Sarebbe come saltare nella padella, per le banche, o nella brace per i Paesi di Eurolandia. Si potrebbe sintetizzare così la scelta che ci si troverebbe di fonte, secondo un rapporto dell’agenzia di rating Fitch, se si dovesse effettivamente procedere a imporre delle limitazioni ai possedimenti di titoli di Stato del Paese di riferimento da parte delle banche dell’area euro. Una misura volta a contenere il “rischio sovrano” nei bilanci delle banche, sostenuta soprattutto dai Paesi nordici Alfieri dell’austerità, capeggiati dalla Germania.
L’interesse dello studio di Fitch è tutto nella quantificazione numerica di una misura di questo genere. E le cifre fanno apparire il progetto proprio come molti critici sospettano che sia: una autoflagellazione per una regione che solo ora, a stento, sembra uscire da una lunga crisi.
Il “salto in padella” delle banche sarebbe sui requisiti di raccolta di capitale che si renderebbero necessari per rispettare i parametri prudenziali lasciando intatti i possedimenti di bond pubblici: ben 135 miliardi di euro. L’alternativa, la “brace” per i Paesi, consisterebbe nello scaricare dai bilanci l’opportuna mole di titoli di Stato del Paese di riferimento. Si tratterebbe, secondo Fitch, dell’astronomica cifra di 492 miliardi di euro.
Cifre che fanno capore come mai in Europa così tanti attori, tra cui l’IOtalia, si oppongano energicamente ad una autolimitazione simile. Fino a spingere la commisisone europea a ribadre che provvedimenti di questo tipo possono essere decisi solo a livello più allargato, globale nell’ambitod el Comitato di Basilea.