando le duplicazioni e le sovrapposizioni di funzione attraverso un chiaro riparto delle funzioni stesse tra strutture centrali e periferiche;
e) nel rispetto delle competenze delle Regioni, superare la diffusione di interventi settoriali e non coordinati nell’ambito della formazione professionale attraverso la creazione di efficaci sistemi di valutazione ed una reale effettività dei controlli sui programmi in atto (in particolare il programma ANVA) al fine di scongiurare l’abuso degli stessi o l’istituzione di corsi non finalizzati a concrete prospettive di inserimento nel mondo del lavoro;
f) favorire una maggiore trasparenza circa la gestione delle risorse destinate alle politiche per l’occupazione e la formazione,
esprime, per quanto di competenza, parere contrario.