14ª Seduta
Presidenza della Vice Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Dell’Aringa.
La seduta inizia alle ore 9.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario DELL’ARINGA risponde all’interrogazione 3-00109, sulla situazione produttiva ed occupazionale della società BERCO Group – facente parte del Gruppo Thyssen Krupp – operante nel settore della componentistica per veicoli pesanti, che ha subito un notevole deterioramento delle proprie condizioni economico-finanziarie e una significativa contrazione dell’attività produttiva in conseguenza della grave crisi che ha coinvolti tutti i principali mercati di sbocco.
Dopo aver ricostruito le vicende che riguardano la società, il rappresentante del Governo rileva che il Ministero dello sviluppo economico ha reso noto che l’incontro previsto per lo scorso 28 maggio con la direzione BERCO Group è stato rinviato, ma che tale rinvio non impedirà l’avvio di un confronto sulle prospettive economiche ed occupazionali alla ricerca di una intesa con tutte le parti interessate. Già dai prossimi giorni, infatti, saranno programmati presso il Ministero dello sviluppo economico diversi incontri con i rappresentanti delle istituzioni centrali e territoriali e delle organizzazioni sindacali, per approfondire gli aspetti del piano industriale che dovrà accompagnare il risanamento ed il rilancio della BERCO Group. In questo quadro, saranno presi in considerazione gli aspetti organizzativi, finanziari e commerciali per verificare la possibilità che l’azienda possa continuare a competere sui mercati internazionali, ma non meno importante sarà l’esame della questione occupazionale. Il Ministero dello sviluppo economico ha inoltre manifestato l’intenzione di mantenere uno stretto rapporto anche con i massimi vertici del Gruppo Thyssen Krupp, al fine di verificare le prospettive di BERCO Group all’interno dela multinazionale tedesca, e di incontrare istituzioni e sindacati per una verifica dei confronti avviati con la Direzione aziendale, prevedendo una prima riunione presumibilmente entro la prima decade di luglio.
Da ultimo, il Sottosegretario rassicura l’interrogante in ordine alla piena disponibilità del Governo a valutare ogni possibile soluzione diretta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie, tenuto anche conto degli istituti di tutela dei lavoratori.
La senatrice CATALFO (M5S) si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta. Ribadisce la gravità della situazione dei lavoratori, in particolare nella sede di Copparo, e caldeggia l’attenzione del Governo sulla vicenda.
Il sottosegretario DELL’ARINGA risponde all’interrogazione n. 3-00130, precisando che la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice durante il periodo di gravidanza e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino o nei primi tre anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro competente per territorio, al fine di contrastare il fenomeno delle cosiddette dimissioni forzate.
Sulla base del monitoraggio effettuato ogni anno dai competenti uffici del Ministero, risulta che nel corso dell’anno 2011 le dimissioni convalidate sono state 17.681, di cui 17.175 presentate da lavoratrici madri e 506 da lavoratori padri, con una diminuzione del 7 per cento rispetto al 2010, in cui sono state convalidate 19.017 dimissioni. Relativamente al monitoraggio effettuato per l’anno 2012, le dimissioni convalidate dagli Uffici competenti sono state 19.187, con un incremento del 45 per cento rispetto all’anno precedente. Al momento non sono ancora disponibili dati differenziati in relazione alle dimissioni convalidate in data antecedente e successiva all’entrata in vigore della legge di riforma del mercato del lavoro, che il Sottosegretario si impegna tuttavia a fornire quanto prima. Con riferimento alle violazioni delle norme concernenti la tutela economica delle lavoratrici madri, nel corso degli accertamenti ispettivi svolti nel 2011, sono state riscontrate 789 violazioni amministrative e 97 ipotesi di reato. Per quanto riguarda la violazione delle norme concernenti la tutela fisica delle medesime, sono state accertate 712 violazioni amministrative e 587 ipotesi di reato.
Per quanto attiene alle violazioni delle norme concernenti la tutela economica delle lavoratrici madri, nel corso degli accertamenti ispettivi svolti nel 2012 sono state riscontrate 467 violazioni amministrative e 30 ipotesi di reato. Per quanto riguarda la violazione delle norme concernenti la tutela fisica delle medesime sono state accertate 49 violazioni amministrative e 175 ipotesi di reato.
