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Confcommercio, i nuovi ammortizzatori siano universali

redazione
Novembre10/ 2020

“L’utilizzo degli strumenti di integrazione salariale definiti dall’attuale quadro normativo, ed in particolar modo il ricorso alla Cassa Integrazione in Deroga, ha mostrato le carenze di un sistema vecchio e disarticolato.

L’intero sistema di ammortizzatori e sussidi andrà ripensato in una logica universalistica di compartecipazione di imprese e lavoratori evocata sin dai tempi del Jobs Act, ma poi mai realizzata appieno, con la possibilità di accedere ai sussidi in ragione di quanto contribuito, ma con una attenzione particolare alla semplificazione delle modalità di accesso e di fruizione”.

Lo ha sottolineato il vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, in Commissione Lavoro.

“Condividiamo, dunque, la necessità di avviare un’ampia operazione di revisione dell’attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento”, ha aggiunto.

In particolare “riteniamo auspicabile – ha spiegato – la realizzazione di un ammortizzatore unico per Commercio, Turismo e Servizi che abbracci le diverse esigenze settoriali e dimensionali. Lo strumento universale potrebbe essere il Fis per tutti i datori di lavoro operanti nei predetti Settori senza limitazioni dimensionali, ma con differenti aliquote contributive in base all’organico aziendale. L’estensione del Fis consentirebbe una copertura adeguata di prestazioni considerato anche il sostenuto disavanzo tra risorse accantonate e effettivamente utilizzate nell’ambito dello stesso, ricomprendendo anche le aziende al di sotto dei 5 dipendenti che attualmente non accedono ad uno specifico ammortizzatore sociale e le aziende del commercio sopra i 50 dipendenti destinatarie della Cig”.

Per Prampolini “il coinvolgimento delle aziende da 1 a 5 dipendenti, con il conseguente obbligo contributivo, dovrebbe essere tuttavia compensato con una serie di interventi strutturali di riduzione del costo del lavoro. In un’ottica di riforma del sistema di ammortizzatori sociali si auspica l’inserimento di una forma di tutela riconosciuta anche ai lavoratori autonomi iscritti all’Inps al pari dei lavoratori dipendent che preveda forme di sostegno adeguate. A questo proposito di recente il Cnel ha approvato una proposta di legge inviata alle Camere della quale, se ritenuta sostenibile, ne apprezziamo certamente il contenuto poichè fa riferimento alla creazione di un ammortizzatore sociale per i lavoratori autonomi (cd. ISCRO) iscritti alla Gestione separata Inps a cui si agganciano politiche attive per il ricollocamento degli stessi sul mercato del lavoro con la finalità di riqualificazione professionale”.

Quanto al rafforzamento Naspi e Dis-Coll, “riteniamo che questo obbiettivo dovrebbe essere accompagnato dalla definitiva messa a regime del sistema pubblico delle politiche attive che attualmente sconta ancora forti carenze. Per la ripresa bisogna puntare sulle politiche attive e non concentrarsi esclusivamente sull’erogazione di strumenti di sostegno al reddito che, se non adeguatamente trasformati in investimenti sulla occupazione stabile, rischiano di tradursi in mere misure assistenziali”.

TN

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