“Si chiama Decreto Semplificazioni, ma è un vero e proprio stravolgimento con conseguenze disastrose e di arretramento della legislazione sugli appalti pubblici. Il mantra, per giustificare questa scelta, è che il nuovo Codice avrebbe bloccato il mercato degli appalti pubblici, nulla di più falso. La questione vera è che questo Governo, con in testa il Ministero delle Infrastrutture, utilizzando la giustificazione della valutazione costi-benefici, ha bloccato la realizzazione delle grandi opere e sospeso l’avvio di quelle strategiche che avevano l’autorizzazione per essere messe a gara”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Franco Martini.
“ll nuovo Codice Appalti – ricorda il dirigente sindacale – dopo una lunga gestazione, recepisce tre direttive europee che hanno come elemento centrale: la trasparenza, la legalità, la lotta alla corruzione, la tutela dei diritti dei lavoratori attraverso l’applicazione corretta dei contratti di lavoro e il contrasto al lavoro nero e al dumping salariale”. Inoltre, sottolinea “insieme a Cisl e Uil abbiamo posto l’attenzione sulla riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti; sulla trasparenza nell’iter delle gare pubbliche; sul contrasto al subappalto e al proliferare della trattativa privata, oltre alla centralità dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Tutti elementi innovativi del nuovo Codice, che escono notevolmente impoveriti e azzerati dalle nuove proposte del Governo”.
“Con il Decreto Semplificazione – avverte Martini – si produce un ulteriore passo indietro. Si dà la possibilità di procedere all’appalto senza un progetto esecutivo, ma sulla sola base di una semplice relazione. Si consente di dilatare all’inverosimile la procedura di trattativa privata senza bando di gara alimentando la discrezionalità. Diviene marginale il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ripristinando la procedura al massimo ribasso entro la soglia di 5.500.000 euro”. Il segretario confederale evidenzia poi un ulteriore aspetto negativo “viene cancellata l’obbligatorietà di indicare in fase di gara le imprese a cui affidare il subappalto, una decisione devastante che indebolisce il contrasto alla penetrazione delle mafie nel sistema degli appalti”.
“Considerate le conseguenze che il Decreto Semplificazioni avrà sul Codice in materia di legalità, occupazione, diritti e qualità degli appalti, chiediamo – conclude Martini – che vi sia un effettivo coinvolgimento di tutte le forze in campo, che vengano ascoltate le organizzazioni sindacali affinché si impediscano scelte sbagliate e negative per il nostro Paese”.
TN