La senatrice GATTI (PD) nell’esprimere soddisfazione per i contenuti e la tempistica della risposta del Governo, evidenzia che la disponibilità dei dati riguardanti la situazione precedente e quella successiva alla legge n. 92 possono fornire ulteriori utili informazioni con riferimento all’efficacia delle norme. Esprime preoccupazione con riferimento ai dati relativi al 2012, che sembrano ritornati ai livelli particolarmente elevati degli anni precedenti, segnalando l’importanza di un’analisi ripartita per settore. Ritiene fondamentale che resti alta la vigilanza sul fenomeno e che si conduca una accurata riflessione sulle modalità più efficaci che possano integrare una strategia di carattere preventivo, scongiurando possibili abusi.
La seduta termina alle ore 9,25.
13ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 16,15.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LXXXVII-bis, n. 1) Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, per l’anno 2013
(Doc. LXXXVII, n. 1) Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2012
(Parere alla 14a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame congiunto con esiti distinti. Parere favorevole con osservazioni sul Doc. LXXXVII-bis, n. 1. Parere favorevole sul Doc. LXXXVII, n. 1)
Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente relatore SACCONI (PdL) illustra due proposte di parere da lui redatte tenendo conto dell’andamento del dibattito, rispettivamente favorevole sul documento LXXXVII, n. 1 e favorevole con osservazioni sul documento LXXXVII-bis, n. 1, pubblicata in allegato al resoconto.
La senatrice CATALFO (M5S) dà ragione di una proposta di parere favorevole con osservazioni riferita al documento LXXXVII-bis, n. 1, pubblicata in allegato al resoconto.
La senatrice GATTI (PD) esprime apprezzamento per le proposte formulate dal presidente relatore, che contengono riflessioni condivisibili e che, nel caso della proposta riferita al documento LXXXVII-bis, n. 1, riportano talune annotazioni avanzate nella precedente seduta dalla sua parte. Annuncia pertanto il voto favorevole a entrambe.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) rileva che il documento LXXXVII-bis, n. 1 si riferisce a modifiche delle direttive in materia di sicurezza sul lavoro, di orario di lavoro e di sicurezza sociale, domandandosi quale sia la reale portata di modifiche che intervengono su terreni di tanta delicatezza. Nota altresì che il documento fa riferimento a grandi principi, quale quello della coesione sociale, auspicandone la concreta messa in pratica. Lamenta tuttavia l’inadeguatezza dei tempi di esame di testi di tale portata e complessità.
La senatrice CATALFO (M5S) ribadisce i principi già espressi nella proposta di parere relativa al documento LXXXVII-bis, n. 1, sottolineando l’esigenza che la delegazione italiana si impegni, nell’ambito del negoziato sul FSE e sul FEG, ad ottenere uno stanziamento ulteriore finalizzato al finanziamento dei progetti volti al contrasto della disoccupazione e ad ottenere che una quota parte delle risorse spettanti all’Italia possa essere impegnato nella massima misura possibile fino al 2014. Segnala inoltre l’inadeguatezza dello strumento della social card alla situazione di grave emergenza sociale.
Il senatore ICHINO (SCpI) chiede chiarimenti in ordine al richiamo ad una insufficiente conoscenza dell’offerta da parte di scuole ed università, contenuta nelle premesse del parere relativo al documento LXXXVII-bis, n. 1.
Il presidente relatore SACCONI (PdL) specifica che la formulazione si riferisce alla mancata messa online dei curricula.
Il senatore ICHINO (SCpI) ritiene dirimente il superamento dell’attuale inaccessibilità delle banche dati e dell’inesistenza in Italia di un adeguato servizio di certificazione dei curricula.
La senatrice GATTI (PD) fa osservare che tale certificazione rientra specificamente nelle competenze dei centri per l’impiego; altro e diverso è invece il tema dell’accesso alle banche dati, che è già stato sollevato in altre sedute.
Il senatore ICHINO (SCpI) ribadisce l’importanza di una certificazione dei curricula da parte di agenzie che possano accedere alle banche dati.
La senatrice CATALFO (M5S) sottolinea che la legislazione vigente già prevede un sistema nazionale per la certificazione delle competenze, al quale dovrebbero però collegarsi anche scuole ed università.
Il presidente relatore SACCONI (PdL) osserva che le considerazioni sollevate dal senatore Ichino trovano soluzione nel cosiddetto fascicolo elettronico della vita attiva presso l’INPS. In questa sede, ritiene comunque possibile ribadire l’importanza che gli operatori pubblici e privati accreditati possano accedere a tutte le informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni sulla persona, in funzione della sua occupabilità. Riformula conseguentemente la propria proposta di parere riferita al documento LXXXVII-bis, n. 1. Quanto alle osservazioni del senatore Barozzino, nel convenire in ordine ai ristretti tempi nei quali si è svolto l’esame dei due documenti, nota tuttavia che i temi sollevati sono destinati ad accompagnare la Commissione lungo tutto il percorso del suo rapporto con l’Unione europea, durante il quale ci sarà ampio spazio per approfondimenti e riflessioni ulteriori. Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, mette quindi successivamente ai voti la proposta di parere favorevole da lui formulata sul LXXXVII, n. 1 e la proposta di parere favorevole con osservazioni riferita al documento LXXXVII-bis, n. 1, come modificata nel corso del dibattito, pubblicate in allegato al resoconto.
Con distinte votazioni, la Commissione approva, con l’astensione dei senatori BENCINI (M5S), CATALFO (M5S), PAGLINI (M5S), PUGLIA (M5S) e BAROZZINO (Misto-SEL).
Resta di conseguenza precluso il voto sullo schema di parere proposto dai senatori Catalfo ed altri sul documento LXXXVII-bis, n. 1.
La seduta termina alle ore 17.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DOCUMENTOLXXXVII, N. 1
La Commissione Lavoro, previdenza sociale,
esaminato il Documento LXXXVII, n. 1,
premesso che, ancorché la Relazione consuntiva documenti il significativo lavoro svolto presso le istituzioni europee in materia di occupazione e politiche sociali, il rilievo dei dossier “occupazione” nel quadro delle politiche europee nel corso del 2012 è rimasto al di sotto di quanto le condizioni economiche avrebbero imposto;
valutato che la questione del coordinamento delle politiche del lavoro e della previdenza non ha avuto rilevanza analoga a quelle economico-monetarie e che non pari rilievo ha avuto l’impatto dei provvedimenti di consolidamento fiscale sui temi della coesione sociale;
osservato che la Commissione europea non ha ancora sviluppato quella capacità di passare da una visione legislativa “forte” – che nel corso degli anni si è assestata su regole rigide anche nelle situazioni che creavano occupazione – ad una visione sulle politiche e sugli obiettivi da conseguire, in coerenza con i target fissati dalla Strategia 2020 mantenendo profili e promuovendo strumenti dinamici, in grado di modulare le strategie in ragione dei cicli economici e delle condizioni sociali;
preso atto che l’affidamento a comitati all’interno delle istituzioni dell’UE non ha sempre prodotto risultati tangibili e traguardati alla risoluzione dei problemi;
ritenuto che la posizione italiana sulla gestione dei fondi comunitari – ed in particolare del FSE – debba essere maggiormente incisiva per garantire il progressivo aumento dell’efficienza nella gestione delle risorse e la riduzione degli oneri burocratici conseguenti, considerata la bassa efficacia che ancora ne contraddistingue le modalità di spesa;
valutato positivamente il sostegno offerto in particolare dal FEG per sostenere l’occupazione dei settori produttivi in crisi, a dimostrazione della necessità di strumenti dinamici e mirati;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL RELATORE SUL DOCUMENTOLXXXVII-bis, N. 1
La Commissione Lavoro, previdenza sociale,
esaminato il Documento LXXXVII-bis, n. 1;
premesso che l’Italia dispone di una rete di servizi pubblici per l’impiego poco efficiente, per la quale si riscontrano problemi di sottodimensionamento, aspecificità, insufficiente conoscenza dell’offerta con riguardo a scuole ed università e di difetto delle fonti informative della domanda;
osservato che la costituzione di una Agenzia nazionale per il lavoro a carattere federale rappresenterebbe una opportunità per una gestione unica delle politiche del lavoro, allo stato suddivisa tra Governo, regioni e province, ma che il suo assetto prevede una complessiva revisione del sistema delle competenze e delle deleghe istituzionali e procedure di fusione e riaccorpamento tra enti nazionali;
ritenuto che costituire una rete di servizi pubblici efficienti deve rappresentare una necessità per promuovere l’inserimento lavorativo, puntando sulla qualificazione del servizio pubblico, sulla cooperazione pubblico-privato e sul coordinamento tra gli attori, a partire dalla Youth Guarantee;
giudicato apprezzabile il riferimento della Commissione europea ad un sistema di welfare moderno ed integrato che collochi il tema dell’occupazione all’interno della struttura della protezione sociale, con particolare attenzione alla dimensione socio-sanitaria e al contrasto alla povertà;
valutata la necessità di una riconferma della programmazione economica del FEG anche nel periodo 2014-2020 e di un adeguato sostegno a strumenti mirati e di facile operatività;
ribadita la necessità che i fondi comunitari prevedano un alleggerimento delle procedure di spesa, una diminuzione dei formalismi burocratici e una maggiore attenzione ai risultati;
giudicate positivamente le politiche in materia di lotta alla povertà e di aiuto ai servizi socio-educativi per la famiglia, che anche in quest’ ambito devono favorire sia le reti pubbliche che le reti private accreditate;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.
Con riferimento all’attività legislativa, si auspica che il Governo, in relazione con il Parlamento, presìdi la fase di predisposizione dei dossier legislativi, al fine di garantire il pieno concorso dell’Italia alla definizione delle norme per l’esercizio dell’attività economica e la definizione delle tutele sociali.
Con l’occasione si segnala altresì l’opportunità di una più incisiva azione del Parlamento e del Governo nella fase ascendente, anche attraverso una più completa conoscenza e disanima dei dossier in esame in sede UE.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DOCUMENTOLXXXVII-bis, N. 1
La Commissione Lavoro, previdenza sociale,
esaminato il Documento LXXXVII-bis, n. 1;
premesso che l’Italia dispone di una rete di servizi pubblici per l’impiego poco efficiente, per la quale si riscontrano problemi di sottodimensionamento, aspecificità, insufficiente conoscenza dell’offerta di lavoro con riguardo alla pubblicazione dei neodiplomati e neolaureati da parte di scuole ed università e di difetto delle fonti informative della domanda;
rilevata l’importanza che gli operatori pubblici e privati accreditati dei servizi per l’impiego possano accedere alle informazioni che concorrono al curriculum della persona, ove in possesso delle pubbliche amministrazioni;
osservato che la costituzione di una Agenzia nazionale per il lavoro a carattere federale rappresenterebbe una opportunità per una gestione unica delle politiche del lavoro, allo stato suddivisa tra Governo, regioni e province, ma che il suo assetto prevede una complessiva revisione del sistema delle competenze e delle deleghe istituzionali e procedure di fusione e riaccorpamento tra enti nazionali;
ritenuto che costituire una rete di servizi pubblici efficienti deve rappresentare una necessità per promuovere l’inserimento lavorativo, puntando sulla qualificazione del servizio pubblico, sulla cooperazione pubblico-privato e sul coordinamento tra gli attori, a partire dalla Youth Guarantee;
giudicato apprezzabile il riferimento della Commissione europea ad un sistema di welfare moderno ed integrato che collochi il tema dell’occupazione all’interno della struttura della protezione sociale, con particolare attenzione alla dimensione socio-sanitaria e al contrasto alla povertà;
valutata la necessità di una riconferma della programmazione economica del FEG anche nel periodo 2014-2020 e di un adeguato sostegno a strumenti mirati e di facile operatività;
ribadita la necessità che i fondi comunitari prevedano un alleggerimento delle procedure di spesa, una diminuzione dei formalismi burocratici e una maggiore attenzione ai risultati;
giudicate positivamente le politiche in materia di lotta alla povertà e di aiuto ai servizi socio-educativi per la famiglia, che anche in quest’ ambito devono favorire sia le reti pubbliche che le reti private accreditate;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.
Con riferimento all’attività legislativa, si auspica che il Governo, in relazione con il Parlamento, presìdi la fase di predisposizione dei dossier legislativi, al fine di garantire il pieno concorso dell’Italia alla definizione delle norme per l’esercizio dell’attività economica e la definizione delle tutele sociali.
Con l’occasione si segnala altresì l’opportunità di una più incisiva azione del Parlamento e del Governo nella fase ascendente, anche attraverso una più completa conoscenza e disanima dei dossier in esame in sede UE.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAI SENATORI CATALFO, BENCINI, PAGLINI E PUGLIA
SUL DOCUMENTOLXXXVII-bis, N. 1
La Commissione XI del Senato,
esaminata per le parti di competenza la relazione programmatica in titolo;
premesso che:
tra gli obiettivi della strategia Europa 2020 figurano:
– il raggiungimento di un tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni del 75%
– la riduzione di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà;
considerato che:
per quanto riguarda il primo obiettivo, nel dicembre del 2012 la Commissione europea ha delineato, con il Youth employment package, una strategia volta a contrastare la disoccupazione giovanile e l’esclusione sociale attraverso una serie di misure dirette a promuovere l’offerta di lavoro, l’istruzione e la formazione, raccomandando l’impegno degli Stati membri a tradurre concretamente, per quanto di loro competenza, le indicazioni fornite;
il Consiglio europeo ha successivamente stanziato 6 miliardi di euro, nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, allo scopo di sostenere le misure in materia di occupazione giovanile proposte dalla Commissione europea nel dicembre 2012, con particolare riguardo al progetto denominato Youth guarantee, destinato a sostenere l’investimento nel capitale umano dei giovani fino ai 25 anni;
la crescita del tasso di disoccupazione è stata accompagnata non solo dalla perdita di occupati ma anche dalla crescita delle forze lavoro potenziali (cosiddetti inattivi), i quali dal 2007 in Italia sono aumentati del 39,2%, costituendo il 12% delle forze lavoro italiane a fronte del 4,5% dell’Unione Europea: di questi ben 2 milioni hanno tra i 30 e i 54 anni;
per quanto riguarda il secondo obiettivo, l’Italia parteciperà alle attività finalizzate all’istituzione del Fondo per il sostegno delle persone più indigenti dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020;
il Fondo ha una dotazione finanziaria pari a 2,5 miliardi di euro diretto al sostegno dei sistemi nazionali deputati a fornire cibo alle persone più svantaggiate (indumenti e altri beni essenziali);
secondo la relazione, l’Italia ritiene che sia necessario introdurre previsioni volte a consentire una maggiore flessibilità delle modalità di erogazione da parte degli Stati membri e che tale previsione viene richiesta al fine di consentire l’estensione, alle persone in condizione di marginalità estrema, per l’utilizzo della c.d. “social card”;
dalla lettura della relazione, risulta inoltre intenzione dell’Italia promuovere l’implementazione della totalità delle politiche europee di welfare, coordinate ed unificate in prospettiva futura, utilizzando unicamente lo strumento della c.d. “social card”;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:
appare necessario, nell’ambito del negoziato sul Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione che la delegazione italiana si impegni ad ottenere uno stanziamento straordinario di ulteriori risorse per il finanziamento di progetti volti a contrastare in maniera efficace la disoccupazione attraverso l’offerta di lavoro stabile e regolare;
appare necessario inoltre che la delegazione italiana si impegni ad ottenere che la quota parte delle risorse spettante all’Italia nell’ambito dello stanziamento complessivo di 6 miliardi di euro per la Youth employment initiative possa essere impegnato nella massima misura possibile già nel 2014;
accanto alle importanti iniziative per il contrasto alla disoccupazione giovanile, non risultano invece previste iniziative a favore dei cittadini inattivi e disoccupati tra i 30 e i 54 anni i quali in Italia costituiscono il maggiore peso sociale in quanto in totale dipendenza della previdenza sociale;
per quanto riguarda le politiche sociali e di lotta alla povertà, l’introduzione della c.d. Social-Card non costituisce e non ha costituito intervento adeguato alla situazione di grave emergenza sociale. Ulteriori tentativi di regolare l’apporto economico degli appositi fondi europei tramite il solo utilizzo di carte di acquisto rischia di comportare mancata assistenza da parte dello Stato per milioni di cittadini in condizioni di povertà o di esclusione sociale.
12ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 15.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LXXXVII-bis, n. 1) Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, per l’anno 2013
(Doc. LXXXVII, n. 1) Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2012
(Parere alla 14a Commissione. Esame congiunto e rinvio)
Il presidente relatore SACCONI (PdL) illustra congiuntamente i documenti sui quali avverte che la Commissione darà due distinti pareri. Precisa che la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2012, redatta a norma dell’articolo 13, comma 2 della legge n. 234 del 2012, rappresenta una sintesi dell’azione italiana all’interno dell’Unione europea e si compone di quattro parti: la prima tratta degli sviluppi del processo di integrazione europea; nella seconda si illustra la partecipazione dell’Italia alla realizzazione delle singole politiche di settore; nella terza si dà conto della partecipazione italiana alla fase preparatoria e negoziale di atti legislativi (fase ascendente) e in quella di attuazione della normativa (fase discendente); l’ultima contiene le politiche di coesione e l’andamento dei flussi finanziari dall’Unione europea verso l’Italia ed il loro relativo utilizzo. La Relazione senz’altro certifica il significativo lavoro svolto presso le istituzioni europee in materia di occupazione e politiche sociali. Indubbiamente sono stati raggiunti risultati molto importanti soprattutto per quanto attiene alla politica di coesione e utilizzo dei fondi comunitari e per la riduzione delle procedure di infrazione in materia; nondimeno il rilievo dei dossier “occupazione” nel quadro delle politiche europee è rimasto al di sotto di quello che le condizioni economiche imponevano. E’ mancata una spinta per porre la questione del coordinamento delle politiche del lavoro e della previdenza allo stesso livello di quelle economico-monetarie e per considerare l’impatto dei provvedimenti di consolidamento fiscale sui temi della coesione sociale. La Commissione Europea non ha ancora sviluppato quella capacità di passare da una visione legislativa “forte” ad una visione delle politiche e degli obiettivi da conseguire, in coerenza con i target fissati dalla Strategia 2020, che peraltro appare assumere una fisionomia statica e non dinamica. Va altresì valutata con attenzione la proliferazione di comitati, la cui attività è talora inutile e non traguardata sulla risoluzione dei problemi.
Nel 2012 il Governo ha affrontato la problematica del distacco transnazionale dei lavoratori, di cui alla direttiva n. 96/71/CE, che aveva creato in passato dubbi interpretativi che hanno comportato comportamenti elusivi da parte di talune imprese sulle condizioni da applicare ai lavoratori distaccati nello Stato ospitante. Al di là dell’attività legislativa, l’Italia ha svolto un ruolo attivo nel Comitato tecnico e nel Comitato consultivo per il monitoraggio dell’operatività del regolamento CEE n. 1612/68, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione europea, nonché nel Comitato degli alti responsabili dell’ispettorato del lavoro (CARL/SLIC) per migliorare i servizi ispettivi in materia di lavoro.
In materia di politiche per l’occupazione, il Presidente relatore segnala la partecipazione alla Rete europea dei servizi pubblici per l’impiego, che, riunendo tutti i servizi pubblici per l’impiego degli Stati membri e di quelli rientranti nello spazio economico europeo, definisce strategie d’azione comuni per il mercato del lavoro.
Dopo aver dato conto delle iniziative cui l’Italia ha partecipato nell’ambito della Rete europea per l’impiego EURES, si sofferma quindi sulle attività del quadro Europass, per favorire la mobilità geografica dei lavoratori comunitari.
Più forte poteva essere, a suo avviso, la posizione italiana sul fronte dei fondi comunitari (ed in particolare del FSE) a riconfermare la necessità di disporre in maniera più flessibile di quelle risorse, di ridurre gli oneri burocratici che ne derivano, di riaffermare una forte posizione del Governo anche nella gestione delle stesse. Significativo è il caso del credito di imposta per assunzioni di lavoratori svantaggiati, poiché ha determinato una risposta positiva molto superiore alle attese, ma ha avuto bisogno di quasi due anni per andare a regime. Va altresì notato l’importante sostegno offerto dal FEG al contrasto delle crisi, a dimostrazione della necessità di strumenti facili e mirati.
Sulle politiche di coesione, segnala che i programmi operativi nazionali, regionali e interregionali previsti dal Quadro strategico nazionale sono 52, di cui 28 finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 24 dal Fondo sociale europeo.
Un ulteriore obiettivo prefissato dal Governo italiano per il 2012 è stato rappresentato dalla riduzione del numero delle procedure d’infrazione, che per la prima volta è sceso sotto le 100 unità; per quanto concerne le procedure in materia di lavoro e affari sociali, al 31 dicembre 2012 risultano aperte ancora 9 violazioni del diritto dell’Unione europea.
Passando quindi ad illustrare la Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, il Presidente relatore osserva che la Commissione europea, partendo dalle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2012, relative al Patto per la crescita e l’occupazione (Growth compact), ha posto nel programma di lavoro per il 2013 la linea di azione “Crescita per l’occupazione”. In merito, rileva che lo scorso 17 giugno la Commissione ha predisposto una proposta di decisione relativa all’allestimento di una rete dei servizi per l’impiego pubblici. Tale piattaforma metterebbe a confronto le prestazioni e aiuterebbe gli Stati a individuare pratiche migliori; la rete e la cooperazione tra servizi nazionali potrebbero anche agevolare la realizzazione dei progetti per l’occupazione finanziati dal Fondo sociale europeo. La proposta di decisione prevede anche la costituzione di un consiglio direttivo della rete dei servizi pubblici per l’impiego, in cui ogni Stato membro avrà un proprio rappresentante. L’Italia è uno dei Paesi a cui la Commissione europea ha chiesto di agire con urgenza per rendere efficienti i servizi pubblici per l’impiego. Tale obiettivo costituisce una condizione per la piena attuazione del programma Youth Guarantee, che prevede che ogni giovane, entro quattro mesi dalla conclusione del suo ciclo di scuola o di università (o entro quattro mesi dalla perdita di un posto di lavoro), riceva l’offerta di un lavoro, di un tirocinio, di un modulo di formazione o di un nuovo percorso d’istruzione.
Con riferimento al potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego in Italia, il Presidente relatore segnala come, in base a recenti dichiarazioni governative, tra le ipotesi oggetto di riflessione vi sia la costituzione di un’agenzia nazionale, con la partecipazione delle regioni, che gestirebbe sia le politiche passive sia quelle attive, sulla base di linee guida nazionali. L’Agenzia dovrebbe svolgere anche un monitoraggio sia delle attività svolte dai servizi pubblici per l’impiego sia del livello di coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, le quali potrebbero partecipare ai bandi per l’assegnazione delle attività di formazione e outplacement.
Tra le altre misure comprese nel programma di lavoro per il 2013 della Commissione europea vi è il pacchetto per contrastare il lavoro in nero, con l’istituzione di una piattaforma europea tra gli ispettorati del lavoro ed altre autorità. Tra le iniziative non legislative indicate nel programma di lavoro si segnalano la comunicazione sugli investimenti sociali per la crescita e la coesione (compresa l’attuazione dei programmi del FSE 2014-2020) e la comunicazione sull’internazionalizzazione dell’istruzione superiore.
La Relazione programmatica ricorda che tra le priorità del semestre europeo è stato individuato un apposito programma di lavoro, concernente l’occupazione e le politiche sociali: tale programma mira a fornire sostegno finanziario in materia di occupazione, politica sociale ed inclusione, ai fini del miglioramento delle condizioni di lavoro e della garanzia di un’adeguata protezione sociale. A tal fine, l’Italia parteciperà alle attività finalizzate all’istituzione del Fondo per il sostegno delle persone più indigenti dell’Unione europea per il periodo 2014 – 2020, destinato a fornire cibo alle persone più svantaggiate, indumenti ed altri beni essenziali ai senza dimora e ai bambini materialmente deprivati.
Con riferimento poi al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) – costituito per favorire il processo di reinserimento dei lavoratori in esubero, in conseguenza dei mutamenti intervenuti nella struttura del commercio mondiale -, nel 2013 la delegazione italiana sarà impegnata nel negoziato sulla futura programmazione 2014-2020.
Dopo essersi soffermato sull’attività legislativa dell’Unione europea nel 2013, il Presidente relatore ricorda che sta per essere sperimentata nei comuni con più di 250 mila abitanti una nuova social card e che si intende incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, potenziando i servizi per l’assistenza all’infanzia e agli anziani, nonché promuovere una strategia per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni. In particolare, sulla base degli stanziamenti del Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, nel corso del 2013 saranno destinati 70 milioni di euro alle regioni, per finanziare gli interventi in favore dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. Alla luce degli obiettivi dell’Anno europeo 2012 dell’invecchiamento attivo, verrà promossa una strategia in materia di solidarietà tra le generazioni, con misure specifiche, tra le quali l’elaborazione di una Carta nazionale per un invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una società solidale.
Conclusivamente, il Presidente relatore segnala alcune criticità. L’Italia dispone di una delle reti meno efficienti di servizi pubblici per l’impiego: vi è un problema di sottodimensionamento, di scarsa professionalità, di insufficiente conoscenza dell’offerta con particolare riguardo a scuole ed università, di quasi assenza delle fonti informative della domanda. Tuttavia, per quanto si possa fare mobilità presso le pubbliche amministrazioni, è assolutamente impensabile la costituzione nel breve periodo di una rete di servizi pubblici efficienti, che richiederebbe un investimento molto elevato. L’Italia deve dunque puntare sulla cooperazione pubblico-privato e quindi sul coordinamento tra gli attori, perché l’obiettivo è quello dell’inserimento lavorativo, a partire dalla Youth Guarantee.
Occorre peraltro ricordare l’assetto istituzionale delle politiche del lavoro in Italia, diviso tra Governo e regioni, con le province quali attori importanti, perché gestori dei centri per l’impiego. La costituzione di una Agenzia nazionale per il lavoro a carattere federale rappresenta certamente una grande opportunità per il futuro, ma il suo assetto dipenderà dal nuovo assetto costituzionale italiano e da procedure non brevi di fusione e riaccorpamento tra enti nazionali. Il Governo e il Parlamento devono tenere conto di questi aspetti per il 2013, concentrandosi sulle politiche più adeguate per il contrasto alla disoccupazione e l’incremento dell’occupazione.
In merito agli investimenti sociali e alla politica di coesione, il Presidente relatore reputa apprezzabile il riferimento della Commissione ad un sistema di welfare moderno ed integrato che collochi il tema dell’occupazione nel più generale assetto della protezione sociale, con particolare attenzione alla dimensione socio-sanitaria e al contrasto alla povertà. Si può essere più efficienti e più giusti spendendo meno, un concetto che l’Italia deve assolutamente fare proprio. Ritiene che il FEG debba essere confermato anche nella futura programmazione nel momento in cui è soggetto a possibile rischio di cancellazione. Più in generale si devono sostenere strumenti mirati e a facile operatività: l’Italia deve ribadire la necessità che i fondi comunitari prevedano un alleggerimento delle procedure di spesa, meno burocrazia e formalismi, più attenzione ai risultati. Sull’attività legislativa, auspica che il Governo presidi la fase di predisposizione dei dossier legislativi, evitando conseguenze negative per l’Italia in termini di restrizioni alle normative vigenti oppure di nuovi vincoli per l’attività economica. Per quanto attiene alle politiche sociali, segnala infine le politiche in materia di lotta alla povertà e di aiuto ai servizi socio-educativi per la famiglia.
Si apre il dibattito.
La senatrice Rita GHEDINI (PD) nota che la 14a Commissione permanente inizierà domani intorno alle ore 18 la votazione degli emendamenti riferiti ai documenti in esame e sottolinea pertanto l’opportunità che la Commissione lavoro si esprima in tempo utile.
La senatrice GATTI (PD), nell’evidenziare la ricchezza dell’illustrazione del Presidente relatore e l’opportunità di una riflessione adeguata sui numerosi elementi proposti, chiede chiarimenti in ordine al giudizio di rigidità da lui formulato con riferimento alla visione strategica della Commissione europea.
Il presidente relatore SACCONI (PdL) precisa che tale qualificazione si riferiva essenzialmente ad una pretesa di pianificazione pluriennale, a suo avviso destinata ad avere scarsa efficacia.
Interviene nuovamente la senatrice Rita GHEDINI (PD), la quale riterrebbe opportuno riflettere anche sul modo stesso in cui il Parlamento si organizza in vista della fase ascendente, nella quale sovente l’aspetto quantitativo dell’espressione dei pareri ha fatto premio sull’articolazione efficace dei medesimi. In questo senso, evidenzia l’importanza di una presenza più adeguata ed efficace dell’Italia nella fase di consultazione.
Concorda il presidente relatore SACCONI (PdL), ritenendo importante dedicare al tema attenzione specifica ed anticipando l’intendimento di sottoporre questo profilo alla valutazione della Presidenza del Senato.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 15,45.